Diario italiano
Il Rimino 171, anno XII
Marzo 2010

30.03.2010
Parole parole parole
Tama 989, 04.02.2010

Mina Mazzini il 25 marzo ha compiuto 70 anni. Il giorno dopo sulla "Stampa" ha scritto un'amara protesta per come nell'occasione è stata raccontata la sua vita: "Se per caso non sapessi il perché delle scelte che ho fatto, adesso avrei un ampio ventaglio di possibilità". Mina ha aggiunto una frase che può diventare regola universale: "Tutti sono sottoposti all'infamia di non sapersi conoscere". C'era una sua canzone che diceva: "Parole parole parole...". Appunto, parole a vanvera.
La stessa sensazione si prova all'indomani di una qualsiasi consultazione elettorale. Ancora di più dopo le Regionali 2010. Che vanno in archivio con molti rospi serviti nel piatto a parecchi partiti, e da ingoiare in privato, perché in pubblico, "todos caballeros", tutti sono vincitori. Bersani perde quattro regioni, ma è contento: "Si può dire che il partito avanza". Berlusconi esulta: "Lezione alla sinistra". Ottimo ed abbondante. Ma in cattedra per la lezione c'è salito il Gran Lumbard Bossi. Il partito del cavaliere, statistiche alla mano e senza la provincia di Roma, perde più di 5 punti. Bossi è il fenomeno 2010. Per lui è scattato il fattore-semaforo: il verde dopo il rosso. Il suo partito raccoglie una fetta di voti del mondo operaio un tempo andati al pci.
Adesso tutti, o quasi, dovranno fare i conti con lui, spina nel fianco del berlusconismo, simbolo di quella linea politica che bruciò la seggiola di Prodi, e che si può condensare nell'etichetta del "partito di lotta e di governo". In questi anni il pensiero di Bossi è stato una divagazione teorica con i piedi ben piantati per terra. Era infatti suo il ministro dell'agricoltura che adesso va a governare il Veneto. I Leghisti sono partiti con le ampolle del "dio Po" e la sceneggiata dei matrimoni celtici. Poi si sono proclamati sostenitori dell'identità cristiana. Domani chissà che diranno o faranno. (La chiamano politica liquida.) Intanto sono riusciti in un preciso risultato statistico, dare filo da torcere a destra ed a sinistra.
L'ultimo dato da ricordare per queste elezioni, è l'aumento dell'astensionismo, un voto di protesta che ha colpito anche nella nostra Regione. Il vincente presidente Errani registra con la sua coalizione la batosta di oltre meno 10%. Gli esperti invaderanno i giornali con le loro analisi. Occorrerebbe invece dare la voce agli stessi elettori delusi. Sono noiose le parole parole parole degli interpreti del pensiero altrui. Mina insegna. [989]
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27.03.2010
Figurine
Le false Panini, e il "rimborso" ai collezionisti, da parte dell'editore vittima della truffa

E' una bella figura questa che ci fa un editore storico, Panini di Modena, vittima di contraffazione pirata delle sue mitiche figurine. Collezionisti fregati nell'acquisto saranno rimborsati, consegnando i falsi.
Blog_sonno_cav


Bravo Panini. Un esempio che dalle figurine potrebbe passare alle figure (umane). Se ne vedono, di queste figure, che gelano. Siamo alla vigilia elettorale, non turbiamo il sonno di nessuno. Quindi soltanto un'immagine dell'ultim'ora.

Blog_carlucci


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24.03.2010
Leggi e capisci
Per chi mi definisce "blogger rosso", senza aver letto o compreso quello che è sempre stato pubblicato qui sopra. Piccola antologia senza pretesa (o speranza) che chi non capisce poi comprenda davanti ai documenti prodotti. Ma soltanto per dimostrare che le balle hanno un limite di decenza, ovvero il rispetto della verità. Superato il quale ci troviamo davanti a puri deliri onanistici.

Sono stato segnalato come un blogger rosso: si legga questo post di ieri. Oggi aggiungo la documentazione per dimostrare (fatti alla mano) che quanto è stato scritto contro il sottoscritto con tanto di immaginetta documentaria, è una solenne fesseria. Dimostrabile con le seguenti citazioni da post apparsi in questo stesso blog, appunto.

17 gennaio 2010: "Cicchitto spiega che Craxi è "un gigante, un pezzo della storia del Paese". Domani si ripassi la biografia di Togliatti, ricordandosi di quegli italiani antifascisti rifugiatisi a Mosca, ed uccisi come spie del fascismo. Per loro Togliatti non mosse un dito. In qualche libro c'è scritto, Cicchitto lo cerchi in biblioteca. Tanto per non fare pure lui la figura dell'intellettuale sovietico che riscrive la storia per piacere a chi comanda. Buona lettura".

12 agosto 2008: "Processo a Togliatti" a San Mauro Pascoli, titolo del post: "Resta il Migliore?".
Il post comincia: "Padre della democrazia o servo di Mosca? Il "Migliore" se l'è cavata per un pelo (quattro voti a favore e tre contrari), dopo le arringhe di accusa e difesa, e grazie ad una giuria "popolare" composta da un "industrial manager" (il presidente, Fabrizio Casadei), e sei giornalisti tutti di testate locali. Uno di questi giornalisti è soltanto esperto di questioni economiche, due altre colleghe sono ben ferrate in storia e politica, un altro dichiara nel suo sito tra i fatti memorabili della sua vita che è stato decorato del titolo di commendatore al merito della Repubblica da Silvio Berlusconi e di essere stato pure cantante-ballerino".

Un passo successivo del post: "Sarebbe curioso conoscere il pensiero segreto dei giurati sul comportamento avuto da Togliatti in Russia, quando i suoi connazionali antifascisti rifugiatisi nella patria del comunismo, subirono una tragica fine. Oppure non ne sapevano nulla?".

22 maggio 2008: "Allora c'era il buon Palmiro che nei comizi prometteva di prendere a calci "in una parte del corpo" che non voleva nominare il povero Alcide dopo l'immaginata vittoria del 18 aprile che fortunatamente non ci fu (v. Montanelli, vol. 9 della "Storia d'Italia, pp. 439-440).
Era quel Togliatti a cui qualche peccatuccio sulla coscienza credo che la gente attribuisse per il trattamento riservato in Urss a tanti connazionali scappati dall'Italia e considerati spie fasciste..." (dalla Tra oggi e ieri che inizia dal post "Come volevasi dimostrare").
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22.03.2010
L'Allegria del dopo Mike
Cocotte, donnine allegre ed ora le escort, che non sono un'auto

Vale ancora l'Allegria di Mike Buongiorno? Certe parole diventano un simbolo, l'etichetta di un prodotto. Il Signor Mike, come lo chiamavano le vallette nell'Italia incerta a metà degli anni Cinquanta, portava qualcosa di americano. Prima i soldati degli States erano morti per liberarci dal nazifascismo. Poi erano arrivati i dollari a ricostruire il Paese. Per essere riconoscenti, gli abbiamo mandato un po' di malavita. Mike in fondo era un italiano. Rimpatriato, aveva corso il rischio di finire fucilato militando nella Resistenza. Poi ha cominciato ad insegnare come si fa tv.

Anni dopo, Renato Carosone raccontava le prime contaminazioni d'Oltreoceano: tu vo' fa' l'americano, divenne una citazione frequente. Funzionava meglio di tanta sociologia. Oggi Mike ripeterebbe una cosa detta spesso negli ultimi suoi anni. Non c'è più serietà in tv. Infatti premiano gente che non sa nulla. Ai suoi tempi c'era chi imparava a memoria l'orario ferroviario per potersi costruire una casa, senza dover emigrare a cercar fortuna. Se la vita è sempre un terno al lotto, come dicevano le nostre nonne, spesso oggi è soltanto un quiz. Mike creò pure il Rischiatutto. Con protagonisti signori dalle professioni di grido, come medici e farmacisti.

Per dirla con un altro grande, Corrado Mantoni, inventore della Corrida radiofonica, oggi prevalgono i dilettanti allo sbaraglio. Molti si sono adeguati, rovesciando il discorso sino al Rischianiente con la tangente, tanto paga lo Stato. Fanno scorta di escort negli affari, e se non ti aggiorni credi che sia il vecchio modello di un'auto. Adesso trionfa l'americano, come all'epoca di Carosone. Una volta dominava il francese. Un secolo (un millennio?) fa Guido Gozzano racconta della mamma che gli ordina di non parlare alla vicina, una cocotte, ovvero una cattiva signorina. Poi prevale la lingua di Dante, con le signorine allegre. Enzo Biagi si chiedeva: ma che avranno per essere allegre?

La corruzione è bipartisan, stessa droga e stesse escort. Verrebbe da piangere, se in quasi vent'anni da Mani pulite, l'immagine che esportiamo non fosse degenerata in una caricatura oscena dell'antico e dignitoso Arlecchino servo di due padroni. Ad un corteo sabato 20 è stata calpestata l'immagine del giudice Paolo Borsellino ucciso della mafia nel 1992, creduto un bolscevico, lui che era di destra. Il corteo non era quello milanese di don Ciotti per le vittime della mafia. Allegria? [988]
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16.03.2010
Amore eccessivo
Il ministro Bondi accusa la sinistra di offendere il premier, e lui offende De Magistris

Un amico straniero ha visto ieri sera la trasmissione di Lilli Gruber con un ministro dell'amore, quel Bondi serafico che predica amore ed offende gli avversari politici, come è successo appunto ieri sera nei riguardi di De Magistris.
L'amico straniero mi ha detto: considera come sia pacifico quel De Magistris che appartiene alla schiera dei politici di governo, e come sia invece infuocato di odio il comunista Bondi.

L'amico straniero ovviamente ha fatto un po' di confusione. Quel Bondi che dava del tre, quattro volte ignorante a De Magistris, non è un comunista, gli ho detto, ma lo è stato in passato. Non è uno del partito dell'odio bolscevico di cui parla il cavaliere, ma è un pezzo da novanta del partitone dell'amore berlusconiano.

All'amico straniero poi ho letto quello che scrive oggi "Il bolognino", la rubrica di satira nelle pagine bolognesi di "Repubblica".
Vi si riportano le parole di Sandro Bondi sulla situazione al Comune di Bologna: "Il commissario assicura un'amministrazione migliore migliore di quella di un sindaco democraticamente eletto dalla sinistra".
Prosegue "Il Bolognino": "Così parlò Sandro Bondi, democraticamente eletto sindaco (Pci) nel 1989 a Fivizzano (Massa Carrara)".

L'amico straniero ha commentato: Berlusconi ha sempre ragione, i comunisti come Bondi non cambiano mai, restano bolscevichi nell'anima.
E' faticoso spiegare a chi non abita in Italia, che il problema della nostra politica è sempre stato doppio: "Si è sempre quello che si nasce e si diventa quello che si è stati".

Non so cosa voglia dire, ma è una bella formula politica, che in quanto tale non abbisogna di una spiegazione logica, al pari della linea a zig-zag di Pierferdy Casini, "Oggi qui, domani là", come Patty Pravo in quella vecchia canzone. Diamo la colpa agli "avversi numi", e chiudiamola qui.
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16.03.2010
Troll, i rompiweb
Guastatori di Internet, ne parla Fabio Chiusi su L'Espresso

Blog_C_internet


Sono quelli che scrivono insultando nei forum o riempiono i blog di commenti sopra le righe. Si chiamano "troll". In un articolo sull'ultimo numero dell'"Espresso", Fabio Chiusi li presenta.

Il nome deriva da un tipo di pesca mirato, quindi il troll è colui che sul web si prende cura di colpire un determinato soggetto e non un altro.

Significativo un sommario che illumina la pagina del settimanale romano: "Ogni loro azione viene sfruttata da quelli che vogliono soffocare la libertà on line".

Tutto questo, per dire che ogni blogger deve curarsi di loro e non guardare e passare. Almeno per quanto mi riguarda.
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16.03.2010
Modelli da Parigi
Spaventa la prospettiva dell’astensionismo come è accaduto in Francia

Mezzo secolo fa mio padre mi diceva che in Italia si ripete sempre quello che è già avvenuto in Francia.
Non so se la “profezia” possa valere anche per le nostre prossime regionali, partendo dalle regionali transalpine dove è stato registrato un tasso di astensionismo del 53,65%, a danno del presidente Sarkozy. Il cui partito ha preso il 27% contro il 29,5 dei socialisti.

L’astensionismo italiano potrebbe essere di duplice origine e con doppio fine. Da una parte punire chi governa a Roma, dall’altra chi governa “l’opposizione”. Nella cui casa non tutto va bene, come testimonia il caso del Comune di Bologna, che più rumoroso di così non poteva essere, nonostante i silenziatori apposti non ad eventuali responsabilità penali (che non ci interessano in questa sede), ma in relazione al problema politico in sé.
La crisi morale ed economica della città delle due torri, l’antica capitale della via italiana al socialismo, è qualcosa di più di un fatto sgradevole da mandar giù con un digestivo od un antiacido.

E’ il il simbolo di un cambiamento che sta avvenendo anche tra i puri e duri, un cedere agli ammiccamenti, che in periferia sono il punto di partenza dei compromessi registrati in silenzio. In un silenzio molto omertoso. Che piace non soltanto alla sinistra, ma pure alla destra, se è vero che nella mia zona il candidato della destra che urla più di tutti per dire certe cose sacrosante, è stato abbandonato con l’invito agli elettori di non mandarlo a Bologna in consiglio regionale. Invito espresso da chi nel partito che governa a Roma ha la maggiore responsabilità politica in sede locale.
Il "Corriere di Rimini" di oggi riporta nel titolo un virgoletto attribuito a Sergio Pizzolante: "Se vince Renzi muore il Pdl". Gioenzo Renzi è il "parlante" della destra riminese. Pizzolante è deputato di questa XVI legislatura.

Le parole riportate nel titolo confermano una mia vecchia opinione. Renzi è uno che non digerisce certe cose e lo dice chiaramente. Adesso, alla resa dei conti, lo mettono ufficialmente all'angolo.

Spaventa dunque in Italia la prospettiva dell’astensionismo come è accaduto in Francia. Ma c'è anche chi ne teorizza il significato simbolico e politico.
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I post precedenti.
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Anno XII, n. 171, Marzo 2010
Date created: 16.03.2010 - Last Update: 27.03.2010, 18:16/
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