Uber balle

Facciamo scuola al mondo. Una volta ci accontentavamo: auto, alta moda, maccheroni e mozzarella. Adesso abbiamo più pretese. Esportiamo altri modelli. In Germania spedivamo gli emigrati ai quali non riuscivamo a dare qui lavoro e pane (oppure pane e lavoro: secondo i punti di vista, se cioè vien prima il diritto alla sopravvivenza con il famigerato Stato sociale, o se prevale la regola liberistica che se non c’è nulla da mangiare puoi serenamente crepare). Quelli erano i tempi che il Cavaliere a ripetizione (dev’essere un tic intellettuale) definisce dell’Italietta. Povero De Gasperi, si rivolterà nella tomba proprio per colpa di chi si proclama abusivamente suo erede. Finita la guerra andò alla conferenza di Parigi: «Tutto tranne la vostra personale cortesia è contro di me». Non fu ruffiano, niente pacche sulle spalle, ma semplicemente realista come dovrebbe essere ogni politico in possesso delle proprie facoltà.

Oggi è diverso. Siamo arroganti, ci crediamo i reggitori dell’Universo (che molti confondono con la vecchia enciclopedia dei Fratelli Fabbri), esportiamo il peggio di noi stessi. Germania al voto: «Ingovernabile» secondo «La Stampa» che ricorda la formula dei «tedeschi italianizzati» usata nel «deprecabile linguaggio degli analisti» teutonici. Da quel Paese sono sempre venuti molti turisti e parecchie critiche. «Der Spiegel» fece una copertina con un piatto di spaghetti ed una P38 negli anni bui del terrorismo. Era un problema pure loro. Se Ulrike Meinhof, ideologa della Raf (le loro Br), fu trovata impiccata in cella il 9 maggio 1976, da noi l’anno prima a Renato Curcio in cella a Casale Monferrato la moglie fece giungere un mitra con cui evase in tutta tranquillità il 18 febbraio.

Sino a sabato 17 settembre abbiamo detto che in Italia dovevamo adottare il sistema elettorale tedesco. Da lunedì 19 filosofiamo all’incontrario con Buttiglione: va bene pure a loro il proporzionale alla Follini. Ma se con Follini stanno Rossana Rossanda del «manifesto» e Gerardo Bianco della Margherita, non sono d’accordo Bossi che ha parlato di legge truffa piena di trucchi, Fini e Fisichella di An. Intanto anche Chiara Moroni guarda a Bobo Craxi meditando di abbandonare Berlusconi che si sente un uomo solo e tenta un approccio equo e solidale con Prodi. Il quale risponde: niente coppie di fatto, opposizione siamo e resteremo, il nostro tram va avanti. Timidamente Rutelli si avvicina per scendere alla prima fermata. [929]

Antonio Montanari


1110/Riministoria-il Rimino/Antonio Montanari Nozzoli/19.9.2005