Antonio Montanari
Guida storica della Biblioteca Gambalunghiana
Riminilibri n. 2, maggio 2000
La guida storica pubblicata dalla Biblioteca Gambalunghiana di Rimini è un esempio intelligente di sintesi e di divulgazione.
In poche pagine, sia attraverso la parte storica, sia nelle analisi di argomenti specifici, i curatori hanno saputo offrire al lettore il senso della grandezza delle raccolte e della vicenda plurisecolare dell'istituzione riminese.
Questa guida ha anche un altro significato. Segna il risveglio della Gambalunghiana da un letargo pluridecennale durante il quale sì ci sono state pubblicazioni di pregio, ma sostanzialmente dirette ad un pubblico di specialisti.
Questa volta invece ci si è rivolti alla massa più complessa del visitatore comune, anche se l'interesse che lo porta in biblioteca è già una qualificazione culturale.
E questo interesse dev'essere sempre più coltivato, anche ai fini di quel turismo culturale che è ben verificabile ad esempio sul versante delle grandi mostre del Meeting.
La Gambalunghiana necessita di molta attività, per la classificazione dei manoscritti, non tutti elencati e quindi accessibili al lettore se non per via di conoscenza specifica da altre fonti (interne od esterne alla stessa Biblioteca). Speriamo anche in una futura catalogazione del grande Fondo Gambetti.

Vedere il tempo, capire il mondo.
Mostra alla Biblioteca Gambalunghiana


Non è una ricerca del tempo perduto, quella che si compie in una biblioteca, ma il nostro proiettarsi nella dimensione del passato, con anche uno slancio verso il presente-futuro. Non è il rifugiarsi tra ombre consolanti, bensì il dialogare con loro, per farle rivivere accanto a noi, quasi per riceverne un aiuto nel progettare il nostro domani.
In questo scambio di idee, le personali inquietudini possono trovare calma o sollecitazioni, a testimonianza del fatto che le gallerie degli scaffali non conservano immagini immobili, ma frammenti capaci di animarsi e farci rivivere il loro tempo, che però appartiene anche a noi.
E "Vedere il tempo" è il titolo della mostra documentaria della Biblioteca Gambalunghiana di Rimini, inaugurata sabato 29 aprile dal presidente dell’Istituto Beni Culturali di Bologna, prof. Ezio Raimondi, che ha illustrato questi concetti, in una dotta lezione davanti ad un pubblico attento, nella sala della Cineteca Comunale, tutta esaurita e con tante persone in piedi, proprio a conferma di quei gravi problemi di spazio che attualmente l’istituzione ha.
Di essi, ha parlato l’assessore alla Cultura del Comune, prof. Stefano Pivato, in rappresentanza anche del sindaco assente, promettendo un impegno dell’Amministrazione allo scopo di risolverli, con il contributo economico della Fondazione Carim, per la quale era presente il presidente dott. Luciano Chicchi.
Gli onori di casa sono stati fatti dal direttore della Gambalunghiana, dott. Marcello di Bella, che ha anche illustrato la nuova, agile ma documentata guida della Biblioteca comunale, curata da Piero Meldini, con testi di Orietta Baiocchi, Annamaria Bernucci, Nadia Bizzocchi, Paola Delbianco, Gianfranco Miro Gori, Oriana Maroni e Giovanni Rimondini.
Nel suo appassionato discorso, Ezio Raimondi ha toccato vari aspetti, da quelli storici locali (Alessandro Gambalunga, all’inizio del ’600, precorre il mecenatismo moderno), a quelli generali sull’uso di una biblioteca, la quale deve anche favorire il dialogo fra i lettori, aiutare ad un esercizio critico sul passato ed allacciare nuovi rapporti con il mondo della multimedialità odierna.
La passione civile che ha sempre guidato il "lettore" Raimondi in tutta la sua carriera di studioso e di docente, lo ha portato a sottolineare come una biblioteca debba far riflettere sul destino comune, e ad entrare in contatto con il diverso. "E chi è oggi il diverso?" si è significativamente chiesto alla fine.

Antonio Montanari
il Rimino Riministoria.
Revisione grafica 12.05.2017/2418