Torte

Sembrava una rissa, è finita con il solito estenuante minuetto da damine di corte (vedute). Circa la partecipazione di Berlusconi ad un fondo di De Benedetti, quest'ultimo aveva detto che il Cavaliere gliela aveva chiesta «con gentilezza», ma che era meglio lasciar perdere per non dar fiato ai «critici in malafede». Berlusconi aveva replicato accusando la Sinistra sofferente del potere perduto. Per la scalata al Corriere della Sera, Galli della Loggia segnalava un intreccio fra politica ed affari con progetti avventurosi e protagonisti improbabili, fra «rilassatezza dei controlli e delle regole». Edmondo Berselli osservava che, pur prendendo atto della relativa smentita di Berlusconi, restava un dubbio: che ci fa nella scalata al Corriere un suo uomo, già regista nella nascita di Mediaset? Diego Della Valle definiva Ricucci un «ragazzotto presuntuoso». Questi confessava: non sono un mostro, stimo Berlusconi, D'Alema e Fassino. Il quale entra in scena con le intercettazioni telefoniche circa la scalata dell'Unipol alla Bnl. Bertinotti spiega che non ci sono dubbi morali sulla Quercia, ma va evitato l'appoggio a finanzieri amici.

Giovanni Sartori parla dell'Italia come di un Paese «molto sporco», contagiato da Berlusconi. Occhetto accusa i Ds di commettere un grave errore politico nel tifare in Borsa, e tira le orecchie a Fassino per avergli risposto in «modo scomposto». Gli dicono di fare il gioco del nemico. Stesse parole di Stalin, sottolinea Occhetto. Pure Violante usa un vecchio copione: «Sulle coop accuse reazionarie». Il 4 agosto Arturo Parisi aveva detto che i politici debbono evitare commistioni con l'economia. Napolitano gli ha risposto: sei scorretto. Fassino premeva su Prodi: difendimi. Il 20 Prodi finalmente ordina: non facciamoci del male. Proibisce l'uso delle posate durante gli incontri fra i partiti dell'Unione: si mangi la torta con le mani, incuranti del galateo.

Anche a Rimini si è litigato. Secondo il segretario comunale dei Ds, l'ex assessore Lugaresi ha usato il «metodo becero» utilizzato dagli avversari nelle vicende nazionali di Unipol e Corriere. Lugaresi restituisce la tessera scrivendo che il partito è finito in mani avide e divoratrici con vicende edilizie gestite in modo raffazzonato, e decisioni per pochi a danno di molti. Nostro pensierino: di queste vicende tutti sanno ma i politici non parlano. Le damine per non farsi del male non usano i coltelli nel dividere le torte. [926]

Antonio Montanari


1102/Riministoria-il Rimino/Antonio Montanari Nozzoli/22.8.2005