DI PIETRO E DOPPIOPESISMO

di Monello

Ve lo immaginate cosa avrebbero scritto i giornali se Berlusconi se ne fosse uscito con frasi del tipo : "Basta con certi magistrati invidiosi e teorizzatori..."?

Come minimo Mieli ci avrebbe fatto un editoriale di fuoco contro un Berlusconi che non vuole accettare di essere giudicato come un quasiasi mortale. Ma la frase non e' del Cavaliere, bens� di un ministro della Repubblica, di uno che anche per la sua storia, dovrebbe sempre avere tutta la fiducia ed il rispetto per tutte le istituzioni, anche eventualmente per i magistrati invidiosi.

Perche' la storia recente ci ha insegnato che tutti gli inquisiti, innocenti o colpevoli che fossero, sempre hanno trovato da ridire su chi l' indagava. Da Di Pietro non ce lo saremmo aspettati. E non e' finita.

I "basta" proseguono contro certa stampa, certi avvocati, i calunniatori, i condannati che non ci stanno, ma soprattutto contro chi vuole deligittimare governo ed istituzioni.

Ma come ! Berlusconi, da Presidente del Consiglio, riceve un avviso di garanzia, o qualcosa del genere, mentre presiede una conferenza internazionale, e da nessuna parte si leva una voce se pur timida che parli di delegittimazione di Governo e istituzioni. Anzi, alle proteste di Berlusconi, si risponde che la Giutizia deve fare il suo corso. E l' informazione pure.

Infatti la notizia usci' in anticipo sui giornali, anzi su un giornale cui fu data non si sa da chi. L' importante e' che tutto il mondo venisse a sapere che Berlusconi era indagato. Se la notizia non fosse uscita sui giornali, forse il Presidente del Consiglio, com' era suo diritto, ed anche nell' intersse della nazione, avrebbe potuto scegliere di mantenere il segreto, e questo forse non doveva accadere.

Ed ecco Di Pietro, oggi, puntuale : " Basta con la stampa che crea notizie prima ancora che accadano! " Ed ha ragione!
Ma perche' nessuno parla ora di diritto all' informazione! Se non si fosse capito, io non ce l' ho con Di Pietro, che con quei basta vuole solo dire che lui si e' stufato e se ne va, anzi per essere sicuro di essere ben capito lo dice due volte. E quindi ha tutto il diritto di brontolare, proprio perche' se ne va. Se non avesse deciso di andarsene seriamente allora sarebbe diverso.

E' proprio quel suo andarsene che lo rende non censurabile. E' come se dicesse, cosa volete da me? Io dico quello che dico proprio perche' me ne vado. Ed infatti non ce l' ho con Di Pietro ma con tutti quegli ipocriti che usando due pesi e due misure gli chiedono ora di restare.

Perche' pregarlo di restare? Che lo faccia un governo che non sa nemmeno quello che vuol fare, che si fa dar le deleghe cosi' si prende ancora un po' di tempo per pensarci su', forse si puo' umanamente e per pieta' comprendere.
Ma gli altri? I giornali che tacciono su quanto detto da Di Pietro? Qui non e' nemmeno questione soltanto di Doppiopesismo. Chiedere a Di Pietro di restare, o meglio, di mettersi alla testa degli Italiani, vuol dire mettere Di Pietro al di sopra della legge, renderlo un intoccabile.

Che siamo arrivati a questo punto e' molto triste. L' unica speranza e' Di Pietro, che si dimostri piu' serio di tanti altri, che lo adulano per i loro meschini interessi. Che faccia come ha detto.

Anche altri uomini grandi nel passato, dopo aver servito ammirevolmente la Patria si sono ritirati a vita privata.

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