Divergenze

Due venerandi signori si ritrovano ogni tanto al caffè per discorrere del bel tempo andato. Concordano su tutto, deprecando il presente. Soltanto alla fine divergono inavvertitamente sul modello di riferimento. Se uno pensa alla Buonanima, l'altro celebra Baffone. Come questi due amici, quasi tutti i politici italiani hanno concordato sulla vittoria di Tony Blair in Gran Bretagna. Alla fine però hanno scoperto che parlavano di cose diverse, oltretutto dimenticando particolari importanti. Blair ad esempio ha perso quasi cento seggi. Ha cambiato il ministro della Difesa licenziando Geoff Hoon, sacrificato per placare la protesta contro la guerra in Iraq. Ed ha detto: «Ho un'idea molto chiara di cosa il popolo si aspetta da me». Si parla già di una sostituzione in corsa di Blair, con il responsabile dell'economia Gordon Brown.
Da noi vige un centralismo democratico di stampo comunista che impone e non ascolta. Gli eletti si sentono prescelti a vita: quanti volti freschi salgono ai vertici della politica? In diplomazia eravamo considerati dei voltagabbana secolari. Oggi abbiamo la reputazione di chi fa il gioco delle tre carte. Abbiamo fornito agli Usa informazioni fasulle di spionaggio: «Saddam cerca uranio per la bomba sporca». E venne la guerra, anche per merito nostro, dunque. L'amico Putin è stato difeso da Berlusconi (novembre 2003): Mosca «non ha mai risposto» agli attentati in Cecenia. Adesso ci vantiamo di aver regolato a Mosca i contrasti tra Putin e Bush, alla parata per i 60 anni dalla vittoria sul nazismo. Maria Laura Rodotà sul Corriere della Sera ha citato Indro Montanelli: il nostro premier è «l'unico bugiardo sincero che conosca». Bush dice di aver convinto il Cremlino a togliere dalla Piazza Rossa il ritratto di Stalin. Che i veterani in sfilata orgogliosi esibivano, decorato di garofani. Verso di loro Berlusconi ha dimostrato affetto: erano dei patrioti russi, non comunisti.
La Storia passando da Arcore ha perso per strada il comunismo sovietico. Berlusconi ha portato a Mosca due partigiani italiani. Il dottor Dario Spallone ha detto: «Berlusconi ha parlato della Resistenza come ne avrei parlato io che sono stato comunista», definendola base del nostro Paese con l'antifascismo. Quando il nostro premier ha tentato di mettere un braccio sulle spalle di Ludmilla Putin, lei si è garbatamente scostata, con un tipico gesto da guerra fredda apprezzato da Bush e quindi dallo stesso Berlusconi. [914]

Antonio Montanari


1063/Riministoria-il Rimino/Antonio Montanari Nozzoli/10.5.2005