il Rimino 2018

Gambalunga, ricordi di casa. Mio padre Valfredo Vice Bibliotecario
L'anniversario della nascita della Biblioteca Civica Gambalunga (1617), mi suggerisce una breve raccolta di amarcord di famiglia legati ad essa.

Mio padre vi arrivò il 10 febbraio 1930 come vincitore di concorso del Comune di Rimini con la funzione di Capo Ufficio ai Servizi Balneari e Contabilità dell'Azienda di Cura. Il suo ufficio si trovava al piano terra del palazzo Gambalunga. Aveva il grado di Capo Sezione del Comune. Nel 1938, egli fu nominato Vice Bibliotecario.
Ricostruiamo i vari momenti "burocratici" che vanno dal 1930 al 1938.
1930: "Il provvedimento fu adottato perché in quel tempo era difficile cosa trovare un elemento sufficientemente versato nella materia, il quale già non fosse in stabile servizio di Comuni [...]. Vinse il concorso il sig. Montanari Valfredo, proveniente da Salsomaggiore, e disimpegnò le funzioni assegnategli presso l'Azienda fino al 1938 [...]". [Lettera del Sindaco di Rimini al Commissario dell'Azienda di Soggiorno, 30 ottobre 1949.]
In altro atto (del 1943) si legge: "Nel 1929 l'Azienda di Soggiorno ravvisò la necessità, per lo sviluppo preso dal movimento turistico e per il dovere di incrementarlo, di assumere un funzionario che avesse buona conoscenza del ramo e come allora persone sufficientemente esperte in tale settore mancavano o erano rare, così pose l'occhio sul sig. Montanari Valfredo, che aveva assolto e assolveva mansioni del genere nei Comuni di Salsomaggiore e Riccione. Il Sig. Montanari, che ricopriva posto d'organico a Riccione, fece presente, -interpellato- che non avrebbe potuto lasciare un posto nel quale aveva acquisito la stabilità per assumerne altro ove tale stabilità non poteva essergli assicurata e ove avrebbe anche perduto i rilasci fatti e i benefici connessi ai fini della futura pensione. È noto infatti che" il Regio Decreto 12 agosto 1927 n. 1615 "esclude il diritto alla stabilità per il personale dipendente dalle Aziende di Soggiorno. Fu così che tra Comune e Azienda intervenne un accordo pel quale il Comune avrebbe disposto la creazione nella pianta organica del Comune del posto di Capo dei servizi di propaganda e pubblicità turistici, con grado e trattamento giuridico ed economico pari a Capo Sezione e con patto che il titolare avrebbe prestato servizio presso l'Azienda e l'Azienda avrebbe rimborsato al Comune la relativa spesa. [...] Ora accadde che l'Amministrazione dell'Azienda, nel 1938, in seguito a divergenze e a circostanze che non è qui luogo di ricordare ritenesse di sostituire il titolare del posto, Sig. Montanari, in possesso della stabilità per essere stato nominato in ruolo nel 1930, e di assumere alle inerenti funzioni altro impiegato, che fu poi il Cav. Uff. Camillo Dupré [...]". [Lettera della Segreteria generale del Comune di Rimini al Prefetto di Forlì, 23 febbraio 1943.]
Nel 1938, secondo la citata Lettera del Sindaco di Rimini al Commissario dell'Azienda di Soggiorno, del 30 ottobre 1949, "il Podestà del tempo, per motivi particolari indipendenti dal funzionario, volle distaccarlo dall'Azienda, che restò affidata ad altro dirigente che si volle allora favorire". Podestà e Presidente dell'Azienda era il conte Guido Mattioli Belmonte, fascista del 1920, che nel 1939 sarà nominato Presidente dell'Ente Nazionale Incremento Industrie Turistiche.
Il Podestà con Delibera del 30 aprile 1938 destina Montanari "in servizio permanente" alla Divisione Servizi Culturali del Comune. L'Azienda, "con deliberazione 12 maggio 1938 [...] assumeva di conservare permanentemente a proprio carico la spesa inerente al trattamento economico spettante" a Montanari, "nella considerazione che la di lui opera nel diverso ufficio verrebbe esplicata in servizio avente un diretto interesse turistico". [Delibera podestarile, 6 dicembre 1938.]
Con lettera del 13 maggio 1938, Montanari viene nominato Vice Bibliotecario Capo Sezione presso tale Divisione (Biblioteca, Pinacoteca, Museo), con effetto dal 15 maggio.
In data 6 dicembre 1938, il Podestà sopprime il posto di Capo Sezione all'Ufficio Propaganda dell'Azienda di Soggiorno, e crea quello di Capo Sezione alla Divisione Servizi culturali, con la qualifica di Vice Conservatore delle raccolte d'arte del Comune, ["e con funzioni anche di carattere turistico", si legge nella Delibera del 16 ottobre 1939]. Il posto viene assegnato a Montanari.
Nella stessa Delibera del 16 ottobre 1939 troviamo scritto: "Poiché successivamente, il Capo Sezione Montanari richiese di essere adibito a mansioni più attinenti ai servizi turistici, così provvedevasi: a) con deliberazione podestarile 16/X/1939 [...] a sopprimere il posto di Capo Sezione nella Divisione Servizi culturali e a crearne altro colla qualifica di "Sezione turistica" presso la Segreteria Generale del Comune; b) deliberazione podestarile di pari data [...] colla quale destinavasi al nuovo posto il Sig. Montanari." [Lettera citata, 23 febbraio 1943.]
La spiegazione dei fatti, presente nella Lettera, è diversa da quella contenuta nella citata Delibera del 16 ottobre 1939, dove si legge che era nel frattempo "rientrato [...] in servizio il funzionario capo ufficio che coadiuva il Direttore degli Istituti culturali, dopo oltre 30 mesi di assenza per volontariato nella guerra di Spagna". Tale guerra si era conclusa il 28 marzo 1939.
La nomina di Montanari a Capo dell'Ufficio Turistico del Comune è del 20 giugno 1939, con effetto dal 1° luglio. La Delibera podestarile relativa è invece del 16 ottobre 1939. Tra le numerose funzioni previste per tale incarico, alla lettera "L" si prevede pure il "servizio sfollamento in caso di guerra". La Delibera ha effetto dal 1° ottobre 1939.
"Scoppiata la guerra e date le vaste proporzioni assunte dai servizi militari, tenuto conto anche della flessione delle attività turistiche, [il Podestà] comandava il sig. Montanari a dirigere la Sezione Leva e Servizi militari, restando inquadrato organicamente nella Sezione "Servizi Turistici": provvedimento giustificato dalla situazione contingente e dalla maggiore importanza del nuovo ramo rispetto a quello turistico, che, in verità, fino dalla costituzione della Sezione turistica, comportava lavoro da non utilizzare a pieno l'attività del funzionario". [Lettera citata della Segreteria generale del Comune di Rimini al Prefetto di Forlì, 23 febbraio 1943.]
La nomina a Capo Sezione della Divisione Demografica come Capo degli Uffici Leva e Servizi Militari e Stato Civile, è del 1° aprile 1940.
Nel "periodo immediatamente successivo alla liberazione", si legge in una Delibera comunale del 5 agosto 1948, Montanari è Capo Divisione Reggente della Divisione Demografica, in sostituzione del titolare allontanato per procedimento di epurazione.
La Giunta comunale il 6 giugno 1946, essendo Sindaco il dott. Arturo Clari, esprime all'assessore Gomberto Bordoni "il proprio plauso", estendendolo "ai funzionari che hanno dato opera diligente, intelligente, attiva durante il lavoro preparatorio e nel periodo delle elezioni". Tra questi funzionari, viene citato il "Capo divisione reggente sig. Montanari Valfredo".
Una Delibera d'urgenza del 25 gennaio 1950 ordina che dal 1° febbraio Montanari venga restituito alle "normali funzioni di Capo dell'Ufficio Propaganda e Pubblicità" dell'Azienda di Soggiorno.
Il Comitato di amministrazione dell'Azienda, il 31 gennaio 1956, nomina direttore dell'Ente Adolfo Zonghi, "dipendente dal Ministero degli Esteri con compiti altresì presso il Governo Libico ai fini della propaganda turistica della Libia" [Delibera Azienda]. Il posto non è previsto dall'organico dell'Ente. Inoltre, scrive Montanari [Atti personali], Zonghi è sprovvisto del titolo di studio richiesto per il grado VI, corrispondente alla funzione di Direttore, e "non risponde a verità [...] che [...] lo stesso Zonghi sia dipendente dal Ministero degli Esteri". È stato imposto da Pietro Romani, Commissario per il Turismo (esistente allora presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri). L'on. Romani era cognato dell'on. Alcide De Gasperi. Presidente dell'Azienda è l'ing. Nicola Palloni, figlio dell'ex podestà Pietro.
Nel 1956 Montanari viene a sapere dal Comandante del Nucleo di Polizia Tributaria della Guardia di Finanza che a carico di Montanari medesimo erano state ordinate alla Finanza ben tre indagini fiscali. Lo scopo era quello, evidentemente, di togliersi dai piedi il funzionario. A carico del quale mai nulla risultò.
Contro la gestione dell'Azienda, presieduta dall'ing. Giuseppe Gemmani, si scaglia Nicola Pagliarani sul foglio del pci riminese "Nuova Voce" (7 maggio 1959): "Un Consiglio che amministra alla buona, in famiglia [...]. Questa gente ha tenuto fin qui l'Azienda come un proprio feudo, di cui investire ora questo ora quello sconosciuto".
Vittima di questa politica feudale è Montanari, cacciato dall'Azienda nel giugno 1959, senza neanche poter ritirare le proprie carte e medicine conservate nell'armadietto dell'ufficio posto nella palazzina Milano. L'Azienda (dc) dispone. Il Sindaco (pci) obbedisce. È quello stesso Sindaco Ceccaroni che nella Lettera del 30 ottobre 1949, diretta al Commissario dell'Azienda, aveva scritto: "Io penso che l'attività di un funzionario provetto e lavoratore come il Montanari possa dare vantaggiosi frutti all'Azienda".
Il 26 maggio 1959 il Segretario Generale del Comune scrive a Montanari: "La prego favorire nel mio Ufficio il giorno 29 c. m. ore 11, per comunicazioni che la riguardano".
In quel colloquio, il Segretario comunale dice a Montanari "di avere ricevuto l'incarico di comunicargli che l'Azienda non ha più bisogno della sua opera", e che pertanto è stato disposto il suo rientro in Comune, dove peraltro non è disponibile alcun posto per un Capo Sezione qual è Montanari. Il Segretario del Comune aggiunge essere inutile ogni azione di tutela da parte di Montanari, in quanto "la Prefettura è già d'accordo" [Atti personali].
Viene allontanato l'unico funzionario di ruolo dell'Azienda, per lasciare spazio ai protetti di partito.
Il 10 giugno 1959 l'Azienda di Soggiorno dispone la cessazione dal servizio di Montanari che "a far luogo" [sic, anziché "a fare tempo"] dal 16 giugno deve assumere le funzioni di Capo Ufficio allo Stato Civile.
L'Amministrazione dell'Azienda, scrive a Montanari, "si sente in dovere di riconoscere alla S. V. Ill.ma la preziosa collaborazione prestata, dandole atto della capacità e competenza con la quale ha sempre adempiuto alle funzioni affidatele, riconoscendo, altresì, la passione e la dedizione che ha sempre voluto dimostrare nell'espletamento dei vari incarichi". Infine l'Amministrazione, scrive l'Azienda, "ha sempre saputo riconoscere ed apprezzare la capacità ed intelligenza del proprio funzionario".
Dal 15 febbraio 1960, Montanari viene trasferito presso la Divisione Servizi Culturali con mansioni di Capo Sezione-Aiuto Direttore-Ordinatore [Lettera del Sindaco, 13 febbraio 1960].

Con Delibera del 23 maggio 1960 n. 954, Montanari (su sua richiesta), viene collocato a riposo a partire dal 1° giugno.
Il 21 aprile 1962 l'Azienda di Soggiorno di Riccione consegna a Montanari una medaglia a ricordo dell'attività di "Amministratore dell'Azienda" stessa, "offerta a quanti si rendono benemeriti della nostra Stazione turistica".

La Giunta comunale destina il 15 giugno il 'nuovo' impiegato Montanari allo Stato Civile, con funzioni di Capo Ufficio.

Questo testo è ricavato dal volume: Antonio Montanari, Marina Centro. "Il turismo riminese (1930-1959) e mio padre Valfredo Montanari", Rimini 1994.

Un'aggiunta relativa al 2015, Storie e memorie cancellate. [L'argomento si trova anche nel cit. volume Marina Centro].

Lettera sul "Corriere Romagna" del 9 febbraio 2015.
Occorre "coltivare la storia e la memoria", come dice il titolo di un recente convegno riminese.
La Storia collettiva è anche la somma delle memorie individuali. Nato nel 1942, non ho mai dimenticato che, finita la guerra, mio padre doveva essere "epurato" per il solo fatto di aver vinto nel 1930, in epoca fascista, un concorso del Comune di Rimini per un posto di dirigente.
Lui chiese: "Che cosa darò da mangiare a mia moglie e a mio figlio?". Gli fu risposto: "L'erba nei fossi".
È una frase che non ho mai dimenticato, soprattutto quando personaggi importanti mi raccontavano negli anni '90 per i miei articoli di giornale, drammatici risvolti messi a tacere "ufficialmente", con protagonisti violenti fatti apparire lontani da ogni loro vera colpa. Ancor oggi non se ne parla. Quindi, quale storia e quale memoria stiamo coltivando?



Antonio Montanari



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