Diario italiano
Il Rimino 166, anno XI
Ottobre 2009

31.10.2009
Rutelli, fuori (tempo) dal Pd


Sfogliando la Margherita dà l'addio a Bersani e gli dice che è un vecchio comunista. Sembra Berlusconi

Lo strappo, intitola oggi il "Corrierone" annunciando che Rutelli lascia il Pd: "Questo non è il mio partito". Un partito che non è mai arrivato, ovvero "mai nato", confessa Rutelli a Marco Cianca.

Inevitabile, verrebbe da commentare. Ma inevitabile non da oggi, bensì dall'altro ieri. Da quando cioè lo stesso Rutelli s'era orientato verso il Pd, non vedendo che per compagni di strada aveva quei personaggi che ora giudica scomodi perché nel loro sangue politico hanno le cellule di Pci, Pds, Ds.

Se n'è accorto soltanto ora. Il Pd è nato dall'incontro di due chiese, quella comunista e quella democristiana. Punto e basta. Adesso siamo al bere od affogare, lo dimostrano i tre milioni di partecipanti alle primarie. Finora Rutelli è stato un vertice del Pd, da oggi gli spara a palle incatenate.

La Margherita non rispunterà, promette Rutelli. Ma lo dice fuori tempo massimo. Il suo addio doveva scattare prima delle primarie. Sarebbe stato meno melodrammatico e più serio.

Rutelli è stato atteso sull'uscio del Pd da Casini che mira a prendere assieme a lui 5 milioni di voti. Ma ad occhio e croce, in linguaggio impolitico, forse mettere d'accordo due partiti moderati risulterà alla fine un'impresa non troppo facile, se non verrà un aiuto esterno, magari da Fini. Per arrivare allo scopo, abbattere il partito del cavaliere.

Fra ex dc sanno comprendersi, ma anche terribilmente mettersi in competizione (il verbo odiarsi è forte ma non fuori luogo). Due partiti, uno di Casini ed uno di Rutelli, a quante correnti sapranno dar vita?

Adesso siamo curiosi di sentire quanti Margheritini che seggono in parlamento si schiereranno con Rutelli. Molti sono di antica fede democristiana lavata in quella retorica del "bene comune" che li portava a decretare il superamento della divisione fra destra e sinistra. Il progetto di questo centro che vorrebbe condizionare tutto e tutti, non dà loro ragione, gli offre solamente una nuova casa dove trovare ristoro. Se c'è un centro, ci debbono essere anche le altre zone politiche che quel centro vuol riassumere o superare.

Sfogliando la Margherita, Rutelli dà l'addio a Bersani e gli dice che è un vecchio comunista. Sembra Berlusconi.
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31.10.2009
Bertoldo fa sapere


Bertoldo fa sapere che anche raccontando cose comiche (in apparenza), si può essere seri. Il Principe lo ha picchiato, lo ha carcerato, Bertoldo è in attesa di giudizio... Per qualche giorno non racconta che cosa avverrà al processo immaginario fra lui ed il Principe.

Le cronache invece narrano di un ragazzo ridotto in fin di vita, poi carcerato, poi morto.

Bertoldo sa essere serio. Non si considera un buffone. Sa che molte persone serie sono dei buffoni, e non si fermano mai. Sino a che arrivano al capolinea dove si trova soltanto il cadavere di un innocente. Massacrato di botte. A cui i medici non hanno guardato la faccia, perché lui la nascondeva sotto il lenzuolo.
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30.10.2009
Basso impero


Adesso tirano in ballo anche Gasparri (in freezer dal 1996...). C'è in corso una manovra ben orchestrata

Il clima è quello che si dice da "basso impero", quale triste se non spaventosa conclusione di un ciclo storico. Il guaio è che noi ci siamo dentro sino al collo, inseguiti dalle notizie di "nera". Dal giovane morto in circostanze misteriose dopo un arresto, sino alla "novella" sul ministro Gasparri che sta in freezer dal 1996, e che è tornata in tavola giornalistica stamani...

Fateci caso, la vicenda Marrazzo è scoppiata alla vigilia delle elezioni primarie del Pd. Venerdì 23 alle 19, il buon Emilio Fede ha fatto un tg nel suo stile, ma più disgustoso di tutti gli altri. E poi non ci vengano a dire che è stato soltanto un caso.

Parliamo invece di una manovra ben orchestrata. Da quanto tempo c'era la faccenda del video di via DeGradoli? Ebbene salta fuori proprio poco prima delle urne della cosiddetta "sinistra" per la scelta del nuovo segretario.

Non crediamo alle coincidenze. Adesso cercano "chiappe d'oro". Allegria, niente di nuovo sotto il sole. Mille anni fa un principe dell'Essex, Umfridus (Humfrey), venne chiamato "aurei testiculi".

Chi ha interesse a creare caos? Non certo il Pd, ma il Principe che vuole l'opposizione a sua immagine e somiglianza. Siamo alla caricatura della democrazia, all'Ettore Petrolini che recitata la gag di Nerone.

Merita rispetto l'augurio, l'auspicio, il desiderio (chiamatelo come volete) espresso anche oggi dal presidente della Repubblica per "riforme con divise". Direbbe Bertoldo che il nostro Principe, legibus solutus, sogna "riforme con divise", per irreggimentarci tutti. Il fatto che Bertoldo sia Bertoldo non esclude che abbia ragione.

Post scriptum al post. Scusate se parlo di politica, ma non sono stato io ad assegnarmi alla sezione politica della "Stampa"...
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29.10.2009
Beertoldoo, impicatelo!!


Picchiato dal Principe, Bertoldo è scambiato per un istigatore contro il tiranno, ed è mandato a processo

Pover Bertoldo: tutto ammaccato, svergognato, vilipeso, col sangue che grondava dal naso, e gli occhi gonfi perché i piedi del Principe sono grandi, enormi, per poter arrivare in ogni dove.

E mentre Bertoldo corre a nascondersi per proteggersi dalla furia dei cani che i servitori del Principe avrebbero potuto lanciare contro di lui per farne ragù da servire alle ancelle convocate per le feste danzanti, ecco un grido in crescendo: «Beertoldoo, impicatelo!".

La soavissima ed augusta voce del Principe, partita sommessa sul nome del povero Bertoldo, a cui dedicava una storpiatura non degna delle proprie auguste corde vocali, aumentava di tono e di rabbia nell'impartire l'ordine. Per cui ne usciva un modesto "impicatelo", quasi fosse stato un pover uomo chiunque a proferir parola.

I cortigiani, frastornati dal perenne inchino a cui li costringe la devozione verso il capo e padrone delle loro fortune, credono che a gridare sia Bertoldo contro il Principe, quasi volesse il maledetto eccitare la plebe ignorante a colpire il tiranno.

Ed allora le guardie rincorrono Bertoldo, lo ammanettano e lo portano dinanzi al Principe che ordina: "Domani sarai giudicato per aver istigato questo Popolo, tanto da me amato, a colpirmi e a farmi cacciare dalla Poltrona su cui lo stesso popolo mi ha fatto salire".

Bertoldo stava chinato perché ormai privo di forza. Impossibilitato a parlare dalle tumefazioni al viso. Il Principe come al solito equivocò: "Apprezzo il tuo inchino, è un pentimento sincero, non ti farò giudicare dai soliti giudici comunisti, ma da quelli soltanto socialisti come me".

(2 - continua)
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28.10.2009
Bertoldo e il Principe


"Pensandola come Voi, viene da ridere ai Vostri veneratissimi Sudditi..."

Bertoldo s'inchinò al principe. Che lo interrogò subito, come da contratto di lavoro.

"Come sono i giudici?"
"Tutti comunisti", rispose Bertoldo.

"Come sono gli spettatori dei programmi tv che criticano il principe?".
"Sono delle persone ignobili, che non amano la Patria, l'Onore ed il Rispetto delle Solenni Regole Democratiche su cui si basa la vita del Principato".

"E com'è questo Principato, savio Bertoldo?"
"Questo Principato, savissimo e soavissimo Principe, è il migliore dei mondi possibili che ci potesse essere assegnato in sorte".

"E tutti, amatissimo Bertoldo, nel mio Principato la pensano come te?".
"Tutti, veneratissimo Principe, la vorrebbero pensare come me, ma non possono, perché in segno di rispetto la pensano come Voi, dono del Cielo solenne alla Terra miserrima. E pensandola come Voi, viene da ridere ai Vostri veneratissimi Sudditi".

"Oh, perché mai i miei sudditi ridono pur pensandola come me?"
"Perché, Voi Eccellentissimo Principe, ormai ripetete le stesse cose da molti lustri. Per cui il Popolo Vostro nella ignoranza che segna ogni popolo ovunque e comunque, sa già prima che parliate che cosa direte, ed allora quando voi fate comizio il popolo irriguardoso (lo dico senza maiuscola, notate Eccellentissmo), quel popolo infingardo e sciocco vi anticipa le battute, come quando si sente una canzonetta ripetuta mille volte".

Fu a quel punto che al Principe scappò un calcio alla faccia di Bertoldo. Il quale ammutolito sorrise, anche se pestato: "Voi onnipotente potete cambiare i miei poveri connotati, ma non la verità delle cose". E corse a nascondersi.
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27.10.2009
Casini-Express


A Rutelli offre il menu in salsa bolognese e con cuochi vaticani

Il vero treno del potere è il Casini-Express. Che però ferma a tutte le stazioni. Niente corse rapide, lentissimo recupero delle anime perse (nelle puntate precedenti) e delle pecorelle smarrite (tre gli infedeli del Pd). È già pronta l'indulgenza plenaria per tutti.

Il papa l'altra settimana ha chiamato a rapporto Gianni Letta. Si è letto (fonte: "l'Unità", Roberto Monteforte) che il pontefice è in allarme per il governo, dopo aver ricevuto "segnali preoccupanti" dalle diplomazie straniere".

All'estero ci guardano male. Oggi su "l'Unità" Umberto De Giovannangeli parla di una ritorsione degli Usa alla politica filo-Putin dell'Italia: "cassata la produzione Finmeccanica degli elicotteri di Barack". (Lo avevamo previsto, modestamente.)

Curioso e stravagante il circuito politico che parte dai governi stranieri, passa attraverso il Vaticano, con un papa che addirittura convoca l'ombra di Berlusconi, appunto Gianni Letta, per arrivare dove? Appunto: il Casini-Express sta arrivando sul primo binario...

Tutto è pronto. Ilvo Diamanti conclude oggi il fondo su "Repubblica" sulle primarie di domenica con una battuta che rassomiglia ad una profezia: quelle elezioni hanno dimostrato che la politica si può fare "anche sul territorio. Anche nella società. Per il Pd un'avvertenza utile. Forse l'ultima".

La somma prudenza di Michele Salvati sul "Corrierone" approda ad un'altra specie di oroscopo, molto positivo per il cavaliere. Per Salvati Berlusconi non è "adatto a manovrare correttamente i delicati meccanismi di una democrazia costituzionale".

Salvati scrive queste parole dopo aver detto di non credere che l'attuale premier sia "un pericolo per la democrazia". Ripeto, lo reputa soltanto non "adatto" a questa democrazia (ovvero quella costituzionale...). Ovvero siamo nell'ambito di quelle sottigliezze teologiche che confondo e non chiariscono. Ad esse preferiamo la concretezza plebea di un'amara conclusione: se non è zuppa è pan bagnato.

L'ottimismo di Salvati appare nella conclusione del pezzo, dove si sostiene che "forse non è avventato pensare che la Seconda Repubblica abbia, se non i giorni, gli anni contati".
Salvati ha saltato la tappa intermedia dei mesi. Speriamo che si tratti di un errore di stampa. Altrimenti, fa tremare l'idea che, prima di veder modificare qualcosa, passino ancora degli "anni".

Poi pure l'idea che noi viviamo nella "Seconda Repubblica" è una di quelle sottigliezze della teologia d'ogni epoca che fanno venire i sudori freddi.

Per convenzione giornalistica si è sempre detto che "Mani pulite" aveva mandato a casa la classe politica della "prima repubblica". Ma poi la seconda non è mai nata. Non c'è stata mai nessuna riforma costituzionale capace di metterla al mondo e battezzarla.

Il capotreno del Casini-Express sarà Francesco Rutelli. Si è stufato dell'antica cicoria passata dai vecchi "compagni" d'avventura. Ha accettato il menu più sostanzioso allestito (per Casini e soci) in salsa bolognese da cuochi addestrati alla mensa pontificia.

Si è spiegato in termini "alti" e "nobili": "Davanti a noi abbiamo un tragitto differente unendo persone diverse tra loro". Ha voluto parlare di strade e non di carrozze. Perché c'è il rischio che la gente intenda carrozzoni.

E intanto (sempre oggi), mentre Marrazzo ha detto "addio" alla politica, l'avvocato Mills si è visto confermare la condanna. Adesso viene il Bello. Senza lodo Alfano. I teologi dimostreranno che Mills si è corrotto da solo?
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26.10.2009
Gioco delle parti


Chi aiuta, "Chi" tace: favori tra Berlusconi e Marrazzo, a danno del Pd

Berlusconi avvisa Marrazzo che "Chi" della Mondadori (leggi, Marina Berlusconi) non pubblicherà foto dal filmato al centro dello scandalo sessuale che vede coinvolto lo stesso Marrazzo.

Il Berlusconi padre di Marina che stampa "Chi", ovviamente non è il Berlusconi che siede a palazzo Chigi. Si tratta di banale omonimia.

Altrimenti sarebbe un tragico gioco della parti. Fatto per dimostrare che, se alla vigilia delle primarie, certa robaccia non è finita sui giornali, lo si deve all'illuminato imprenditore.

Immaginiamo il futuro scenario. Il Berlusconi padre di Marina che stampa "Chi" può spingere subdolamente il Berlusconi che siede a palazzo Chigi a chiedere trattamenti di favore da parte dello stesso Pd, in nome della mancata pubblicazione delle foto scandalose di Marrazzo. Gioco delle parti, direbbe quel Luigi Pirandello a cui abbiamo chiesto in prestito il titolo di una sua opera per il nostro titolo...
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26.10.2009
Indro, il fantasma


Feltri lo ripropone. Per far dimenticare gli attacchi a Berlusconi

Vittorio Feltri appare in uno spot annunciando il regalo ai lettori del suo "Giornale" delle prime pagine di quando era direttore Indro Montanelli.

Non si tratta di una semplice operazione pubblicitaria. Né di un amarcord personale. Nel 1994, alla discesa in campo di Silvio Berlusconi, Montanelli aveva lasciato la direzione del "Giornale". Sostituito proprio da Feltri.

Poi Montanelli aveva fondato "La Voce". Chiusa l'anno dopo. "Per Montanelli si è dissolto un sogno: capita a tutti", fu il commento di Enzo Biagi (p. 423 del suo "Io c'ero" curato da Loris Mazzetti).

Montanelli successivamente non è stato tenero con l'ex padrone Berlusconi.
Lo ha definito (25 marzo 2001) persona affetta da "allergia alla verità", e da "voluttuaria e voluttuosa propensione alla menzogna" che riesce a pronunciare con assoluta "naturalezza".

L'operazione Feltri cerca di recuperare al premier una simpatia postuma del grande giornalista.
Un'operazione commerciale, molto da prestigiatore. Per far dimenticare agli italiani quello che Montanelli aveva scritto contro il padrone de "il Giornale". Un'operazione un po' pesante, nel suo intento.
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25.10.2009
Via DeGradoli


“Una regia dietro chi getta quel fango, dice la Mussolini su Marrazzo. E la difesa dei 4 CC: complotto ordito “dall’alto”

Com’è triste la Storia. Quella via Gradoli consegnata alla memoria di un Paese come luogo di un macello politico (non ancora del tutto chiarito fra presunte sedute spiritiche e rubinetti che “perdevano” volutamente, 1978), torna alla ribalta come ricovero di sedute transessuali per un leader politico della Sinistra.

Il quale può far tutto quello che vuole (ci rattrista il pensiero delle sue due mogli e delle tre figlie), ma non essere così imbecille (nel senso etimologico) da pagare le prestazioni con assegni con nome in bianco, che chissà quale giro hanno fatto e chissà in quali mani sono finite.

Un tipo così non va lasciato nei palazzi della politica e della pubblica amministrazione. Lo si lasci in pace a fare un qualsiasi lavoro, anche “socialmente utile”, ma per la politica non è portato. Forse non lo è mai stato, forse bisognerebbe sapere chi lo ha mandato avanti.
Ma nel momento in cui ci troviamo tra mogli che accusano i mariti capi di governo di frequentare minorenni (all’insaputa di Emilio Fede), e governatori che fanno girare fra i trans assegni senza nome, siamo messi proprio male.

E poi ci sarebbero tanti altri aspetti, come quelli messi in luce da Alessandra Mussolini in un’intervista a “l’Unità”, inquietante sin dal titolo: “Una regia dietro chi getta quel fango”. Verrebbe soltanto da aggiungere: vecchi discorsi, quelli sui “servizietti” segreti… Mentre la difesa dei quattro carabinieri coinvolti parla di un complotto ordito “dall’alto”. (Scrissi una volta qui, che “i servi amano sempre certi servizietti”…)

Altro che via Gradoli. Via DeGradoli. Com’è triste la Storia. Com’è messa male l’Italia. Forse i “servizietti” hanno compiuto una mossa falsa, facendo emergere tutto alla vigilia delle primarie del Pd. Forse speravano che abboccassimo all’amo della corruzione uguale fra destra e sinistra.

Forse otterranno l’effetto contrario, invogliando la gente ad andare a votare. Io ci sono andato stamattina. E spero che siamo sempre più a credere che la vaccinazione contro la stupidità non funziona per questo governo. Le fanciulle sfruttate in certi palazzi facevano parte di un trucco per mirare agli affari. Marazzo è stato imbecille (nel senso etimologico). E pagherà il conto. Si è già autospeso. Auguri di un futuro sereno, lontano dalla politica non per le preferenze sessuali, ma per le paure nella gestione del ricatto.
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I post precedenti.
Diario italiano, indice.


Anno XI, n. 165, Settembre 2009
Date created: 25.10.2009 - Last Update: 31.10.2009, 17:15/
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