il Rimino Sottovoce 2019

Il saggio su Diamante Garampi citato a Napoli, 2008

Di Caterina Vizzani parla Lorenzo Benadusi, in un saggio (Napoli 2008) intitolato "Dalla paura al mito dell’indeterminatezza. Storia di ermafroditi, travestiti, invertiti e transessuali".
Alla pp. 28, nota 15, si cita in sintesi il mio testo "Diamante Garampi (oppure qui), il suo matrimonio, ed altre vicende riguardanti la condizione femminile nel secolo XVIII", elencato per esteso a p. 46.
A p. 28, nella stessa nota si trova indicato il testo di Giovanni Bianchi, "Breve storia della vita di Catterina Vizzani romana che per ott’anni vestì abito da uomo in qualità di servidore, la quale dopo varj casi essendo in fine stata uccisa fu trovata pulcella nella sezzione del suo cadavero di Giovanni Bianchi professore di Notomia in Siena", Venezia, Simone Occhi, 1744.
Di questo testo ho trattato anche in "Rapporti culturali e circolazione libraria tra Venezia e Rimini nel XVIII secolo", «Ravenna Studi e Ricerche», X/2 (2003), Società di Studi Ravennati 2004, pp. 229-259.
Il testo di Benadusi appare in un volume di E. Ruspini e M. Inghilleri, "Transessualità e scienze sociali: identità di genere nella postmodernità", Napoli 2008.

Al testo su Caterina Vizzani.
Ne presento una sintesi qui sotto, ripresa dalla pagina che riassume il mio lavoro.

Catterina Vizzani

Nel 1744 il medico riminese Giovanni Bianchi (Iano Planco), docente di Anatomia umana, allUniversità di Siena, pubblica la Breve storia della vita di Catterina Vizzani Romana che per ottanni vestì abito da uomo in qualità di Servidore la quale dopo varj Casi essendo in fine stata uccisa fu trovata Pulcella nella sezzione del suo Cadavero.
Lopera di Bianchi non è, come ordinariamente la si considera, un trattatello di Anatomia.
Sugli «strani veramente ed incredibili […] appetiti umani» di Catterina, Bianchi imbastisce una specie di novella decameroniana, seguendo un genere da lui già frequentato in gioventù.
Dallopera di Boccaccio, Bianchi prende in prestito molti elementi.
Anzitutto, lidea della potenza dAmore che non si ferma davanti a nessun ostacolo, compresa la morte: nellintroduzione alla quarta giornata del Decameron, si fa consistere lAmore in una «forza della natura».
Boccaccio invita a considerare il «piacere» come componente irrinunciabile dellesistenza. Catterina Vizzani, in nome di Amore, scrive Bianchi, «grandi disastri ha sofferti, e in fine la morte medesima crudelmente ha incontrata».
Boccaccio, inoltre, parla di «appetiti» irresistibili che non possono esser soffocati ponendo sul capo di una giovane la benda bianca, ed indosso una nera cocolla.
La forza dAmore porta Catterina a travestirsi da uomo, indossando «un bel Piuolo di Cuojo ripieno di cenci»: questo particolare è censurato a Venezia, dal Revisore per lInquisizione, per cui loperetta di Bianchi esce alla macchia a Firenze, con però la falsa indicazione del vero tipografo veneziano Simone Occhi.
Caterina Vizzani, ferita a morte da un sicario inviatole dallo zio prete della ragazza con cui era fuggita, confida in punto di morte ad una monaca la sua condizione di vergine, che lautopsia conferma.
Dopo il decesso, il suo corpo è esposto in Chiesa: il popolo, scrive Bianchi, «da tutta la Città accorreva per vederla, massimamente ancora perché alcuni dordine religioso pretendevano che per aver serbata con tanta costanza castità con gli uomini fosse Santa». E inevitabile pensare al ser Ciappelletto del Boccaccio, venerato come «santo uomo».
Il trasvestimento di Catterina, può richiamare una scena delle giornata seconda, novella terza del Decameron: «Alessandro, posta la mano sopra il petto dellabate, trovò due poppelline tonde e sode e dilicate …».
Bianchi racconta la vicenda di Catterina con una visione morbosa, sia nei primi approcci anatomici (con le sue osservazioni sull«imene bellissimo» della poveretta), sia in quella «soverchia curiosità» dei «giovani dello Spedale» che «furtivamente» le aprono il ventre «col pretesto (…) che potesse esser gravida».
Limitazione letteraria fa dimenticare a Bianchi il senso del tragico, insito nella vicenda della giovane Vizzani.
Lo scritto ha però un suo segreto significato eversore, rispetto alla morale corrente, che forse fa guardare con sospetto allattività di Bianchi.
Qualche anno dopo, nel 1749, Bianchi pubblica un trattato che nega le armonie del sistema aristotelico-tomista, parlando dei mostri esistenti in natura .
Sia la storia della Vizzani sia il trattato sui mostri, attirano su Bianchi le ostilità del clero riminese, che culminano in un episodio del 1752, legato ad una dissertazione accademica dei suoi rinnovati Lincei, dedicata all'Arte comica.



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