Non è antipolitica
31 Maggio 2007


Comincio a preoccuparmi di quello che penso. Sino a stamattina credevo di aver sufficiente senso civico nel considerare le critiche al governo un fatto normale per un Paese democratico.
Dopo aver letto a pagina 8 della Stampa di oggi l'intervista di Antonella Rampino alla prof. Flavia Franzoni, moglie di Romano Prodi, ho iniziato a dubitare di me.
Premetto che ho sempre avuto una grande stima della signora Franzoni al punto di pensare talora che lei sarebbe stata più abile del marito a reggere in questi momenti burrascosi il timone del governo.
La doccia fredda mi è venuta da quel passo dell'intervista in cui la prof. si dichiara «molto preoccupata dall'ondata di antipolitica» diffusa nel Paese. Ondata che si manifesta come «sfiducia nelle istituzioni».
La politica, ha detto la signora deve essere «senso civico». Sono d'accordo. Ma «senso civico» non significa obbedienza cieca ed assoluta alle decisioni che un governo può prendere anche in contrasto con le premesse programmatiche da cui è partito sia nella campagna elettorale sia nella presentazione alle Camere per ottenerne la fiducia.
La signora Franzoni si dichiara alla fine favorevole ai Dico, nella sostanza delle cose («Sono favorevole al riconoscimento dei diritti delle persone. E questo sono, in fondo, i Dico»).
Ma se altri componenti della maggioranza di governo i Dico non li vogliono più, allora chi (tra gli elettori) critica questa nuova situazione viene immediatamente sistemato nella categoria dell'antipolitica? E viene catalogato come privo di «senso civico»?
In questi giorni si è diffusa una specie di parola d'ordine, considerare antipolitico tutto ciò che non quadra con il pensiero ufficiale del governo.
Mi sembra troppo facile e troppo comodo. Oltre che troppo antico. Pare di ritornare al vecchio idealismo ottocentesco, poi adottato nel corso del Novecento per giustificare tutte le decisioni prese dallo Stato.
La politica è confronto. Prodi si è incontrato persino con Bossi che, lui sì, ha voluto sin dall'inizio rappresentare l'«antipolitica» al grido di «Roma ladrona».
Non abbiamo nulla da spartire con la Lega se, ad esempio, sollecitiamo lo Stato ad essere laico. Non manchiamo né di realismo né di senso civico. Esercitiamo un diritto tutelato dalla Costituzione.
Questo pensavo sino a stamani. Poi la prof. Franzoni in Prodi mi ha messo un dito nell'occhio ed una pulce nell'orecchio. Forse mi sto sbagliando.
Ma se sbaglio soltanto per il fatto che da semplice cittadino mi permetto di criticare un sistema politico che non sa trovare i rimedi democratici per risolvere i problemi gravi che ci affliggono, allora credo di essere in buona ed illustre compagnia. Forse si sbaglia (con grande buona fede) anche chi accusa i critici di non avere senso civico e di fare antipolitica.

Antonio Montanari


2592/07.02.2018