Speculazione edilizia a Rimini (Lettera al Corriere di Romagna, 04.12.2005)

Caro Corriere,
dall'intervista al vice-sindaco cittadino, da te pubblicata in data odierna, non ho ben compreso (ovviamente per mia colpa), se le case di Rimini sono care perché sono brutte, o sono brutte perché sono care.
Se poi aggiungessimo la variante (urbanistica) della quantità, potremmo anche domandarci se sono brutte perché sono tante.
Nel qual caso però correrebbe l'obbligo agli amministratori di spiegarci perché essendo tante non costino di meno, ferme restando le classiche leggi di mercato.
Per cui dovremmo introdurre un discorso antipatico (e quindi inaccettabile): se sono tante e tanto care, non sarà che c'è una speculazione edilizia galoppante e fuorviante?
Secondo le statistiche nazionali Rimini figura al vertice, terzo posto credo, per il costo degli affitti.
Dunque è breve il passo dagli affitti agli afflitti che debbono pagare gli affitti.
Ma tutto ciò è contro l'assunto ottimisticamente berlusconiano del vice-sindaco cittadino per il quale in un mondo di ricchi (Rimini), non si trova miglior investimento dell'acquisto delle case.
Il cittadino Antonio Montanari

Il mattone non è più selvaggio, 7 dicembre 2005
Il Collegio dei costruttori ha smentito il vice-sindaco: la casa è un bisogno, non un lusso od un investimento. Non c'è speculazione, insomma.
Il vice-sindaco dopo la inversione elettorale impostagli dal partito, proclama: è terminato lo sviluppo quantitativo del territorio.
Ha compreso che la cementificazione selvaggia gli sarebbe costata la poltrona.
L'assessore provinciale ai trasporti dice: prima le strade e poi gli iper.
Lo sosteneva anche un assessore ai lavori pubblici di Rimini. Ma ha perso la poltrona.
I Costruttori oltre alle strade chiedono i parcheggi.
Il Comune li promette da 40 (quaranta) anni.
Ed in margine: non c'è speculazione sull'edilizia, va bene.
Ma riciclaggio di denaro sporco? Mai sentita l'antimafia parlare di queste cose?

8 dicembre 2005
Autorevole conferma al mio post di ieri (7 dicembre 2005), circa le infiltrazioni mafiose a Rimini, è venuta (come si legge nei quotidiani odierni) dal procuratore nazionale antimafia Piero Grasso: anche per Rimini, ha detto, vale il principio che il denaro si accumula al Sud e si investe al Nord.
Niente di specifico, ma l'evidente accenno al problema non è una divagazione, bensì un richiamo che la sede di una lezione universitaria non permetteva di impostare diversamente.


Riministoria-il Rimino/Antonio Montanari Nozzoli/8.12.2005//Rev. grafica 11.09.2017