Cinquant'anni dopo Dallas.
Archivio 2013. Testi del 20.07.2007 e 26.08.2009

Ci fu un momento nella storia del mondo in cui i Kennedy rappresentarono una speranza per una vita migliore. Furono il «sogno americano» della mia giovinezza. Nella mia scrivania fa avevo sottovetro una foto gigantesca della bella famiglia di JFK, ritagliata dall'«Espresso» di Arrigo Benedetti, quello formato lenzuolo.
Guardavamo all'America, noi che non tenevamo gli occhi chiusi e rivolti all'Urss od alla Cina. Poi venne il Viet-Nam, poi vennero le rivelazioni sulla famiglia di JFK, sui loro affari, sulle loro storie losche...
La fine del nostro «sogno americano» fu l'uscita da una giovinezza che vide poi sorgere in Italia altri giorni duri, terribili.

Testi originali apparsi sul blog della "Stampa" di Torino.
26.08.2009. Kennedy, furono una speranza
L'ultimo saluto a Ted Kennedy diventa per chi ha qualche anno sulla schiena l'occasione di un ricordo che coinvolge tutta la sua famiglia.
Ci fu un momento nella storia del mondo in cui i Kennedy rappresentarono una speranza per una vita migliore.
Non posso che ripetere quanto già scrissi qui due anni fa. Furono il «sogno americano» della mia giovinezza. Nella mia scrivania fa avevo sottovetro una foto gigantesca della bella famiglia di JFK, ritagliata dall'«Espresso» di Arrigo Benedetti, quello formato lenzuolo.
Guardavamo all'America, noi che non tenevamo gli occhi chiusi e rivolti all'Urss od alla Cina. Poi venne il Viet-Nam, poi vennero le rivelazioni sulla famiglia di JFK, sui loro affari, sulle loro storie losche...
La fine del nostro «sogno americano» fu l'uscita da una giovinezza che vide poi sorgere in Italia altri giorni duri, terribili.
Ted vide morire uccisi due fratelli, John nel 1963 e Robert nel 1968. Ma soprattutto il 12 luglio 1969 vide morire quella ragazza, Mary Jo Kopechne, che era in auto con lui. E con lui era finita in acqua giù dal ponte di Chappaquiddick. Ted chiamò la polizia il mattino dopo. Non appena uscito dalla vettura.>
Ted Kennedy è stato un grande sostenitore di Obama. Soprattutto per la drammatica questione della sanità.
"Negli anni '70", ha raccontato suo figlio Patrick, "accompagnai mio padre negli angoli più poveri dell'America per ascoltare chi soffriva e non poteva permettersi cure adeguate. Sono storie che nessuno di noi ha ancora dimenticato e che ancora affliggono il vecchio cuore di mio padre".
Resta il dolore che l'America di Obama abbia ancora situazioni simili a quelle denunciate dalle parole di Patrick.
Sarebbe bello che qualcuno esperto del mondo americano ci spiegasse in poche parole se anche Ted Kennedy ed il suo entourage politico in questi anni hanno fatto tutto il possibile per risolvere quei problemi dell'assistenza sanitaria con cui deve fare i conti Obama in questi mesi.
Adesso la nostra speranza di chiama Obama. Non perché è giovane ed "abbronzato", ma perché è partito con progetti di riforma sociale che ogni giorno negli Usa incontrano sempre più ostacoli.
[26.08.2009, anno IV, post n. 245 (965)]

20 luglio 2007. Politica bollente
Clementina Forleo.
La notizia è di queste ultime ore. Secondo Clementina Forleo, i politici intercettati nell’ambito dell’inchiesta in corso a Milano sui tentativi di scalata ad Antonveneta, Bnl e Rcs «all’evidenza appaiono non passivi ricettori di informazioni pur penalmente rilevanti, né personaggi animati da sana tifoseria per opposte forze in campo, ma consapevoli complici di un disegno criminoso di ampia portata».
La seconda signora è Rosy Bindi. Lasciamo alla Giustizia di fare il suo corso, non senza il timore che possa essere come al solito una strada in salita, e restiamo soltanto in compagnia della sfidante al sindaco di Roma Walter Veltroni nella corsa a segretario del futuro Partito democratico.
Ieri Rosy Bindi ha surriscaldato il clima con una dichiarazione rivoluzionaria: «C'è bisogno di una gara di idee».
Come a dire che non bastano le belle facce e le buone intenzioni per fare un partito, ma ci vogliono appunto «idee» (possibilmente nuove, e non riciclate).
La gran discussione sul «sogno americano» svoltasi nei giorni scorsi, mettendo a confronto Veltroni con un altro candidato, Furio Colombo, ha dimostrato come i nostri politici siano bravi a menar il can per l'aia, tentando di parlare di tutte altre cose rispetto a quelle che sono necessarie e fondamentali nella vita del nostro Paese.
Anzitutto non è possibile fare il confronto tra le primarie degli Usa (dove esse sono una tradizione) e quelle nostrane, dove appaiono una specie di tradimento: «Ma come, mi candido io, e vuoi candidarti pure tu: ma che ti ho fatto di male?».
Volevo parlare giorni fa del «sogno americano» della mia giovinezza, dopo la trasmissione di Corrado Augias sulla vedova di JFK.
Nella mia scrivania 45 anni fa avevo sottovetro una foto gigantesca della bella famiglia di JFK, ritagliata dall'«Espresso» di Arrigo Benedetti, quello formato lenzuolo. Guardavamo all'America, noi che non tenevamo gli occhi chiusi e rivolti all'Urss od alla Cina. Poi venne il Viet-Nam, poi vennero le rivelazioni sulla famiglia di JFK, sui loro affari, sulle loro storie losche...
La fine del nostro «sogno americano» fu l'uscita da una giovinezza che vide poi sorgere in Italia altri giorni duri, terribili.
La signora Bindi quando invoca «una gara di idee», sottolinea la necessità di scrivere un copione nuovo, non l'imitazione di altre realtà o di altri modelli.
Ha ragione Lucia Annunziata che nella «risposta» di stamani scrive sulla «Stampa»: «Nell'arena sempre crudele della politica italiana si sta avvelenando un atto che dovrebbe essere solo la naturale espressione di una gara».
Ha ragione pure Concita De Gregorio che su «Repubblica» spiega: la candidatura di Rosy Bondi è «anti-apparati, anti-burocrazia, anti-alchimie di potere».
Per questo osservavo all'inizio che Rosy Bindi ha ieri surriscaldato il clima politico nazionale. Da poche ore è intervenuto il fatto nuovo dell'inchiesta milanese che metterà scompiglio nel centro-sinistra: politici non tifosi ma complici.
Antonio Montanari

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1946, 10.11.2013.
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