Tam-Tama 909, Cugini (05.04.2005)

La cartina dell'Italia dopo il voto regionale di domenica scorsa sembra quella preunitaria con Ducato di Milano e Repubblica Serenissima, fortunate isole delle forze governative. La Lega inneggia alla vittoria nel Lombardo-Veneto ovviamente contro Roma ladrona ed il Tricolore. Secondo il suo segretario la bandiera nazionale dovrebbe servire a nettare una parte del corpo per la quale esistono appositi rotoli capaci di fornire dieci piani di morbidezza. Il Bel Paese non è più avvertito quale comunanza d'ideali. Lo conoscono semplicemente come marchio d'un formaggio, non sapendo nemmeno che reca sulla confezione il ritratto dell'abate Antonio Stoppani, maestro d'Alessandro Manzoni.
Una volta i cugini dell'Italia erano i francesi. Adesso lo diventeremo tra noi. La chiamano devoluzione, sarà (se passa) una fregatura. Addio fratelli d'Italia con o senza virgolette, cioè frase affettuosa o titolo dell'inno. Ci salverà il cinema. Con le vecchie pellicole ci farà sentire tutti più vicini: il calabrese emigrato a Torino, la servetta veneta scesa a Roma, la bolognese eternamente «allegra» dovunque e comunque. Allora gli azzurri erano i calciatori, adesso sono un partito. Sbiadito nel Lombardo-Veneto dal lavaggio degli stendardi nelle acque del dio-Po.
Il voto di domenica scorsa è stato anche politico, come sempre. Lo aveva compreso pure Berlusconi. Che adesso rimpiange Mussolini (la nipote scappata di casa). Chiuse queste urne, si sono aperti i comizi per quelle governative del 2006. Prima, era stato fatto di tutto per confondere la gente. A Roma si erano augurati un temporaneo aggravamento del Papa durante il congresso Ds, per oscurarlo in tivù. Quando poi davvero il Pontefice s'è avviato verso la fine, la sera del 31 marzo, l'intervista registrata di Bruno Vespa a Berlusconi non è stata interrotta. Chi si è definito «l'Unto del Signore» prevaleva sul «servo dei servi di Dio». Non si sono ricordati di scherzare soltanto coi fanti e di lasciar stare i santi.
Sabato sera 2 aprile Vespa ha sormontato con la voce e la propria immagine, il cardinal Sodano che recitava preci in piazza San Pietro. Su Rete 4 appariva un Emilio Fede che sembrava la caricatura di Beppe Braida che imita Fede su Zelig. Affannato, scarmigliato, in veste da camera, sbraitava contro tutti perché arrivava per ultimo con la notizia del decesso di Giovanni Paolo II. Padre, perdona loro. Hanno confuso devozione, affetto, rispetto con la propaganda. [909]

Antonio Montanari


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