Spallata no, ceffone sì
29 Maggio 2007


Il presidente del Consiglio non si meraviglia del risultato elettorale. Con una calma olimpica ha detto: «Era un risultato assolutamente atteso». Ha ripetuto che il suo programma riguarda cinque anni. Il primo è servito ad aggiustare le cose. Per cui la gente è rimasta scontenta.
Il ragionamento non fa una grinza. Però caro Prodi, consideri che dalle primarie in avanti lei ha perso consenso, e non certo per colpa sua personale e del suo "piano quinquennale" né per meriti particolari dell'opposizione. Che non le avrà dato una spallata come il Cavaliere sperava, ma un ceffone sì.
Sono convinto che iniziative come il Giorno della Famiglia siano state un bel servizio per l'opposizione, così come i Comitati civici di Gedda per la Dc del dopoguerra.
Anche lei vuole fare «l'antipolitico», ho letto sulla Stampa di stamane nel pezzo di Fabio Martini.
È una reazione stizzita. Più adatta ad un D'Alema che nella scuola di partito era stato abituato a considerare deviazionismo ogni critica alla decisioni della segreteria.
No, caro Prodi, l'Italia ha bisogno di nervi saldi perché abbiamo già troppe esperienze di discorsi a vanvera, come quello di Berlusconi che vuole far costruire dallo Stato case da concedere gratis alla gente. Magari ai ricchi evasori fiscali mascherati da poveri: succede, succede.
Il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, da Avellino, ha suggerito rigore ed impegno da parte di tutti per rispondere alla crisi della politica italiana. Un discorso calmo, un invito alla responsabilità. La denuncia della crisi, ha detto, non deve essere fine a se stessa.
Caro presidente, lo ripeta tutti i giorni a tutti i politici che incontra: l'Italia ha bisogno di vedere realizzata una democrazia sostanziale che aiuti i giovani, non derida i vecchi, premi i meriti, non coltivi soltanto la malapianta delle raccomandazioni. Un Paese che (lo ha detto Prodi a Firenze) ponga dei limiti al lavoro precario che «distrugge una generazione».
Un Paese in cui vien da ridere pensando al fatto che sino ad ieri l'anti-Stato veniva collocato nel Sud, ed adesso è stato trasferito al Nord. È nata la questione settentrionale, ma non è stata risolta quella meridionale.
Coraggio signori. Vogliamo un Paese in cui i commenti freschi alle elezioni si ascoltino anche sulle reti della Rai. Ieri sera prima di cena c'è stato soltanto il fido Fede, e dopo è andata in onda una tavola rotonda sulla Sette.
Libertà è anche informazione, non soltanto per il canone versato.

Antonio Montanari


2591/07/02/2018