il Rimino Sottovoce 2019

Palazzo Lettimi resta un triste fantasma
Lettera al "Corriere Romagna", pubblicata il 27 agosto 2019

Il fantasma di Palazzo Lettimi mi perseguita nottetempo da quando è apparsa la notizia che la città di Rimini è prima in Italia per stile di vita. Esso borbotta: "Che stile sarà mai quello che lascia ai ricordi del passato i poveri resti di un palazzo come io fui. Anni fa un assessore comunale mi esaltò, dicendo che avevo in me un angolo che sembrava un atelier parigino".
Oggi invece, nulla: le promesse non sono state mantenute, aggiunge, commentando che Rimini non si vergogna di cancellare il passato, come è successo con la Chiesa di San Francesco alla sinistra del Tempio di Sigismondo, e come accade ora con i resti del convento collegato a quella Chiesa, dimenticati ed abbandonati.
Gli rispondo che non posso fare nulla per quel Palazzo dove sono nato. A lui non interessa. Sfoglia ricordi che sono pagine di Storia.
Gaetano Bresci (1869-1901), l’anarchico giunto dall’America, passa da Rimini prima di recarsi a Monza per regolare domenica 29 luglio 1900 i suoi conti con Umberto I. Ospitato nel borgo San Giuliano dall’oste Caio Zanni (1851-1913), Bresci con la rivoltella portata da Paterson (New Jersey) si esercita nel cortile di palazzo Lettimi sotto gli occhi di Domenico Francolini (1850-1926), un borghese prima repubblicano, quindi socialista ed infine anarchico. Francolini abita lì con la moglie, donna Costanza Lettimi (1856-1913).
La notizia inedita era raccontata dallo scrittore e giornalista Guido Nozzoli (1918-2000), e trova conferma in altre fonti orali (inedite anch’esse) da cui apprendiamo che Zanni, noto alle autorità come anarchico, fu arrestato dopo il regicidio e trasferito al carcere di San Nicola di Tremiti. Il 22 dicembre 1854 davanti alla Rocca malatestiana il boia aveva mozzato il capo a Federico Poluzzi soprannominato Bellagamba, fratello di Laura, madre di Caio Zanni.
Guido Nozzoli, fratello di mia madre, abitava a Palazzo Lettimi con noi. Avvenne a casa nostra la perquisizione fatta dalla polizia mentre era sotto le armi a Bologna (dove lo arrestano per "attività politica contraria al regime" mediante volantini intitolati "Non credere, non obbedire, non combattere", e per il possesso di libri esteri proibiti ma venduti sulle bancarelle).
Guido Nozzoli racconterà poi: «Ero stato "venduto" da un conoscente laureato in legge che si dichiarava fervente antifascista ed era, invece, uno dei tanti informatori dell'O.V.R.A., l'insidiosissima polizia segreta "inventata" dal prefetto Bocchini. Io non ho mai denunciato il provocatore che poté concludere tranquillamente la sua carriera. Dopo la liberazione, tra i documenti recuperati all'Ufficio Politico della Questura dai partigiani forlivesi, c'era anche la ricevuta del compenso intascato dal nostro delatore; la duplice spiata gli aveva fruttato 300 lire. A peso, eravamo stati valutati a un prezzo di molto inferiore a quello della carne da brodo».
Il fantasma di Palazzo Lettimi non sorride. Per lui lo stile di vita premiato oggi, è solo polvere di ricordi. Ha torto?
Antonio Montanari

Sono nato qui... a Palazzo Lettimi
... nella camera da pranzo ...



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