Curriculum

Dicesi pollo, secondo lo Zingarelli, l’individuo «inesperto e credulone, che si può ingannare e raggirare molto facilmente». Sono tempi in cui il pollo reale, non quello metaforico, desta paura per l’influenza aviaria che si teme possa diffondersi e fare il bis della spagnola («Ci difendevamo con l’aglio», raccontava mia madre, allora ragazzina). Non so se debba fare più paura il pennuto presunto ammalato o l’uomo fintamente sano di mente con tutta la sua arroganza. Gli scienziati dubitano sugli antivirali, «fanno bene soltanto a chi li produce», ma ormai la gente sembra in preda al panico. Di certo non esistono antidoti per l’arroganza.
Personalmente temo più l’uomo fintamente sano di mente. Ne ho buoni motivi. Un amico mi chiede di poter riprodurre una mia pagina in un suo libro, e mi accenna che esso è pubblicato grazie ad uno sponsor. Al che ovviamente chiedo chi sia. Risposta: «lui» mi ha detto che devo dirgli il nome di chi cerca notizie al riguardo, e se l’interrogante è persona simpatica e gradita al medesimo, allora potrò essere autorizzato a rivelarne il nome. Mia replica, molto sintetica: puoi dire al tuo sponsor che il suo modo di pensare e di agire è semplicemente mafioso. Forse il mio interlocutore crede appunto che il sottoscritto sia un «pollo», come ritiene pure un Tizio che lascerò in un alone di indefinita identità per motivi seri, e che tempo fa mi ringraziò per notizie storiche che gli avevo fornito per un suo testo, offrendomi le sue competenze se ne avessi avuto bisogno. Toccando esse un settore molto delicato dell’agire sociale, feci un pensiero scaramantico augurandomi che il bisogno non si verificasse mai. Venuto il momento in cui quel pensiero scaramantico si rivelò del tutto inutile, per un’azione altrui (plagio letterario) di cui ho compreso i contorni locali ed i collegamenti esterni, feci affidamento sul Tizio che poi si comportò e si comporta in maniera del tutto diversa da quella che aveva promessa, per cui da «pollo» come pure lui mi considera debbo affrontare sia l’azione altrui contro di me, sia la mancata sua solidale partecipazione al mio problema nella difesa dallo scippo subìto.
Ecco perché credo che sia ben più pericoloso l’uomo fintamente sano di mente, rispetto al pennuto presunto ammalato. Come «pollo» ho un curriculum di tutto rispetto. Ma nel mio piccolo ho azzeccato il nome dello sponsor. E nell’altro caso, «lui» non sa che io so quello che non mi dice. [934]

Antonio Montanari


1118/Riministoria-il Rimino/Antonio Montanari Nozzoli/24.10.2005