Lucilla Caporilli Ferro Paolo d'Orazio
Galleria "Arte e Pensieri"
Via Ostilia, 3/a - 00184 Roma
Lucilla Caporilli Ferro
Codice d'Onore 2006 - cm. 80X150
ossidi su ferro calandrato
Lucilla Caporilli Ferro
Codice- Miniato 2006 - cm. 20X30
tecnica: mista su carta
Appunti per Lucilla Caporilli Ferro
...Quella di Lucilla è una proposta "antiretorica" asciutta, le sue opere che siano dipinti su carta, bassorilievi in ferro o carta o sculture suggeriscono visioni e concetti stimolanti, non riconducibili ad un unico principio. Nella loro coerente immagine si rintracciano codici complessi dalle strutture chiare, organizzati in "cifrari", nati da un ordine tra superficie ed elemen­ti verticali, aggettanti o inflessi, scavati, dalla superficie stessa. Una serie di spostamenti, movimenti minimi, trasformazioni visive rasen­ti il silenzio, ma nello stesso tempo vi si rintraccia una tenace adesione tra il corpo della superficie/colore e l'acume del segno/volume. Una ricerca che sembra trarre le sue origini ideologiche/spirituali tra le pagine di un neo umanesimo, focalizzando come atto prioritario il proget­to, un metodo per la decantazione dell'opera stessa. L'opera della Caporilli deve essere ben letta, meditata, perché può essere facilmente fraintesa come lavoro conseguente al minimalismo; ma il grado costantemente e platealmente tautologico del minimalismo non pre­vede e non ha nulla dell'apporto esistenziale dalla forte soggettivazione, ben presente nelle vibranti e sensibili opere dell'artista. I ritmi scandiscono lo spazio, quasi luogo e frammento di un ex libro a nastro continuo, fenditure incavi verticali o aggettanti pieghe, piaghe, feri­te, dilatazioni, contrazioni, distensioni sollecitate da forze sottostanti spin­te dal fondo tellurico alla superficie.
Queste opere sono dipinte o patinate spesso a monocromo nelle variazio­ni del rosso ruggine, ma a volte gli elementi verticali sono sottolineati da colori come il rosso magenta, carminio terra rossa bruciata, emergendo da una superficie nero d'avorio, o profondo nero lava, corrosa e corrosiva, per questo vibrante vitale.
Anche in questo duro contrappunto riesce a far convivere il massimo grado di contrasto pittorico con l'idea borrominiana dell'uso del minimo grado plastico/architettonico; questi segni verticalizzanti hanno un loro mondo costruttivo, poetico e vivono nell'alternanza tra pittura e scultura e convergono dialetticamente come freccia futura nell'architettura, quale luogo e approdo naturale.
Bruno Aller - maggio 2006

Paolo D'Orazio
viaggio in Oriente 2 - 2006 Cm. 70X57
acrilico su tela
Paolo D'Orazio
dove va Gea - 2006 Cm. 82X44
acrilico su tela
Appunti per Paolo D'Orazio
...Da sempre interessato al valore del colore quale punto focale della sua ricerca ne ha visitato e scandagliato innumerevoli lati e possibilità. L'opera di D'Orazio si colloca in quell'ambito storico artistico che ha strenua­mente difeso la pittura, ma non la pittura in sé, tout-court, ma come linguag­gio attivo capace (e la storia anche recente lo dimostra) di registrare una con­tinuità, una longevità produttiva conseguente ed irriverente, non prevista e certamente non registrata dalla famosa compagnia del "2 novembre" e qui si potrebbe aprire un capitolo a sé anche se è lecito pensare che molti addetti ai lavori non sanno "leggere" la pittura. Dicevamo che D'Orazio si è immerso da sempre nella pittura partendo dai primi rapporti fenomenologici tra colore e luce, ritmo tempo.
Con la ricerca sui materiali ha approfondito la sua conoscenza tra rifrazione e stimoli percettivi utilizzando sovrapponendo garze colorate per imprimitura, elementi lignei ridipinti e tele, strutturando coerentemente in una unica super­ficie vibranti texiture comunicandoci visivamente nuovi traguardi linguistici. Tra le altre ricerche sui materiali si ricorda che è stato tra i primi in Italia ad aver utilizzato la vetrofusione come segno artistico.
Nell'ultima produzione si nota sempre la suddivisione del campo con fasce strutturali dipinte tra garze e pittura, e inserzioni di foglie d'oro, il tutto si svi­luppa prevalentemente sull'asse verticale e le fasce-costole portanti sono variamente curve e aritmicamente contrapposte tanto da suggerire un movi­mento espansivo frammentato. I margini sfaldati dei colori raggiungono com­penetrandosi un'alta temperatura visiva costruendo nel centro consonanze cromatiche fino al limite dei complementari e ammorbidite dai sottotoni; ma quello che per me oggi è da registrare come elemento inquietante, felicemen­te straniarne è la presenza di un'imponente cornice dipinta, e non è una par­ziale cornice come nei precedenti lavori, che attraverso un cuneo/colore lasciava libero l'interno verso l'esterno; ora la cornice interrompe l'eco bene­fico, espansivo del colore luce e mette in crisi il piacere apollineo fino ad oggi ricercato (non so se l'autore condivide questa riflessione), ma sembra proprio (mi si passi la metafora) ci sia al centro dell'opera il pulsare sofferto di un cuore troppo grande e una gabbia sempre più stretta a contenerlo. Sembra pos­sibile una nuova visione. Una energica inquietudine in cui la riflessione va oltre la pura fenomenologia e si avvale di nuovi pensieri.
Bruno Aller - maggio 2006

LUCILLA CAPORILLI FERRO
È Nata a Roma nel 1965 dove tutt'ora vive e lavora.

Nel 1987, dopo la maturità artistica, si laurea all'Accademia di Belle Arti di Roma nel corso di Pittura del M° Enzo Brunori. Dal 1990 al 1997 collabora attivamente con la Galleria "Artivisive" di Sylvia Franchi.
Nel 1994 fonda a Roma l'Associazione L.I.Art Laboratorio Incontri d'Arte e, da allo­ra, in qualità di Presidente, ne cura le attività statutarie per l'Arte contemporanea. Espone in Italia e all'estero dal 1984.
Hanno scritto del suo lavoro: Giuseppe Appella, Luca Arnaudo, Marcello Carriero, Renato Civello, Vitaldo Conte, Vittorio Esposito, Roberta Perfetti, Giuseppe Selvaggi, Gabriele Simongini, Laura Turco Liveri. Opere pubbliche e collezioni: 1992 - Trento - Museo dell'Aeronautica "G.Caproni"
- Scultura in bronzo "Guido Moncher&"; 1998 - Roma-Progetto ArteMetroRoma -Stazione Numidio Quadrato Mosaico in smalto di vetro policromo; 1999 - Roma -Banca d'Italia-Sede di Vermicino acquisizione tela "Mare e Terra"; 2003 - Cassino (FR) - Biblioteca Comunale - acquisizione opera "Codice archetipo legno"; 2006 -Frosinone - Palazzo di Giustizia - acquisizione opera "Codice archetipo ferro"
PAOLO D'ORAZIO
1944 Paolo Giustino nasce a Chieti il 2 settembre.

1969 Ungaretti gli scrive una poesia per un libro da lui ideato ed illustrato "Eliade 70".
1970 Biennale di Venezia "Padiglione sperimentale". 1986 Fonda il dipartimento cultu­ra della CIGL Umbria. E' invitato alla XI Quadriennale di Roma. 1991 premio speciale della giuria per il concorso "Quale periferia per Roma Capitale" ACER. 1996 coordina­tore e vice direttore Artistico del Progetto Arte Metro Roma. 2000 Fonda il giornale tele­matico insieme all'Associazione L.I.Art la Lupa dell'Arte. 2005 Fa parte della Commissione "Promozione dell'Arte nelle Opere Pubbliche" dell'Assessorato all'Urbanistica del Comune di Roma.
Tra le mostre personali si ricordano: 1970 Galleria l'Oca, Roma; 1974 U.D.I. Roma; 1975 Galleria Flaccovio, Palermo; 1977 Galleria Grafica dei Greci, Roma; 1984 Galleria G. Apicella, Bonn; 1986 Galleria W. Wefers, Colonia; 1988 Galleria Monochrom, Aachen; Stadtgalerie Wittlich; 1989 Galleria Grafica dei Greci, Roma; 1991 Galleria Francis Van Hoof, Anversa; Sala Esposizioni, Deco Hotel, Perugia; 1998 Galleria Rotta, Genova; 1999 Galerie Stracke, Colonia; 2001 Galleria L.I.Art, Roma; 2002 National Art Gallery of Namibia, Namibia;
2004 Galleria Strake Colonia; 2006 Galleria Consorti Roma.
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