il Rimino - Riministoria

Dalla sofferenza un «canto di gioia»
Paola Donati si racconta per aiutare i giovani

Il «canto di gioia», come lo chiama don Oreste Benzi nella sua introduzione, che Paola Donati compone ricordando le proprie sofferenze in questo libro «Io, nonostante...» (Cesena, «Il Ponte Vecchio»), è la confessione piena e amichevole di un'esperienza di vita nella quale il dolore non è cancellato, ma superato e raccontato non per esibizionismo, ma con un'alta finalità umana e sociale: aiutare i giovani in difficoltà a capire come superare le crisi, gli ostacoli, il desiderio di affondare nei gorghi che tutti conosciamo per nome e che attirano tante vittime verso l'annientamento di loro stesse.

Il racconto è quello di una donna che nonostante tutti i problemi che si porta dietro sin dalla nascita, si considera fortunata sia per l'affetto della famiglia, sia per le sue possibilità economiche, sia per l'aiuto che può trovare (pur in mezzo a tante difficoltà) da parte della medicina e di chi la applica.

Questo libro stava nel cassetto di Paola Donati da qualche tempo. Lo avevano letto molti amici, ognuno dei quali le aveva dato dei suggerimenti letterari su come impostare i capitoli, sistemare le pagine. Alla fine, lei si è decisa con la tenacia che la caratterizza da sempre, a presentare il manoscritto ad un editore, senza cambiare nulla di quello che aveva sentito e travasato in quelle pagine. Non doveva scrivere un capolavoro che piacesse ai critici, voleva soltanto offrire agli altri la sua testimonianza. Che risulta efficace ed emozionante come ogni cosa vera. E venata di quell'ironia salvifica che percorre con grandi discrezione ed onestà il suo scritto.

Conosco Paola da una vita, abbiamo avuto anche esperienze scolastiche in comune, all'Istituto Valturio al quale lei dedica una pagina per me indimenticabile, così come lo è l'episodio che vi è presentato. Durante una di quelle ossessionanti e terribili riunioni del Collegio dei Docenti (nelle quali per ore si discuteva di argomenti che si sarebbero potuti risolvere in pochi minuti), Paola come al solito faceva la maglia seduta in cima all'emiciclo e vicina alla scala centrale da cui all'improvviso rotolò un tintinnante ferro sfuggitole di mano che si andò a fermare proprio sotto il naso del Signor Preside.

Antonio Montanari


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