Fotografie e segreti di una famiglia nobile
Gli «Album Battaglini» raccontati da Oriana Maroni


Oriana Maroni appartiene alla ristrettissima schiera di studiosi riminesi di Storia in grado di scrivere con una cognizione di causa ed una consapevolezza critica che derivano dalla conoscenza di questioni di metodo, interpretazione e composizione, a cui s’accompagna una felicità stilistica espressa con chiarezza di discorso. Tra i suoi lavori, ci sono scritti sulle «Biblioteche popolari in Romagna fra 1800 e 1900», «Pasquini da Rimini: la biblioteca di un italiano di provincia», «Davide Minghini fotografo in Rimini», «Amori miei: le avventure galanti di un sovversivo, Achille Serpieri» ed una breve «Storia di Rimini» per le scuole.
Nell’ultimo numero (73/2005) la rivista «Romagna arte e storia» pubblica un suo saggio sull’archivio fotografico della famiglia riminese Battaglini, intitolato «Oltre la posa. Storie di madri, di padri e di figli». L’ultimo erede, Neri Battaglini nel 1979 vende alla nostra biblioteca Alessandro Gambalunga due album, non solo incamerando «una piccola risorsa per le sue esauste finanze» (mezzo milione di lire) ma soprattutto accreditando «il suo diario fotografico quale storia ufficiale degli ultimi membri di una famiglia che con lui si sarebbe estinta». Il primo album raccoglie immagini di sua madre, Adriana Costa Righini dal 1899 al 1917. Nel secondo, Neri «scrive un’autobiografia che lascia numerose pagine bianche, come a dire di una vita che era stata e non avrebbe più potuto essere».

La contessa Adriana
Il 6 aprile 1896 il conte Filippo, 40 anni, sposa la diciannovenne Adriana, di origine toscana come la suocera e già parente con i Battaglini tramite il marito di Luisa sorella di Filippo. Adriana appare nella sua giovanile bellezza «maliziosamente pudica». Filippo ha il fisico pesante e l’incipiente calvizie.
Neri contrappone due fogli dell’album, il verso della copertina ed il primo foglio, con un gioco d’immagini: le nozze, i genitori in pose singole, lui stesso in braccio alla balia ed alla mamma. Siamo nel 1910. E poi, inaspettatamente, fra Adriana ed il fanciullino c’è un «giovane uomo» che «rivela una grande somiglianza con Neri»: «le fotografie permettono di mettere insieme relazioni intricate, rapporti che furono anche di dolore, lasciando le nubi all’orizzonte». La  storia è completa: tra madre (33 anni) e padre ufficiale (54 anni) s’insinua Ippolito Salvoni, il padre naturale, che «rivela una grande rassomiglianza con Neri», e che ha soltanto 23 anni ovvero dieci in meno della contessa Adriana.

Il sogno americano
Ippolito appare a chiusura del primo album. Nel 1913 parte per l’Argentina alla ricerca del padre che lo aveva lasciato in consegna al fratello per emigrare quando lui aveva soltanto tre anni, la stessa età di Neri in quel momento.
Nel 1935 Neri va negli Usa. Cinque anni prima ha sposato a San Marino l’americana Elain Huston Pilson, figlia diciassettenne della moglie americana di Ippolito Salvoni, Majorie Gilbert Savin, impalmata nel 1929 dopo la morte della madre di Neri (il conte Filippo Battaglini scomparirà nel 1936).

La morte della figlia
Neri da Elain ha una figlia, Franca che morirà a 33 anni nel 1963 per un colpo di pistola: «L’arma è del marito, ma il caso è archiviato per assenza di prove». («Nata da un padre che era esule nel mondo, era stata cresciuta a Firenze da Ippolito e Majorie», annota Oriana Maroni.)
La guerra porta via a Neri «gli ultimi retaggi delle distinzioni di rango», lasciandogli «anni vuoti di certezze, la pena acuta di sentirsi senza futuro». Dal 1950 al 1954 tenta l’avventura cinematografica assieme a Graziella Righi che sposa successivamente. Poi nel 1956 per tre anni si trasferisce in Norvegia.
Con il trascorrere del tempo, Neri si affida «al potere rasserenante della memoria», conclude Oriana Maroni, «per scongiurare il dolore di anni che si erano svuotati di illusioni, negate da una realtà in cui era divenuto quell’uomo comune che non riusciva ad essere». Scomparve nel 1982 a Firenze. Dove attualmente risiedono gli eredi di sua sorella Stefania, colà trasferitasi nel 1930 dopo il matrimonio con il marchese Alberto Scarampi di Prunej Levice.

Antonio Montanari


Riministoria-il Rimino/Antonio Montanari Nozzoli/10.08.2005/[Pagina 2444, 09.09.2017]/