Il Tempio ritrovato
"il Ponte", 04, 1999



Il Tempio ritrovato
In un libro di Angelo Turchini i restauri del dopoguerra


Il 29 gennaio 1944, sette giorni dopo lo sbarco degli alleati ad Anzio diretti a Roma, le bombe aggrediscono le limpide geometrie del Tempio Malatestiano. Il 21 febbraio il prof. Luigi Silvestrini procede alla ricognizione dei resti di Sigismondo Pandolfo, il cui sepolcro è stato spaccato e scoperchiato. Per timore di manomissioni, i canonici affidano il cranio del signore di Rimini al loro confratello Amedeo Polverelli perché lo porti nel vicino seminario.
Simbolo di una storia antica e testimonianza di un presente tragico, il Tempio ha su di sé gli occhi dei pochi riminesi rimasti in città: i bombardamenti sono cominciati il 1° novembre 1943. Tra 28 e 30 dicembre, ce ne sono stati sette. Dopo, la gente è scappata. Il 27 novembre l'ospedale è stato fatto sfollare al Covignano. Il 28 dicembre le bombe hanno soltanto sfiorato il Tempio, colpendo il seminario ed il vescovado nel quale si trovavano monsignor Vincenzo Scozzoli e monsignor Luigi Santa, i due vescovi della città, il vecchio ed il nuovo: quel giorno sono usciti per andare a vedere il duomo, se era ancora in piedi, ed in quali condizioni.
A questo bombardamento Augusto Campana, in un diario inedito che ora viene pubblicato da Angelo Turchini ne «Il Tempio distrutto», attribuisce lo scoperchiamento della tomba di Sigismondo, secondo una voce che si era diffusa e che non poteva controllare direttamente: «Non si entra ma si sa…».
Nei giorni successivi la Curia si trasferì a Serravalle con mons. Santa. Il vescovo Scozzoli si ricoverò prima a Scacciano, poi a Sant'Andrea in Casale, infine presso parenti a San Martino di Villafranca, dove il 9 febbraio morì, in seguito ad una polmonite, a 87 anni di età, dei quali 43 trascorsi a Rimini.
Queste notizie ci introducono alle vicende narrate da Turchini nel bel volume pubblicato a Cesena da «Il Ponte Vecchio»: è una storia che però l'autore fa iniziare qualche anno prima quando, durante la bufera della guerra, nel 1942 si cominciò a meditare un restauro del Tempio, definito sull'«Osservatore romano» di allora «un monumento in pericolo». In previsione del quinto centenario della sua costruzione, fatta risalire in base alle epigrafi celebrative esistenti, al 1450, si gettavano le basi per «una degna celebrazione».
Nasce un Comitato come «emanazione diretta» di Curia, Comune e Fascio. Il «Corriere padano», diretto da Ezio Camuncoli che a Rimini era stato studente ginnasiale, ospita discussioni animate sul futuro del Tempio.
C'è chi, vorrebbe completarlo «là dove fosse possibile e senza arbitrii e offese alla concezione architettonica e artistica», come il Commissario prefettizio del Comune di Rimini, Eugenio Bianchini, scrive il 9 aprile '43 all'Accademia d'Italia.
Lo scrittore Luigi Pasquini, instancabile polemista in ogni momento della vita cittadina, invece sostiene che il Tempio andava soltanto «ripulito e riassestato», rimandando a lavori eseguiti il giudizio se esso poteva «risultare il più fulgido luogo per concerti d'organo che esista al mondo». L'articolo esce sul «Corriere padano» con una nota di Camuncoli che travisa le parole di Pasquini: «Il Malatestiano destinato ad Auditorio. Ecco un'idea». Balzana, secondo molti riminesi, dei quali si fa portavoce il canonico Domenico Garattoni che risponde a Camuncoli, riscuotendo l'approvazione dello stesso Pasquini il quale (con tono perentorio e stile definito 'mussoliniano' dalle grammatiche del tempo), sentenzia: «Il duomo deve restare duomo; niente completamento della fabbrica; restauri […]». Cori ed orchestre possono essere ospitati soltanto «in particolari circostanze».
Intanto il segretario comunale di Rimini, Alfredo Beltrami, il 7 aprile tira in ballo la vecchia questione del «carattere pagano o esoterico o erotico o cristiano prevalente nella concezione e nell'architettura del Tempio» che già il canonico Garattoni aveva liquidato con una semplice frase: «E smettiamola di smerciare romanticherie dannunziane».
Le bombe liquidano il dibattito. La cronaca ritorna a quel 29 gennaio '44: colpita l'abside assieme alle due cappelle attigue, con gravissimi danni a tutta la costruzione, soprattutto alle strutture interne. Il 22 marzo una nuova incursione aerea provoca il cedimento della facciata di circa 26 centimetri, con rotazione della costruzione e conseguente strapiombo, aumentato progressivamente a 39 centimetri. Campana scrive di un «enorme cratere» sul sacrato. A maggio si stacca l'affresco di Piero e lo si trasporta su tela. L'ultimo bombardamento è del 22 giugno '44. La liberazione della città avviene il 21 settembre.
Nel luglio '45 il bibliotecario Carlo Lucchesi si accorge che dal Tempio alcuni prigionieri tedeschi portano via preziose macerie costituite dalle parti crollate e dai frammenti saltati dall'interno». Protesta, ma il 'furto' (doppiamente sacrilego, colpendo religione e cultura) continua «per alcuni giorni in concomitanza con la costruzione a Miramare di Rimini di un grande campo per prigionieri».
L'11 maggio del '46 inizia finalmente il restauro del Tempio che, ad apertura di volume, Turchini definisce «emblematico segno della ricostruzione materiale, culturale e spirituale» non soltanto della nostra città. Quei lavori, aggiunge l'autore, «costituiscono un momento della stessa storia del Tempio», e sono stati anche «l'occasione per un discreto recupero della sua memoria secolare, con la scoperta di nuove testimonianze materiali, la verifica di vecchie ipotesi e la formulazione di nuove».
Secondo Turchini, nel restauro del duomo, si sono intrecciati vari fattori, legati alle prospettive commemorative degli anni Quaranta, al coinvolgimento internazionale per sanare quella ferita simbolica al Tempio, ed infine agli atteggiamenti di «una diffidente classe dirigente riminese forse attenta più ai finanziamenti contingenti che al futuro». Nel raccontarci questi vari aspetti, attraverso documenti ed immagini, Turchini ci offre l'appassionata narrazione della rinascita di un simbolo fondamentale nella storia della nostra città.

Antonio Montanari
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