Voglio una donna (a palazzo Chigi)

Nel discorso con cui Segolene Royal (Le Monde di stasera) ha commentato la sua vittoria alle primarie «domestiche» (cioè del partito a cui appartiene e non della coalizione come per Prodi da noi), c'è un passaggio centrale che può interessare anche gli italiani: "la pauvreté et la précarité" non sono una "fatalité".
Richiamando quanti ne soffrono, ha citato tra gli altri "les salariés poussés vers la sortie" e "les familles qui n'arrivent pas" a fine mese.
Concetti chiari, parole semplici. Faccio il confronto con le formule italiche. E mi chiedo: che cosa ci manca in Italia? Forse una donna come Segolene Royal.
Per l'elezione presidenziale, avevo proposto Barbara Spinelli con questo spirito. Ora estendo la proposta anche per il governo.
Caro Romano Prodi chi potrebbe prendere il tuo posto? Voglio una donna a palazzo Chigi.
17/11/2006

Perché vedrei ben volentieri una donna a palazzo Chigi:
1. La popolazione è composta di maschi e femmine, e finora soltanto i maschi in grandissima percentuale hanno gestito la vita politica.
2. Sarebbe ora che, senza quote rosa e senza recinti protetti, l'elemento femminile fosse accolto in proporzione non dico alla popolazione (dove le donne sono la maggioranza), ma in parte eguale rispetto a quello maschile.
3. I politici italiani non hanno grande stima dell'elemento femminile (vedi i discorsi berlusconiani di recente memoria).
4. I politici italiani maschi sono vecchi e stanchi. Occorre rigenerare la nostra vita pubblica. Cambiare molte cose. Una di queste cose da mutare riguarda appunto la presenza femminile, da incrementare, valorizzare sino al punto di riconoscerle pari dignità anche nell'esercizio delle «supreme cariche».
5. Ecco perché avevo proposto Barbara Spinelli per il Quirinale.
I ql post pubblicato qui sopra il 30 aprile 2006 l'avevo inviato anche alla Stampa/lettere dei lettori: non è stato pubblicato...
6. Perché la Spinelli. Avevo scritto che lei offriva «al Paese la garanzia di una trasparente indipendenza, di una solida autonomia di giudizio, di una correttezza di analisi che sono fondamentali in un momento confuso come quello che stiamo attraversando».
Mi ritrovo anche oggi in quelle parole. Aggiungo: la Spinelli era una garanzia anche per la laicità del nostro Stato.
Post scriptum. Circa la mancata pubblicazione della lettera pro-B. Spinelli sul giornale di carta, riprendo dalla Stampa di stamani un passo di Tito Boeri: «Un altro effetto di Internet è stato quello di aver moltiplicato il potere delle idee. Chi ne ha, può diffonderle a costi molto bassi ad un'elite sempre più numerosa, senza dover necessariamente passare dai giornali».
18/11/2006

Antonio Montanari


2502/23.10.2017