Certi amici

Come quarant’anni fa dicevano in Cina, lunga vita al presidente. Nonostante le pessimistiche previsioni di Eugenio Scalfari. Secondo cui il nuovo governo non ha mano ferma, non ha un pensiero illuminato, il quadro è desolante, il consenso popolare in calo. Ma Prodi è un uomo fortunato, e Scalfari questo non lo vuole ammettere. A Santa Margherita Ligure al convegno dei giovani imprenditori l’incontro fra D’Alema e Fini ha fotografato lo scenario prossimo futuro. Non è un oroscopo, ma il calendario delle scadenze. Come per i surgelati. Fra due anni Montezemolo lascia Confindustria. Intanto Berlusconi si scalda in panchina. Entrerà al suo posto. Fini potrà guidare così la coalizione di Centro-destra pensando alle elezioni del 2011, alle quali arrivare come candidato per palazzo Chigi. Nel frattempo i cinque anni di legislatura avranno reso Prodi contento e cotto al punto da lasciar mano libera a D’Alema. Che finora per il bene della coalizione si è sacrificato rinunciando a presidenza del Senato e della Repubblica. Ma che alla fine non andrà in esilio in un’isola deserta del Pacifico indossando un serafico saio.
A Santa Margherita (nel senso di località ligure), Fini ha confidato: «Ho 54 anni. Sembra che a 50 in politica non si sia ancora maturi per assumere delle responsabilità». I giovani (ha aggiunto, sottintendendo i «non decrepiti») sono esclusi dal potere. A 59 anni nel 2011 spera di esser considerato pronto per la scalata alla presidenza del Consiglio. Allora, come si vede, il duello non sarà più tra Prodi e Berlusconi ma tra D’Alema e Fini, tenuti ora a frollare in una sotterranea alleanza fra il Professore ed il capo di Alleanza Nazionale che mirano soltanto a liberarsi del Cavaliere. Il quale, intervenendo sabato 10 allo spettacolo della scuola di ballo della sorella Maria Antonietta, ha confidato di essere stanco perché la vita dell’oppositore è troppo dura.
Scalfari ha elencato le risse di bottega del governo Prodi: spinte centrifughe, gara alla visibilità, corsa agli incarichi. Ma succede anche altrove. La Grande Coalizione tedesca è piena di contraddizioni, cala nei sondaggi (come Prodi pensa a nuove tasse). Non ha però l’on. Sergio De Gregorio (lista Di Pietro) eletto contro gli accordi alla presidenza della commissione Difesa per evitare che vi andasse una signora pacifista di 82 anni, Lidia Menapace. De Gregorio ammette: ho amici nei servizi segreti, se è reato me lo dicano. Anzi, certi amici aiutano. [964]

Antonio Montanari


1194/11.06.2006