I CAMALLI

di Tito Livio

Ci ha sempre provocato una certa orticaria l'appropriazione e l'uso disinvolto da parte della "sinistra" di termini con significato "positivo", per etichettare situazioni che di positivo avevano ben poco, come ad esempio il termine di "democratico" e derivati.

Emblematica la denominazione ufficiale della ex Germania Est come "Deutsche Demokratische Republik" e, pi� patetico che emblematico, l'ordine che i telecronisti sportivi RAI avevano ricevuto (quando la caduta del muro era ancora per poco fantascienza) di definire appunto la DDR come "Germania Democratica".

Non sappiamo se ridere o piangere. Prendiamo comunque come segno di progresso la scelta del PCI di darsi come nuova denominazione quella di Partito Democratico della Sinistra, sperando che con questo voglia distinguersi da altri partiti di sinistra che "democratici" evidentemente non sono considerati.

E la parola progresso immancabilmente ci fa venire in mente il termine "progressisti", di cui i partiti e movimenti della costellazione di sinistra si fregiano in contrapposizione a quelli spregevolmente indicati come "conservatori" o peggio "reazionari".

Proprio per verificare in che direzione va il "progresso", vale la pena di dare un'occhiata a quello che � successo alla fine dello scorso dicembre, quando alla Camera e al Senato � stata votata una legge di riforma del sistema portuale italiano.

E' abbastanza noto che negli anni passati il porto di Genova (una volta indicato come il pi� importante porto d'Europa) � stato distrutto dai cosiddetti "camalli", lavoratori del porto costituitisi in CULMV , Compagnia Unica Lavoratori e Manovalanza Varia, cui tutte le compiacenti Autorit� avevano dato l'esclusiva delle operazioni portuali. Per farla breve, in questa situazione la CULMV, o meglio i suoi "consoli" imponevano la propria legge in porto, taglieggiando nel vero senso della parola armatori e compagnie che si servivano dello scalo genovese: il risultato � stato che ben presto tutti gli utenti hanno abbandonato Genova per utilizzare invece il porto di Rotterdam (in Olanda), molto pi� conveniente ed affidabile anche per merci che avevano Milano come destinazione finale!

Il tutto accompagnato dai piagnistei delle autorit� cittadine che se la prendevano con Roma, accusata di non aiutare Genova, in crisi nera nel settore vitale del porto e attivit� terziarie associate.

Ebbene, nel recentissimo passato, dopo varie vicissitudini e per tenere conto di una direttiva dell'Unione Europea sulla liberalizzazione del lavoro nei porti, era riuscito a passare un decreto che aboliva il monopolio della CULMV e consentiva l'ingresso di altre compagnie, a cominciare dal nuovo porto containers. Finalmente un "progresso" e una speranza per Genova!

Ebbene, lo scorso dicembre dicevamo, approfittando della maggioranza "progressista", il PDS ha introdotto nella legge suddetta alcuni emendamenti che di fatto reintroducono il monopolio della CULMV. Evidentemente per il ministro Burlando, genovese ed ex sindaco di Genova, la formazione ideologica � pi� forte degli interessi della sua citt�.

Se per i "progressisti", essere progressisti significa questo, qualcuno ci spieghi chi sono i "reazionari"!

P.S. Vuoi vedere che questa volta gli Olandesi non spingeranno pi� di tanto su Van Miert per far rispettare all'Italia le normative antitrust comunitarie?

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