Diario italiano
Il Rimino 169, anno XII
Gennaio 2010

14.01.2010
Minzolini, il dettatore


Tra il fantasma di Craxi e l'ombra di Berlusconi

Bisogna capirlo, Minzolini. Non è soltanto direttore del "TG1", ma si chiama pure Augusto. Se nel nome c'è il destino, allora siamo obbligati a toglierci il cappello.
Se nelle parole che uno dice, occorre invece pescare il retrogusto, il cappello si tiene mestamente in mano, come si faceva una volta quando passavano i funerali.

Minzolini è il direttore del più importante tg del servizio pubblico. In tale veste, si sente incaricato di una missione salvifica, dettare le istruzioni per l'uso della politica.
Eccolo così, la sera del 13 gennaio 2010, a spiegare al popolo pagante il canone, che un certo leader politico condannato per reati seri (con sentenze passate in giudicato), Bettino Craxi, è stato vittima di una congiura politica. E che per questo fatto merita di essere ricordato come un grande della Storia.

Al pari di papa Woityla, secondo Minzolini, Craxi ha contribuito a mettere in crisi l'Urss.
Occorre una certa dose di faccia tosta nell'avvicinare qualsiasi leader politico di qualsiasi Paese sparso nel mondo, ad una figura come quella di Giovanni Paolo II.
Basta un minimo di mancanza di pudore nel credere che un capo del governo italiano così coinvolto in quelle situazioni giudiziarie possa vedersi ripulito il certificato penale grazie all'azione svolta in campo internazionale per far cadere l'Urss.

Minzolini, il dettatore delle istruzioni per l'uso, insomma è costretto a fare tutta questa fatica per spiegare che, se oggi un certo signore (il quale occupa a palazzo Chigi la stessa poltrona che fu della buonanima di Craxi), si trova ad affrontare certi problemi giudiziari, non è colpa del suo libero arbitrio ma di un destino cinico e baro.
Dunque occorrerebbe risalire all'era del garofano per scoprire le cause dell'accanimento della magistratura contro Berlusconi. Per vedere quello che Minzolini ha definito "il vulnus che alterò i rapporti fra politica e magistratura. Un vulnus che per quasi un ventennio ha fatto cadere governi per inchieste che spesso non hanno portato da nessuna parte e che ha lanciato nell'agone politico i magistrati che ne erano stati protagonisti, che già per questo avrebbero dovuto dimostrare di non essere di parte". Fine dell'eccitazione del direttore del "TG1".
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13.01.2010
Miracolo, vede la "crisi"


Il paravento del fallimento

Prima la crisi non c'era. Soltanto un fatto psicologico, diceva il premier. Adesso la crisi c'è. Ma soltanto perché egli deve far retromarcia, rispetto alla rinnovata promessa di ridurre le tasse.

Documento: "L'attuale situazione di crisi impedisce di pensare a una riduzione delle imposte, è assolutamente fuori discussione". Parole pronunciate oggi (Ansa, 14:46).

Dunque, possiamo gridare al miracolo. Ha riacquistato la vista, vede la crisi come tutti quanti la subiscono. Chi dobbiamo ringraziare? Santa Lucia, è il primo nome che ci viene in mente.

La semplificazione del sistema fiscale, ha aggiunto Berlusconi, "sarà un lavoro lungo, duro. Spero che possa essere sufficiente un anno, ma è un lavoro davvero improbo".

Un Berlusconi che parlava così non si era mai sentito. Qualche cosa dev'essere successa. E' l'effetto del trauma subìto con la botta sul volto? Allora auguri che guarisca presto, perché un Berlusconi che non crede più in se stesso, fa ancora più paura: lo immaginiamo in mano ai suo badanti politici che non ci ispirano alcuna fiducia, ahinoi.
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12.01.2010
Bravo ragazzo


Breve dialogo su conosciuti


E' un bravo ragazzo, mi spiega. Lo guardo. Abbiamo appena detto che è stato arrestato con pesanti capi di imputazione, minacce violenza spaccio di droga... E' un bravo ragazzo, precisa, peccato che si consideri un superuomo.

La filosofia spiega sempre tutto.
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12.01.2010
Bugiardoni


Ciarlatani dal bell'aspetto che non hanno uso di mondo

I bugiardini sono le istruzioni dei medicinali. I bugiardoni sono quei tipi che ti vogliono conoscere, con profondo ossequio al debutto, e poco elegante fregatura alla fine.
Li smascheri con perfida eleganza, cuocendoli a fuoco lento. Proclamano inutilmente la loro correttezza. Che esiste solo nella cassa cranica che invano li accompagna nostro malgrado.

Un tizio mi chiede un saggio per la rivista della società di studi della sua valle. Gli invio una proposta, spiegandone tutto il contenuto. Tarda a rispondere. Poi si giustifica. Doveva avvisare il direttore della rivista.

Mi aspetto che il direttore della rivista mi contatti. Probabilmente si considera troppo alto e nobile per abbassarsi verso uno scrivano plebeo. Non mi contatta. Lo fa nuovamente invece il solito tizio con impareggiabile dialettica. Ma con logica poco attenta agli usi di mondo. Il suo saggio, mi dice, dovrà essere vagliato da un nostro redattore. Non lo ordina il medico, ma è prassi.

Il bugiardone pataccaro s'altera se gli si fa presente che queste non sono norme redazionali valide per un invito, semmai per un'offerta da parte di sconosciuto.

Mia nonna Lucia avvertiva i fenomeni sismici, indicandone l'origine sulle carte geografiche. A me succede con i ciarlatani dal bell'aspetto. Sento la loro puzza, anche se non li conosco di persona o se sono lontani.
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12.01.2010
Ad libertatem eius


Il latinorum di Berlusconi. Discorso letterario forse pure politico

La chiamavo, in classe, la notte dell'autostrada, perché nello sceneggiato tv si sentiva sullo sfondo il rombo dei motori. Manzoni la chiama "la notte degl'imbrogli e de' sotterfugi". E' quella del celebre "Addio, monti...", capitolo VIII dei "Promessi Sposi". E' quella in cui padre Cristoforo fa entrare in chiesa Renzo e Lucia. Ed il povero sagrestano fra Fazio sussurra: "ma padre, padre! di notte... in chiesa... con donne... chiudere... la regola... ma padre!".

Ed allora il padre Cristoforo dice a fra Fazio "Omnia munda mundis", dimenticando che il poveretto "non intendeva il latino".

Fra Cristoforo fa un uso furbo della lingua dei romani. Infatti fra Fazio "al sentir quelle parole gravide d'un senso misterioso" si acquieta. Berlusconi spera pure lui che le sue frasi suonino nella stessa corda di autorevole risoluzione dei problemi.

Ma nel romanzo manzoniano c'è un altro latino, di un altro uomo di Chiesa, don Abbondio. Quando al cap. II spiega al povero Renzo i motivi per i quali non può celebrare il suo matrimonio, ed è la lista degli "impedimenti dirimenti". Celebre la risposta di Renzo: "Che vuol ch'io faccia del suo latinorum?".
Quello di don Abbondio è un latino "birbone, fuor di chiesa, che viene addosso a tradimento, nel buono d'un discorso"... (cap. XXXVIII).

Il cavalier Berlusconi confida che gli italiani conoscano il latino per comprendere le sue parole. Ne fa un uso in parte poco furbo, in parte birbone ed in parte comico.

La parte della macchietta non può mancare nelle esibizioni del cavaliere, e mi spiego sul piano letterario: l'uso di una citazione è serio se essa è riproposta anche in un diverso contesto rispetto a quello da cui è tolta.
Se, ad una espressione logica e consacrata (leggi "ad personam"), si sostituisce il paravento che ne vuol celare la fisionomia parlando di leggi "ad libertatem", ecco allora la macchietta alla Totò.
Suvvia, come possiamo credere a chi (governando) imita maldestramente i comici del varietà. Se è il comico di professione a parlare "alla Totò" non c'è trucco e non c'è inganno. Invece qui, sì, c'è: perché a fare il comico è il capo del governo.
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10.01.2010
In ombra


Il caso del Turco non desta clamori

E se provassimo a discutere apertamente della Giustizia, partendo non dai casi suoi (di Berlusconi), ma dalle vicende terribilmente serie come quella capitata ad Ottaviano del Turco?

Accantonando il fumo negli occhi della strada intitolata a Craxi (perseguitato lui, ergo perseguitato Berlusconi, secondo quest'ultimo), ed ascoltando, non so, Alberto La Volpe, che oggi al "CorSera" dice: "Del Turco paga il suo passato socialista".
Lo paga con i Carabinieri che non sospettavano di lui, ma del suo accusatore, e non da latitante.

Allora, tornerebbe il classico problema italico, le due chiese protettrici soltanto dei loro fedeli... Con l'aggiunta che ora le chiese sono tre, con Berlusconi in campo. E chi non mangia con me peste lo colga. Accaduto puntualmente a Del Turco, secondo La Volpe.
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10.01.2010
Malascuola comica


Albanese da Fazio ed i prof universitari negli spot

Il professor Trolley (Antonio Albanese) è la comica rappresentazione (chez Fabio Fazio) della malascuola italiana.
Boccia gli allievi ignoranti, ma pure quelli che rispondono bene alle sue domande perché è lui che non conosce più quelle risposte... Perfetto.
Quando un comico sublima la realtà nella caricatura, tutto si spiega. Il ciarlatano fa la parodia dei ciarlatani. Ma lui fa sorridere. Gli altri guastano il mondo.
Intanto i docenti universitari portano soldi agli Atenei con gli spot: vino, dentifricio, deodorante. Qui vi aspettiamo al varco: alla carta igienica.
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10.01.2010
Assatanati in rete


Riotta accusa di teppismo i blog. E parla di declino del web

Di "assatanati sui blog" parla Jaron Lanier, "guru di internet e dei new media": così oggi Gianni Riotta sul "Sole", che ne rilancia il pensiero in un fondo che ha per occhiello: "Il declino del web". Lo contraddice il suo stesso giornale, a p. 7: sciopero degli immigrati, "l'iniziativa partita dal web".

"Il pioniere Lanier", nel libro di cui Riotta tratta, parla di cose serie: "La massa ha il potere di distorcere la storia, danneggiando le minoranze". Di "teppisti", il mondo è pieno sin dalle origini. Non li hanno inventati i blog.

Riotta è contrario al web. Vecchio discorso. Un anno fa sul "Corrierone", c'era una sua lezione intitolata: "La Rete cancella l'opinione pubblica", "La verità moltiplicata all'infinito con Internet rischia la manipolazione".
Nuovo contesto per il vecchio discorso. Riotta ha assegnato a Tremonti un premio. Da solo. Ma dicendo che il premio era stato dato dalle "grandi firme del Sole 24 Ore". Una verifica del sito Lavoce.info ha rivelato che nessuna "prestigiosa firma" del Sole sapeva niente del premio. Anzi lo stesso sito assegnava a Riotta "il Premio Indipendenza 2009", "per il coraggio mostrato nel premiare" Tremonti, "il più grande azionista dei più grandi soci di Confindustria", proprietaria del "Sole".
Dunque, Riotta, uomo solo al comando, ha chiesto idealmente manforte alla massa dei prestigiosi per far bella figura.

L'anonimato del web può favorire i cretini. Gli spioni legati alla politica però fanno di peggio. Ne ho avuto esperienza. L'incontinenza epistolare, censoria e pedagogica c'è anche tra chi non usa internet. Che è la rete più fragile (vedi il cretinismo che inquina wiki). Le reti più forti del web, fanno di peggio. Perché se gli vai a raccontare di certe mafie culturali ti prendono per scemo.
Dunque, c'è un solo uomo in Italia, Riotta, che ha sempre ragione su tutto? Se Riotta sfoglia il suo giornale, legga la rubrica domenicale di Chiaberge: oggi tratta dell'arte dell'insulto, praticata ampiamente fuori dal web (esempi citati, Vittorio Feltri e Beppe Grillo: personalmente non li metterei sullo stesso piano, per ovvi motivi, Grillo non ha dietro di sé il capo del governo).

Chiaberge scrive che sono "statisticamente diffusi" quei tipi, i "Superego maleducati che si credono in diritto di insultare chi la pensa diversamente e se qualcuno li critica [...] lo fanno bastonare dai loro bravi. In senso metaforico, s'intende". Ci mancherebbe altro, divin Chiaberge.
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09.01.2010
Sparate


Gara a chi la dice più grossa: troppo buoni, troppe tasse, troppi bambini immigrati. Siamo un Paese esagerato?

Bono Taliano. Lo scrivevamo pochi giorni fa. Parola di ministro degli Interni (meglio non farlo vedere agli Esteri...): "Siamo troppo buoni con i clandestini".
Una graziosa giornalista (Marina Valensise, "il Foglio") stamani su RadioRaiTre ha spiegato che prima di cacciare gli immigrati è meglio cacciare la camorra dal Sud.

Ormai è un'idea fissa. C'è chi spara con le armi sui "negri", c'è chi fa sparate retoriche (che preparano psicologicamente gli altri che usano le armi: succede sempre, purtroppo...).

Documentiamoci. Si diventa clandestini anche così: "Se entro sei mesi non riesci ad ottenere il rinnovo del permesso di soggiorno". Dunque, "diventa illegale anche chi illegale non è" (Shukri Said, di "Migrare", "l'Unità" di ieri). Tutto merito della legge Bossi-Fini. Fratelli siamesi separati dopo lunga convivenza politica more uxorio. Adesso il secondo è un campione di democrazia. Intanto gli ultimi della Terra diventano sempre più ultimi. Notizie di queste ore.

Il ministro Maroni è in buona compagnia. Altro giro, altra sparata. Ministra Gelmini: vuol dare un tetto ai senzatetto? NO, un tetto (del 30%) ai bambini stranieri nelle nostre scuole. Potere delle parole. Ridicolo dei fatti. Dramma vero di persone vere. La nostra è una politica finta, una recita: "Taglio le tasse", promette il premier.

A chi? E con i soldi di chi funzioneranno i servizi sociali? Taglierà le tasse a chi guadagna di meno, che così pagherà di più il pane e la pasta, mica la barca, con l'aumento dell'Iva preteso da Tremonti.

Insomma, siamo troppo buoni, abbiamo troppe tasse, ci sono troppi bambini immigrati nelle classi delle scuole. Siamo un Paese esagerato?
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09.01.2010
Stato di Polizia


Una nuova serie di "Canale 5" non distingue lo scherzo dalle cose serie

Una nuova serie di sceneggiati su "Canale 5" mette in ridicolo tre poliziotti incasinati nella vita e nel lavoro.

Tutto ci sta nei programmi televisivi. Ma che una rete privata (oltretutto del capo del governo), nella prima puntata (ieri sera) presenti poi anche un commissario che glissa sopra un occultamento di cadavere (divenuto tale per cause naturali durante un interrogatorio strampalato), è la perfetta immagine di uno Stato che assieme fa ridere e fa piangere perché copre certe magagne. Qui per scherzo, altrove sul serio (vedere le varie faccende sui "Segreti di Stato").

Ma come dicevano le nostre nonne un tempo, non sta bene, chissà che cosa pensano di noi gli stranieri.
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08.01.2010
Follie italiche


"Repubblica" cita Casini: "Non guiderò il centrosinistra" perché è un'armata Brancaleone

Va bene tutto ed il contrario di tutto nella politica italiana di questo inizio del 2010. Ha ragione Jena a scherzare: "Bersani è vivo". Verrebbe da aggiungere : "... e lotta contro i suoi".

Va bene tutto. Sì. Ma mai avremmo immaginato un titolo come quello di "Repubblica" di stamani. In cui Casini appare un replicante di Berlusconi per la sua concezione proprietaria della politica: "... non guiderò il centrosinistra se sarà un'armata Brancaleone".

Conseguenza logica, se le parole che si leggono possono avere un significato accettabile secondo regole condivise...: "Cari ragassi del Pd, miglioratevi e sarò io a portarvi verso il governo...".

C'è follia nella nostra interpretazione? Ma leggiamoci un passo del testo: "La verità è che io sto lavorando a modificare l'assetto della politica italiana perché questo bipolarismo non mi piace".

"Non mi piace". Casini parla come Berlusconi. Anche quando su Vendola dice che "finora è stato sulla Luna". Disarmato Brancaleone, Casini guiderà glorioso le truppe un tempo nemiche verso la vittoria. Resterà solo un problema, come chiamare quelle truppe: "diversamente governative" può bastare? Sarà comunque una di quelle follie italiche che si accatastano come per farci scontare chissà quali colpe ataviche.
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08.01.2010
Stranezze italiche


"Crollano le accuse a Del Turco" (da "La Stampa" di oggi)

Fabio Martini rivela un particolare molto inquietante, nella sua ricostruzione della vicenda di Ottaviano Del Turco, ex governatore dell'Abruzzo, intitolata: "Crollano le accuse a Del Turco" (pag. 15 de "La Stampa" di oggi).

Il particolare è questo: il 16 giugno 2008 un rapporto dei Carabinieri "documenta una serie di truffe" e consiglia la reclusione di un certo signore che ne è ritenuto responsabile. E che non è Del Turco, quello invece arrestato il 14 luglio 2008.

Il portavoce del Pdl Capezzone accusa la "viltà politica, e anche umana, di una sinistra che solo ora osa balbettare qualcosa, ma per lunghi mesi ha taciuto, fingendo di non vedere, di non sentire e di non capire, e di fatto ha alimentato la logica del tritacarne giustizialista".

Su "l'Occidentale", Carlo Pannella intitola la sua pagina sul tema, "Noi l'avevamo detto già due anni fa". Quando era apparso un pezzo (14 luglio 2008), "Del Turco arrestato all'alba e Veltroni è solo 'stupito'".
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I post precedenti.
Diario italiano, indice.


Anno XII, n. 169, Gennaio 2010
Date created: 08.01.2010 - Last Update: 13.01.2010, 17:10/
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