Progetto Seti@home

L’idea che possano esistere da qualche parte nell’Universo altre forme di vita, magari intelligenti, non è come potrebbe sembrare recente, già alcuni filosofi greci e latini tra cui Democrito, Epicuro, Lucrezio, erano convinti dell’esistenza di civiltà extraterrestri. Le loro erano semplici intuizioni non supportate da nessun tipo di dato o teoria, ma l’idea, forse per la sua suggestività non svanì mai nel corso dei secoli, anzi, verso gli anni 50, grazie al forte sviluppo della radioastronomia e alle conoscenze accumulate sul Cosmo, si cominciò a prendere seriamente in considerazione la possibilità di esistenza di forme di vita extraterrestri, anche intelligenti. Uno scienziato, Frank Drake, in quel periodo propose perfino una (oggi famosa) equazione per calcolare la probabilità di esistenza di intelligenze extraterrestri nella nostra galassia. L’equazione era molto semplice, ma a causa dell’arbitrarietà di alcuni suoi strani parametri ("percentuali di civiltà che sviluppano interesse per la comunicazione", "durata di una civiltà tecnologica"...) i risultati avevano enormi margini di variazione, in ogni caso i valori erano abbastanza alti, e il più attendibile era di circa 600 (possibili civiltà nella nostra galassia, oltre la nostra). Alcuni scienziati proposero di usare i radiotelescopi per captare segnali inviati intenzionalmente da una di queste civiltà o irradiati "per caso" dai loro eventuali sistemi di comunicazione. Altri, in seguito, proposero di "ascoltare" su una lunghezza d’onda particolarmente studiata e presumibilmente conosciuta da qualsiasi civiltà tecnologica, la riga di 21 centimetri dello spettro dell’idrogeno (circa 1,418GHz). In breve tempo si moltiplicarono i radiotelescopi adibiti alla ricerca di questi segnali in particolare in USA e nell’Unione Sovietica. Questo tipo di progetti prese il nome generico di SETI (Search for Extra-Terrestrial Intelligence). Molti di questi progetti furono abbandonati per mancanza di fondi (tra cui quello della NASA), altri sono ancora condotti in diversi luoghi, e con diversi mezzi. Uno di questi, uno dei più importanti attualmente, è il progetto SETI@home (si legge "SETI at home").
L’impresa è di portata enorme: verranno analizzate 400000 combinazioni di frequenze e larghezze di banda, su segnali campionati a 20KHz, per cercare picchi di segnali regolari o pattern "artificiali", verrà utilizzato il più grande radiotelescopio del mondo, quello di Arecibo a Puerto Rico, che ha un raggio di 300 metri ed è scavato in una montagna!!! Se avete visto il film "Contact" di Jodi Foster, o qualche puntata di X-files sicuramente questa storia non vi è nuova, ma la cosa davvero affascinante è che ora anche voi, in prima persona, potrete partecipare attivamente al progetto!!!

Infatti, per fare fronte all’enorme mole di calcolo che è richiesta per l’analisi dei segnali captati si è pensato di utilizzare le immense potenzialità di calcolo distribuito della Rete. L’idea geniale (e molto simpatica) è quella di sfruttare quei preziosi minuti in cui i nostri computer restano inattivi (ad esempio quando entra in funzione lo screen saver) per svolgere in maniera "trasparente" i pesanti calcoli. In pratica ad ogni utente viene inviato un pacchetto di segnale (circa 300 Kb) e un programma screen saver che si occupa di elaborare i dati quando entra in funzione, e dello scambio dei pacchetti di dati via Internet terminata l’elaborazione.
Tutto quello che bisogna fare è iscriversi al sito ufficiale del progetto SETI@home e scaricare il programma screen saver, impostarlo come lo screen saver predefinito e dimenticarsi della sua esistenza, oppure stare a guardare le elaborazioni sperando che proprio il vostro pacchetto di dati contenga qualche segnale "prezioso" (!)... Come dite? Preferivate Pamela Anderson? Beh, pazienza, per la scienza questo ed altro... :-)
Ogni tanto riceverete una mail che vi comunicherà i progressi fatti e lo stato di avanzamento del progetto.
Io partecipo ormai da qualche anno, fin dalla prima fase sperimentale, allora non si era certi neanche del numero delle adesioni che si sarebbero avute, oggi invece il progetto SETI@home ha raggiunto la più grande potenza di calcolo disponibile sul nostro pianeta (si parla di ZettaFLOPS, cioè 10^21 operazione in virgola mobile al secondo!!!), ed è supportato da molti sponsor importanti.
Se volete partecipare a questa grandiosa impresa o volete semplicemente saperne di più, andate all’indirizzo riportato in fondo, troverete un sacco di informazioni e materiale molto interessante (documentazione tecnica, statistiche, mappe stellari, links...).

Articolo pubblicato sul
numero di Dicembre 2001 di

Progetto SETI@home:


http://setiathome.ssl.berkeley.edu/


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