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Architettura n. 187, 2006 olio e oro su tela, cm. 80x80
FRANCO ZILIOTTO

testo critico di
Carlo Fabrizio Carli

poesia di
Bruno Aller

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Galleria "Arte e Pensieri"
Via Ostilia 3/a - 00184 Roma
cell. 3396100856

13 febbraio - 5 marzo 2008
dal giovedì al sabato ore 16-20 altri giorni su appuntamento

 

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Stasi n.
2, 1999 olio e oro su tela, cm. 40x40

Franco Ziliotto ha, via via, indirizzato la sua creatività verso ambiti molteplici: l'architettura e la scenografia (e una conseguente, brillante carriera di dirigente Rai); l'allestimento di spazi museali e di mostre; il disegno satirico, la scrittura, e perfino la regia; ma la passione costante della sua vita è stata la pittura. Credo, anzi, che il dato saliente della sua personalità consista proprio in questo saper coltivare interessi differenti (e trarne stimoli altrimenti accessibili solo con difficoltà), riservando però sempre uno spazio privilegiato alla pittura, considerata come la propria autentica via realizzativa. Pur avendo seguito un percorso non canonico, la formazione di Ziliotto gli consentì incontri fondamentali: Francesco Trombadori alla Scuola Media "Ugo Foscolo", Mario Mafai alla Scuola Libera del Nudo, e Luigi Moretti, durante l'apprendistato nel suo celebre studio di architettura. E, certo, proprio a questa attività architettonica si dovette l'assunzione da parte di Ziliotto di una costante attitudine di rigore progettuale, come evidenziato opportunamente da Daniela Fonti. Ma molti altri maestri ed insegnamenti egli avrebbe scoperti nel corso di un lavoro di pittore che si è fatto ormai più che quaranten­nale (a cominciare, sempre a Roma, precisò giustamente Claudia Terenzi, da presenze quali Corpora, Scordia, Scialoja). Questo a dire che, presto, Ziliotto avrebbe arricchito di ulteriori e diversi apporti l'originario interesse per atmosfere improntate al tonalismo della Scuola Romana. Oltrepassata una iniziale fase di esplicita figu­razione, la pittura di Ziliotto si sarebbe attesta­ta su di un equilibrio assai personale tra istanzefigurali e aniconiche, individuando - tra la dimensione onirica e quella memoriale - tre topoi peculiari: l'albero, prescelto anche per le valenze metafisiche, quale collegamento tra cielo e terra; il corpo femminile; e lo skyline delle città più amate e legate alle sue vicende esistenziali: Zara, luogo natale, dolorosamente perduto e sempre rimpianto come presenza materna ed evocatrice dell'infanzia; Roma e Trento (e poi di nuovo Roma). Altri motivi fondamentali della pittura di Ziliotto consistono nel coraggioso confronto con l'elemento decorativo, assunto nella sua valenza non accessoria ma strutturale, e nel congruente impiego dell'oro zecchino, sostanza regale e astraente, probabilmente connessa con le sue origini dalmatiche (come lo lessero Mascherpa e Passamani), ma certamente utilizzato dal pittore per la sua capacità di continua mutevolezza, al variare della fonte luminosa o allo spostarsi dell'osservatore. Ci si trova in presenza di una pittura laboriosa ed elaborata, grazie al ricorso a materiali ricer­cati come l'oro, applicato con una tassellazione che lascia qua e là trasparire la sottostante ste­sura di rosso, e grazie anche a una ricchezza segnica (di bigoli, parla scherzando Ziliotto), che non è mai fine a sé stessa, ma - come vide già molti anni fa Bruno Passamani - testimonia nel pittore, ad un tempo, "sensibilità musicale e fantasia barocca".E che comprova, si può anche aggiungere, un'attitudine solare ed estroversa, gratificata dagli esiti di felicità retinica.

Carlo Fabrizio Carli

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Profilo n.48, 2002 olio su tela, cm. 150x150

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Architettura n. 188, 2007 olio e oro su tela, cm. 90x90

Franco Ziliotto
Viale Messico 1 (Loc. Le Rughe) 00060 Formello (Rm)
Tel. 069087163 Cell. 3470845371
e-mail: [email protected]
Pittura traspirante
tra senso e sapienza
forme in trame liquide
rin/tracci
Senti che all'alba del crepuscolo
gli idoli se la battono
ma la formidabile cricca
di via Cavour
solidale ti sorride
croccanti realtà
fuse e parallele al crack
di tutti i giorni
rendono lo sguardo insonne,
insomma
per te Franco la visione, il dramma
va miti/gato
per miti curvi, arrotondati, arrotati
colti o coltivati che siano
visibili solo con la coda
dell 'occhio
per sguardi muti (come la pittura)
perché miti in estremis
forse saremmo stati
in estremi stati
tra skyline di metropoli su quadri

campiti da sovrapposte stesure cerchi
ri/trovi l'ultimo eroe credibile
l'albero
mistico e terreno
tradotto ed annunciato
come un 'alba boreale a Roma

eppoi riparli con messere Ingres
con Man Ray
con un Violon

sempre più Violetta
verso e versi per altri

stati - essere
tra stati e stadi
stadere
dove l'equilibrio e il giusto peso

è bellezza ancora
ma quando allora l'immagine

diviene alloro?

allor quando (mai apparsa)
se persa è l'era dell'oro?
se ora passo passo
marcialmo nel "set" cittadino?
Tra sorrisi morbidi, ammorbidenti
tra applausi reiterati, caleidoscopio dei consensi
che innalza il deserto a glamour,
sigillo della divina sorella m.l

(emme a piacere)

Tra tempeste e calma piatta viaggiamo

con vele invalidate da balbuzie cronicizzate

e tu timido Epicureo vedi, presti ascolto,

senti

e con sguardo azzurro rispondi
attendi
in buona compagnia con i tuoi nostri romani,
Mafai, Scipione,
Socrate, Antonietta R., Levi, De Chirico,
Severini, Savinio, Capogrossi, Dorazio,
Afro, Pirandello, Cagli, Guidi, Ziveri, Schmid,
Trombadori, Frasca...
accompagni il senso ai sensi metafisica
carnosa e strappi dallo specchio il piacere

appena colto o appena appena andato -


Bruno Aller

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