PULP FICTION |
Regia: Quentin Tarantino
Cast: John Travolta
(Vincent), Samuel L. Jackson (Jules), Uma Thurman (Mia), Harvey Keitel (Wolf),
Tim Roth (Pumpkin), Amanda Plummer (Honey Bunny), Maria de Medeiros (Fabienne), Ving Rhames (Marsellus), Eric Stoltz (Lance), Rosanna Arquette (Jody), Christopher Walken (Koons), Bruce Willis (Butch).
Trama: Una coppia di piccoli delinquenti, due killer in "bianco e nero", che sbrigano allegramente le loro pratiche di esattori-esecutori, la moglie di un boss alle prese con la noia e la cocaina, un pugile costretto a lasciare in fretta e furia la città ma che deve prima recuperare l'orologio regalatogli dal padre... Storie e personaggi che si incrociano in un film che è già diventato una classico della storia del cinema, e anche un modello culturale di fine secolo.
pulp n. 1. Un morbido, umido, ammasso di materia senza forma.
2. Una rivista o un libro contenente un argomento scandaloso e generalmente stampato su carta ordinaria.
New College Edition
RINGO: No, è troppo
rischioso. Ho chiuso con queste stronzate.
YOLANDA: Dici sempre così, ogni
volta la stessa storia: "Ho chiuso, mai più, è troppo pericoloso...".
RINGO:
Lo so che lo dico sempre, ho anche ragione.
YOLANDA: Ma tendi a
dimenticartene dopo un giorno o due.
RINGO: Ma i giorni in cui dimentico sono
finiti. Stanno per cominciare i giorni in cui ricordo.
YOLANDA: Lo sai cosa
sembri quando attacchi con questa menata?
RINGO: Un fottuto uomo pieno di
buonsenso. Ecco cosa sembro.
YOLANDA: Sei tale e quale a un'anatra. Qua, qua,
qua, qua, qua!
RINGO: Tira il fiato, perchè l'anatra non la sentirai più.
Visto che non lo farò mai più, non mi sentirai più fare quack dicendo che non lo
farò più.
YOLANDA: Dopo stasera?
RINGO: Esatto, ho tutta la sera per fare
quack.
CAMERIERA: Desiderate ancora un po' di caffè?
YOLANDA: Oh, sì.
Grazie tante.
CAMERIERA: Prego.
RINGO: Come stanno le cose adesso, c'è lo
stesso rischio di una rapina in banca. Anzi, più di un rischio: le banche sono
più facili. Quelle federali non debbono fermarti in nessun modo durante una
rapina. Sono assicurate, non gliene frega un cazzo. Vai senza pistola in una
banca federale. Ho sentito di uno che è entrato in una banca con un telefono
portatile. Da' il telefono al cassiere. Una voce dall'altro capo del telefono
dice: "Abbiamo la figlioletta di quest'uomo, se non gli date tutti i vostri
soldi la uccideremo".
YOLANDA: Ha funzionato?
RINGO: Ha funzionato sì, è
questo che voglio dire. Un coglione entra in una banca solo con un telefono. Non
con una pistola, non con un fucile, ma con un cazzo di telefono. Li ripulisce e
quelli non alzano nemmeno un dito, tutto qua.
YOLANDA: La bambina è rimasta
ferita?
RINGO: Non lo so, probabilmente quella bambina non è mai esistita,
ma... qui la faccenda non è la bambina, qui la faccenda è: una rapina in banca
con un telefono.
YOLANDA: Vuoi rapinare le banche?
RINGO: Non dico
rapiniamo le banche. Ti sto solo illustrando che sarebbe più facile di quello
che facciamo.
YOLANDA: Niente più negozi di liquori?
RINGO: Non senti
quando parlo? Sì, niente più negozi di liquori! E poi non c'è più lo sfizio di
una volta, ormai sono in mano a troppi stranieri: vietnamiti, coreani... non
parlano neanche la tua lingua. Gli dici :"svuota il registratore di cassa", non
sanno di che cazzo parli. Ne fanno un fatto personale. Uno di questi musi gialli
ci costringerà ad ammazzarlo, vedrai, tu. Vedrai.
YOLANDA: Ma io non voglio
ammazzare nessuno.
RINGO: Perché, credi che io voglia ammazzare qualcuno? Ma
magari ci mettono in una situazione in cui o noi o loro. E se non saranno i musi
gialli saranno quei fottuti ebrei che posseggono il negozio da quindici fottute
generazioni. Troveremo nonno Irving seduto dietro... dietro il bancone con la
sua stronza Magnum in mano! Entra in questi posti armato solo di un telefono, e
vedrai che fine fai! Fanculo, scordatene! Basta, chiuso.
YOLANDA: Ma che vuoi
fare? Vuoi cercare un impiego?
RINGO: Non in questa vita.
YOLANDA: E
allora cosa?
RINGO: Gar�on, caffè! Questo posto.
CAMERIERA: "Gar�on" vuol
dire ragazzo.
YOLANDA: Questo locale qua? Una caffetteria
pidocchiosa?
RINGO: Che c'è di male? Nessuno rapina mai i ristoranti. Perché
no? Bar, negozi di liquori, distributori di benzina ti spiaccicano la testa se
ne assalti uno. I ristoranti, invece, cara, li becchi con le braghe calate. Non
si aspettano di essere rapinati. O se lo aspettano meno degli altri.
YOLANDA:
Mangiano, bevono e ruttano. E non è sicuramente pieno di eroi un posto come
questo.
RINGO: Proprio così! Esattamente come le banche, questi posti sono
assicurati. Al direttore non gliene frega un cazzo, vuole solo farti uscire
prima che cominci a sforacchiare i clienti. Le cameriere fanno finta di niente,
non stanno lì a beccarsi una pallottola per la cassa. Ma agli inservienti,
mettiamo messicani, che prendono un dollaro e cinquanta l'ora, non gliene può
fregare un cazzo se tu gli derubi il padrone. I clienti, con la bocca piena, non
capiscono che succede. Sono lì che mangiano un'omelette Denver e si ritrovano
una pistola puntata in faccia. Vedi, l'idea mi è venuta nell'ultimo negozio
rapinato, te lo ricordi?
YOLANDA: Hm.
RINGO: Tutti quei clienti che
entravano?
YOLANDA: Sì.
RINGO: E tu hai avuto l'idea di prendergli i
portafogli,
YOLANDA: Hm-hm.
RINGO: Ora, quella era una buona
idea.
YOLANDA: Grazie.
RINGO: C'erano più soldi nei portafogli che nella
cassa.
YOLANDA: Sì, è vero.
RINGO: Un sacco di persone va al
ristorante.
YOLANDA: Un sacco di portafogli.
RINGO: Mica male,
eh?
YOLANDA: Mica male, certo!
RINGO: Eh...
YOLANDA: Sono pronta.
Facciamolo, in questo momento. Sì, qui. Forza.
RINGO: D'accordo. Come
l'ultima volta, ti ricordi bene? Tu pensi ai clienti, io mi occupo del
personale.
YOLANDA: Ti amo, zucchino mio.
RINGO: Ti amo, coniglietta mia.
Nessuno si muova! Questa è una rapina!
YOLANDA: E se per caso qualcuno di voi
coglioni si azzarda a muoversi, io vi faccio secchi, brutti figli di puttana!
Tutti, fino all'ultimo!
VINCENT VEGA: Bene.
JULES WINNFIELD: Allora, come sono questi hascisc
bar?
VINCENT: Eh, come sono? Che vuoi sapere?
JULES: Eh... Lì l'hascisc è
legale?
VINCENT: Sì, è legale, ma non al 100%. Voglio dire, non puoi entrare
in un ristorante, rollarti una canna e metterti a spipacchiare. Insomma, ti
lasciano fumare a casa tua o in certi posti ben precisi.
JULES: Ossia gli
hascisc bar.
VINCENT: Sì. La faccenda è così, ascolta: è legale comprarlo, è
legale possederlo, e se sei il proprietario di un hascisc bar, è legale
venderlo. È legale averlo addosso, ma... ma questo non importa perché... sentimi
bene ora: se vieni fermato da un un poliziotto ad Amsterdam, è illegale
per lui perquisirti! Insomma, questo diritto i poliziotti ad Amsterdam non ce
l'hanno.
JULES: Eh, amico, ci vado subito, non ci sono santi! Cazzo se ci
vado!
VINCENT: Eh, eh, lo so che ti piacerebbe, bello, ah! Ma lo sai qual è
la cosa più divertente dell'Europa?
JULES: Qual è?
VINCENT: Sono le
piccole differenze. Voglio dire, laggiù hanno la stessa merda che abbiamo noi,
ma solo... solo che lì è un po' diverso.
JULES: E come?
VINCENT: Beh,
ecco, puoi entrare in un qualunque cinema di Amsterdam e comprarti una birra. E
non sto parlando, che so, di un bicchiere di plastica, ma intendo un boccale di
birra. E a Parigi puoi comprare una birra da McDonald's. Sai come chiamano un
quarto di libbra con formaggio a Parigi?
JULES: Non un quarto di libbra con
formaggio.
VINCENT: Hanno un sistema metrico decimale, non sanno che cazzo
sia un quarto di libbra.
JULES: E come lo chiamano?
VINCENT: Lo chiamano
"Royale con formaggio".
JULES: Royale con formaggio!
VINCENT: Eh,
già!
JULES: Come lo chiamano il Big Mac?
VINCENT: Beh, il Big Mac è il Big
Mac. Lo chiamano "Le Big Mac".
JULES: Le Big Mac! Ah, ah, ah, ah, ah! E come
lo chiamano il "Whopper"?
VINCENT: Non lo so, non sono stato al Burger King.
Sai cosa mettono sulle patatine in Olanda al posto del ketchup?
JULES:
Cosa?
VINCENT: La maionese.
JULES: Eeeh! Che schifo!
VINCENT: Eh, eh!
Gliel'ho visto fare, amico, cazzo! Le affogano in quella merda gialla!
JULES:
Dovremmo avere dei fucili per cose di questo tipo.
VINCENT: Quanti
saranno?
JULES: Tre o quattro.
VINCENT: Compreso il nostro
tizio?
JULES: Non ne sono sicuro.
VINCENT: Allora significa che potremmo
arrivare anche fino a cinque.
JULES: Sì, è possibile.
VINCENT: Dovremmo
avere dei fucili, cazzo. Lei come si chiama?
JULES: Mia.
VINCENT: Mia? E
come ha conosciuto Marsellus?
JULES: Ah, e che ne so? Come si conoscono tutte
le persone. Una volta faceva l'attrice.
VINCENT: Ah, davvero? Ha fatto
qualcosa che ho visto?
JULES: Da quello che so, la cosa più grossa l'ha fatta
in un "pilota".
VINCENT: Pilota? Che cazzo è un "pilota"?
JULES: Le
conosci le serie in televisione?
VINCENT: Io non guardo la tv.
JULES: Sì,
ma sarai certo al corrente che c'è un'invenzione chiamata televisione, e che su
quest'invenzione ci sono le serie.
VINCENT: Sì!
JULES: In televisione, il
modo per scegliere una serie è che fanno un episodio, l'episodio chiamato
"pilota". Poi mostrano quell'episodio a gente che sceglie gli episodi e sul
valore di quell'episodio decidono se vogliono fare altri episodi. Alcun vengono
scelti e diventano programmi televisivi e invece altri no, e diventano niente.
Lei era in uno di quelli che è diventato niente.
JULES: Ti ricordi di Antwan Rockamora? Mezzo nero, mezzo samoano, lo
chiamavano Tony Rocky Horror?
VINCENT: Si, mi pare, quello grasso,
no?
JULES: Io non me la sentirei di chiamarlo grasso, ha problemi di peso,
poveraccio, che deve fare? È Samoano.
VINCENT: Credo di sapere di chi parli.
E allora?
JULES: Beh, Marsellus gli ha dato una bella ripassata. In giro
corre voce che è successo per colpa della moglie di Marsellus
Wallace.
VINCENT: Che cosa ha fatto, se l'è scopata?
JULES: No, no, no,
no, niente di cosi' grave.
VINCENT: E cosa, allora?
JULES: Le ha fatto un
massaggio ai piedi.
VINCENT: Un massaggio ai piedi.
JULES:
Hm-hm.
VINCENT: Tutto qui?
JULES: Hm-hm.
VINCENT: E allora Marsellus
che ha fatto?
JULES: Ha mandato a casa sua un paio di scagnozzi, lo hanno
portato sulla veranda e l'hanno buttato di peso fuori dal balcone. Il negro s'è
fatto un volo di quattro piani. Di sotto c'era... c'era un giardinetto ben
curato, col tetto di vetro, come quello delle serre. Il negro c'è passato
attraverso. E da allora non è capace di esprimersi molto
chiaramente.
VINCENT: Cazzo, un vero peccato.
JULES: Hm-hm.
VINCENT:
Però bisogna ammetterlo, quando uno gioca col fuoco prima o poi si
brucia.
JULES: Che vuoi dire?
VINCENT: Ma che non si va a fare un
massaggio ai piedi alla nuova moglie di Marsellus Wallace
JULES: Secondo te
non ha esagerato.
VINCENT: Beh, Antwan probabilmente non si aspettava che lui
reagisse come ha fatto, ma doveva pur aspettarsi una reazione.
JULES: Ma era
un massaggio ai piedi, non è niente. Io lo faccio sempre a mia
madre.
VINCENT: no, è mettere le mani in modo intimo sulla nuova moglie di
Marsellus Wallace. Voglio dire, è così grave come se gliela avesse leccata, no,
ma è lo stesso fottuto campo da gioco.
JULES: Oooh, aspetta, fermo lì.
Leccargliela a una troia e farle un massaggio ai piedi non è esattamente la
stessa cosa.
VINCENT: Non lo è, ma è lo stesso campo da gioco.
JULES: Non
è neanche lo stesso campo da gioco, cazzo. Ora senti, forse il tuo metodo di
massaggi è diverso dal mio, ma sai, toccare i piedi di sua moglie, e infilare la
lingua nel più sacro dei suoi buchi, non è lo stesso fottuto campo da gioco, non
è lo stesso campionato e non è nemmeno lo stesso sport. Guarda, il massaggio ai
piedi non significa un cazzo.
VINCENT: Ma tu l'hai mai fatto un massaggio ai
piedi?
JULES: Eh... non venirmi a parlare di massaggi ai piedi, perché io
sono un maestro di piedi massaggiati.
VINCENT: E ne hai fatti
molti?
JULES: Cazzo, ho una tecnica che, lèvati, niente solletico, niente di
niente.
VINCENT: A... a un uomo glielo faresti un massaggio ai
piedi?
JULES: Vaffanculo.
VINCENT: L'hai fatto a molti?
JULES:
Vaffanculo
VINCENT: Sai, mi sento un po' stanco, mi farebbe bene un
massaggino ai piedi.
JULES: Basta, eh? Hai capito? Cominciano a girarmi le
palle!
VINCENT: Eh, eh! Ah!
JULES: Questa è la porta.
VINCENT: Sì,
eccola qua.
JULES: Che ora fai?
VINCENT: Sono esattamente le
7:22.
JULES: Ah... Non è ancora il momento. Dai, leviamoci da qui. Stai a
sentire: solo perché non farei mai un massaggio ai piedi a un uomo, non è giusto
che Marsellus scaraventi Antwan in una merdosissima serra incasinandogli il modo
di parlare. Sono cose che non si fanno. Se quel figlio di puttana lo facesse a
me, o mi paralizza anche il culo o io lo ammazzo. Mi sono spiegato?
VINCENT:
Ah, ma non sto dicendo che è giusto, ma che per te un massaggio ai piedi non
significa niente, per me invece sì. Guarda, ho fatto a migliaia di donne
migliaia di massaggi ai piedi e tutti avevano un significato. Noi facciamo finta
di no, ma è così. Ed è questo che ti intriga mentre li fai. È un fatto sensuale
che monta, dove, beh, nessuno dei due ne parla, ma tu lo sai e lo sa lei. Quello
stronzo di Marsellus lo sapeva, e quel coglione di Antwan doveva saperlo ancora
meglio. Insomma, quella è sua moglie, cazzo, nessun uomo prende con umorismo
certe stronzate. Mi sono spiegato?
JULES: Sì, è un punto di vista
interessante. Coraggio, entriamo nei personaggi.
VINCENT: Come hai detto che
si chiama lei?
JULES: Mia.
VINCENT: Mia.
JULES: Perché ti interessa
tanto la moglie del gran capo?
VINCENT: Beh, lui parte, va in Florida, e mi
ha chiesto di... di occuparmi di lei mentre è via.
JULES: Ah. Occuparti di
lei?
VINCENT: No, ma che dici? Devo portarla fuori, sai, farla divertire,
così non si sente sola.
JULES: Cioè tu e Mia Wallace vi date un
appuntamento?
VINCENT: Non è come intendi tu. Sai, è come... come quando
porti fuori la moglie del tuo migliore amico, al cinema o in qualche altro
posto. È solo buona compagnia, nient'altro. Non è un appuntamento. Non è nessun
appuntamento!
JULES: Salve, ragazzi. Come ve la passate? No, comodo, comodo,
comodo, comodo. Stai comodo. Sapete chi siamo? Siamo colleghi del vostro socio
d'affari Marsellus Wallace. Certo vi ricordate del vostro socio d'affari, vero?
No, no, non ditemi niente, voglio indovinare. Tu sei Brett, giusto?
BRETT:
Sì.
JULES: Visto? Ho indovinato. Ti ricordi bene del tuo socio d'affari
Marsellus Wallace, non è vero, Brett?
BRETT: Sì, sì, me lo ricordo
bene.
JULES: Bravo. Oh, a quanto pare io e Vincent abbiamo interrotto la
vostra colazione. Ci dispiace veramente. Che mangiavate?
BRETT:
Hamburger.
JULES: Hamburger, dici? La colonna portante di ogni colazione
vitaminica! E che tipo di hamburger?
BRETT: È un... un
cheeseburger.
JULES: No, no, no, no. Dove li avete comprati? Da McDonald's,
da Wendy's, Jack-in-the-Box, dove?
BRETT: Ehm... Al Big Kahuna
Burger.
JULES: Al Big Kahuna Burger! Dove gli hawaiani fanno gli hamburger!
Dicono che sono saporiti i loro hamburger, io non li ho mai assaggiati,
personalmente. Come sono?
BRETT: Buoni. Buoni. Sono buoni.
JULES: Vi
dispiace se ne assaggio uno? È tuo questo, eh?
BRETT: Sì.
JULES: Hm! Sì
che è saporito questo hamburger. Vincent! Hai mai mangiato un Big Kahuna
Burger?
VINCENT: Hm.
JULES: Ne vuoi un morso? Sono saporiti.
VINCENT:
Non ho fame.
JULES: Beh, se ti piacciono gli hamburger una volta li devi
provare. Io di solito non posso mangiarli perché la mia ragazza è vegetariana. E
questo praticamente fa di me un vegetariano, ma vado pazzo per il sapore di un
buon hamburger. Hmmm! Sai come chiamano un quarto di libbra con formaggio in
Francia?
BRETT: No.
JULES: Diglielo, Vincent.
VINCENT: Royale con
formaggio.
JULES: Royale con formaggio. E sai perché lo chiamano
così?
BRETT: Per il sistema metrico decimale?
JULES: Ma guarda che bel
cervellone ha il nostro Brett! Uh, sei in gamba, figlio di puttana, lo sai? Il
sistema metrico. Lì dentro che c'è?
BRETT: Sprite.
JULES: Ah, Sprite.
Buona. Ti dispiace se... se assaggio la tua bevanda saporita per mandare giù il
boccone?
BRETT: Fa' pure.
JULES: Ah! Ci voleva proprio! Tu, col
frangettone, sai perché siamo qui? Perché non dici al mio amico Vince, là, dove
hai nascosto la roba? Perché non glielo dici?
MARVIN: È lì dentro.
JULES:
Non ricordo di averti fatto nessuna domanda del cazzo, se non sbaglio! Cosa
dicevi?
ROGER: Nell'armadietto. No. No, quello all'altezza delle
ginocchia.
JULES: Siamo contenti? Vincent? Siamo contenti?
VINCENT: Sì,
siamo contenti.
BRETT: Ehm... ascolta... Mi dispiace, io... io... io non ho
capito il tuo nome. Ho... ho capito il tuo, ehm, Vincent, giusto? Ma non ho
capito il tuo.
JULES: Mi chiamo Gerda e non è con le chiacchiere che uscirai
da questa merda.
BRETT: No, no. No. No. Voglio solo che sappiate quanto...
Voglio solo che sappiate quanto ci dispiace che le cose siano andate a puttane
tra noi e il signor Wallace. E... Noi ci siamo messi in questo affare con le
migliori intenzioni, davvero, no, no, no...
JULES: Oh, scusami, ho spezzato
la tua concentrazione. Oh, non volevo farlo. Per favore, continua. Dicevi
qualcosa a proposito delle migliori intenzioni, sì. Ma che ti prende? Ah, avevi
finito? Interessante, ma non mi hai convinto, sai? Dì un po', Marsellus Wallace
che aspetto ha?
BRETT: Cosa?
JULES: Da che paese vieni?
BRETT: Cosa?
Cosa?
JULES: "Cosa" è un paese che non ho mai sentito nominare! Lì parlano la
mia lingua?
BRETT: Cosa?
JULES: La mia lingua, figlio di puttana! Tu la
sai parlare?
BRETT: Sì!
JULES: Allora capisci quello che dico!
BRETT:
Sì! Sì! Sì!
JULES: Descrivimi perciò Marsellus Wallace! Che aspetto
ha!
BRETT: Cosa?
JULES: Di' "cosa" un'altra volta! Di' "cosa" un'altra
volta! Ti sfido, due volte, ti sfido, figlio di puttana, di' "cosa" un'altra
maledettissima volta!
BRETT: È... è... è nero.
JULES: Vai
avanti!
BRETT: È senza capelli.
JULES: Secondo te sembra una
puttana?
BRETT: Cosa?
JULES: Secondo te, lui ha l'aspetto di una
puttana?
BRETT: No!
JULES: Perché allora hai cercato di fotterlo come una
puttana?
BRETT: Non l'ho fatto!
JULES: Sì che l'hai fatto! Sì, tu l'hai
fatto! Brett, hai cercato di fotterlo!
BRETT: No!
JULES: Ma a Marsellus
Wallace non piace farsi fottere da anima viva tranne che dalla signora Wallace.
Leggi la Bibbia, Brett?
BRETT: S... s... sì.
JULES: E allora ascolta
questo passo che conosco a memoria, è perfetto per l'occasione. Ezechiele,
25:17. "Il cammino dell�uomo timorato è minacciato da ogni parte dalle iniquità
degli esseri egoisti e dalla tirannia degli uomini malvagi. Benedetto sia colui
che nel nome della carità e della buona volontà conduce i deboli attraverso la
valle delle tenebre, perchè egli è in verità il pastore di suo fratello e il
ricercatore dei figli smarriti, e la mia giustizia calerà sopra di loro con
grandissima vendetta e furiosissimo sdegno su coloro che si proveranno ad
ammorbare e infine a distruggere i miei fratelli, e tu saprai che il mio nome è
quello del Signore quando farò calare la mia vendetta sopra di te".
"VINCENT VEGA E LA MOGLIE DI MARSELLUS WALLACE"
MARSELLUS WALLACE: Penso
che ti ritroverai, quando tutta questa merdata sarà finita... penso che ti
ritroverai ad essere un figlio di puttana sorridente. La faccenda è... che in
questo momento hai talento. Ma per quanto sia doloroso, il talento non dura. Il
tuo periodo sta per finire. Ora questa è una merdosissima realtà della vita, ma
è una realtà della vita davanti alla quale il tuo culo deve essere realista.
Vedi, questa attività è stracolma di stronzi poco realisti, che da giovani
pensavano che il loro culo sarebbe invecchiato come il vino. Hm-hm! Se vuoi dire
che diventa aceto, è così. Se vuoi dire che migliora con l'età, non è così. E
poi... Quanti combattimenti credi di poter ancora affrontare? Hm? Due? Non ci
sono combattimenti per i vecchi pugili, eri quasi arrivato ma non ce l'hai mai
fatta, e se dovevi farcela ce l'avresti già fatta. Sei dei miei?
BUTCH
COOLIDGE: Si. Pare proprio di si.
MARSELLUS: La sera del combattimento forse
sentirai una piccola fitta. È l'orgoglio che ti blocca il cervello e te lo mette
nel culo. Mettiglielo tu nel culo. L'orgoglio fa solo male, non aiuta, mai.
Supera certe cagate, perchè da qui a un'anno, quando te la spasserai nei
Caraibi, dirai a te stesso: "Marsellus Wallace aveva ragione".
BUTCH: Non ho
problemi su questo, signor Wallace.
MARSELLUS: Alla quinta il tuo culo andrà
al tappeto. Ripeti.
BUTCH: Alla quinta il mio culo andrà al tappeto.
PAUL:
Oh, Vincent Vega, il nostro uomo ad Amsterdam! E Jules Winnfield, il nostro uomo
ad Englewood. Portate le chiappe qui dentro. Porca miseria, ma cosa sono questi
vestiti?
JULES: È meglio che tu non lo sappia.
VINCENT: Dov'è il gran
capo?
PAUL: Il gran capo è di là, si sta occupando di un affare. Prendetevela
calma per qualche minuto. Appena vedete l'uomo bianco andare via, entrate
voi.
VINCENT: Come ti va?
PAUL: Bene. Tu che mi racconti
dell'Olanda?
VINCENT: Niente male.
PAUL: Ho sentito che domani sera porti
fuori Mia.
VINCENT: È Marsellus che me l'ha chiesto.
PAUL: La conosci
Mia?
VINCENT: Non ancora.
PAUL & JULES: Ah, ah, ah, ah!
VINCENT:
Che cazzo c'è da ridere?
JULES: Niente. Devo andare a pisciare.
VINCENT:
Senti, non sono un coglione idiota, chiaro? Quella è la moglie del gran capo, mi
siedo di fronte a lei, mastico quello che mangio con la bocca chiusa, rido alle
sue battute stronze e nient'altro.
PAUL: Io mi chiamo Paul, ve li fate tra
voi i vostri goal. Hm?
VINCENT: Allora perché cazzo me l'hai chiesto a fare?
Rotto in culo.
BUTCH: Un pacchetto di Red Apples.
PAUL: Col
filtro?
BUTCH: No. Che cos'hai da guardare, amico?
VINCENT: Non sei amico
mio, bestione.
BUTCH: Che cosa?
VINCENT: Mi hai sentito benissimo, palle
mosce.
MARSELLUS: Vincent Vega è nel locale? Il mio uomo! Trascina qui il
culo!
VINCENT: Marsellus! Eh, scusa!
MARSELLUS: Ah! Non ti
preoccupare!
PAUL: Le Red Apples. Un dollaro e quaranta.
JODY: ... È come se trasformasse ogni parte del tuo corpo nella punta di un
pene.
TRUDI: Accidenti!
JODY: Te lo presto, è un libro fantastico sul
piercing.
TRUDI: Ma la pistola che usano per bucarti le orecchie, non la
useranno anche per bucarti i capezzoli?
JODY: Lascia perdere! Ti assicuro che
quell'affare va contro qualsiasi idea alla base del piercing. Tutti i miei fori,
in diciotto parti del mio corpo, ognuno di loro è stato fatto con un ago. Cinque
in ogni orecchio, uno nel capezzolo del seno sinistro, due nella narice destra,
uno nel sopracciglio sinistro, uno sulla pancia, uno sul labbro, uno sul
grilletto. E sulla lingua ho anche una borchia.
VINCENT: Scusami, è solo una
curiosità. A che serve una borchia sulla lingua?
JODY: È sensuale. Aiuta la
fellatio.
LANCE: Vincent. Vieni nel mio ufficio. Forza. Questa è "Panda".
Viene dal Messico, è di prima qualità. Questa qui è "Bava". Diversa, ma
altrettanto buona. E quella è "Choco", viene dai monti Hartz della Germania.
Ora, le prime due costano lo stesso, 300 al grammo. Sono prezzi da amico. Ma
questa qui è un pochino più cara. Viene 500 al grammo. Quando te la "spari", sai
dove sono andati a finire quei soldi in più. Niente da ridire sulle altre due, è
roba veramente... veramente buona. Ma questa qui è una bomba
atomica.
VINCENT: Guarda che sono appena tornato da Amsterdam.
LANCE: Sono
un negro? Siamo a Englewood? No. Sei a casa mia. I bianchi che sanno la
differenza tra roba buona e roba di merda è in questa casa che vengono. Con la
mia roba sono prontissimo a sfidare la robaccia di Amsterdam in un giorno
qualunque della settimana.
VINCENT: Questa è un'affermazione
azzardata.
LANCE: Qui non siamo ad Amsterdam, Vince, qui sono i venditori che
decidono. La coca è bella che morta da... da un pezzo. L'eroina sta rimontando
in modo pazzesco.
VINCENT: Hm? D'accordo. Dammi tre grammi della bomba
atomica, e...
LANCE: Bene.
VINCENT: ... se è buona come dici tornerò a
comprarne altri mille dollari.
LANCE: Ah, beh, spero solo che ce ne sia
rimasta un po' per te. Ah... te ne darò un po' dalla mia scorta privata - è
fantastica - per dimostrarti che sono gentile. Ehi, ho finito le bustine, un
sacchetto ti va bene?
VINCENT: Sì, sì, perfetto.
LANCE: D'accordo. Te lo
prendo sùbito. Tesoro, mi porti dei sacchetti e dei legacci dalla
cucina?
JODY: Sì, volo.
LANCE: Ehi, che ne pensi di Trudi? Non ha l'amico,
hai voglia di... andare su di giri con lei?
VINCENT: Qual è Trudi? Quella con
le schifezze in faccia?
LANCE: No, quella è Jody. Quella è mia
moglie.
VINCENT: Eh, eh, eh, eh, eh! L'ho detta grossa, vero?
LANCE: No,
figurati.
VINCENT: No, non posso, devo andare in un posto.
LANCE: Ah, non
c'è nessun problema.
VINCENT: Alla prossima occasione.
JODY: Grazie,
Jody.
LANCE: Ce l'hai ancora la Malibu?
VINCENT: Ah, amico, sai cosa mi ha
fatto uno stronzo ieri?
LANCE: Cosa?
VINCENT: L'ha graffiata con una
chiave.
LANCE: Ah, mi dispiace. Che pezzo di merda!
VINCENT: Non dirlo a
me. L'ho tenuta in deposito per tre anni. L'avevo ritirata da cinque giorni, e
un cazzone merdoso qualsiasi me l'ha graffiata.
LANCE: Quelli così li
dovrebbero ammazzare. Niente processo, niente giuria. Giustiziati.
VINCENT:
Magari avessi potuto beccarlo mentre lo faceva. Avrei dato qualsiasi cosa per
beccare quel rotto in culo. Allora sì che valeva la pena che lo facesse, così lo
potevo beccare!
LANCE: Che schifoso.
VINCENT: Sei un vigliacco cacasotto
se fai lo stronzo con la macchina di un altro! Insomma, non si fa lo stronzo con
la macchina degli altri!
LANCE: Non si fa.
VINCENT: È contro ogni
regola!
LANCE: Grazie.
VINCENT: Grazie a
te. Ti secca se me la sparo qui?
LANCE: Ehi! Mi casa su
casa.
VINCENT: Muchas gracias.
MIA WALLACE: Ciao, Vincent. Mi sto vestendo. La porta è
aperta. Entra e preparati da bere. Mia.
VINCENT: C'è
nessuno?
MIA: Vincent. Vincent, sono all'interfono.
VINCENT: Dov... dov'è l'interfono?
MIA: Sulla parete, vicino alle due statuette africane. Alla
tua destra. Fuochino... fuochino. Trovato.
VINCENT:
Ciao.
MIA: Spingi il pulsante se vuoi parlare.
VINCENT: Ciao.
MIA: Preparati
qualche cosa da bere, io verrò giù tra due secondi, accomodati. Il bar è vicino
al caminetto.
VINCENT: Va bene.
MIA: Andiamo.
VINCENT: Ma che cazzo
è questo posto?
MIA: Questo è il Jackrabbit Slim's. A un
Elvis-maniaco dovrebbe piacere.
VINCENT: Ah, dai, Mia,
andiamo a farci una bistecca.
MIA: La bistecca la puoi
trovare qui, paparino. Non fare il... Hm?
VINCENT: Dopo
di te, gattina.
I MOTOCICLISTA: Ehi! Ma come guidi?
Vaffanculo!
II MOTOCICLISTA: Sei tu che cammini senza
guardare!
MAITRE: Buonasera, signore e signori. In che
cosa posso esservi utile?
MIA: C'è una prenotazione a
nome Wallace.
MAITRE: Wallace?
MIA: Abbiamo prenotato una macchina.
MAITRE: Ah, una macchina. Bene. Accompagna i signori alla
Chrysler.
RICKY NELSON: ... throw a nickel in the
jukebox, then we start to rock / My school gal baby, gonna tell ya some news /
You sure look good in them baby-doll shoes / Well, it's a-one, two, a-pull off
my shoes / Three, four, get out on the floor / Five, six, come get your kicks /
Down on the corner of Lincoln and a-forty-six / Yeah! / All right / I've been
a-waitin' in school all day long / a-waitin' on the bell to ring so I could go
home / Throw my books on the table, pick up the telephone...
MARYLIN MONROE: Salve.
RICKY
NELSON: ... Hello, baby, let's get somethin' goin' / Headin' down to the
drugstore to get a soda pop / Throw a nickel in the jukebox, then we start to
rock / My school gal baby, gonna tell ya some news / You sure look good in them
baby-doll shoes / Listen, it's a-one, two, a-pull off my shoes / Three, four,
get out on the floor / Five, six, come get your kicks / Down on the corner of
Lincoln and a-forty-six / ... Down on the corner of Lincoln and a-forty-six
PRESENTATORE: Un bell'applauso per Ricky Nelson! Davvero
fantastico, Ricky!
RICKY NELSON: Grazie infinite.
MIA: Vincent!
PRESENTATORE: Voglio
solo annunciarvi che Ricky sarà di nuovo con noi nella seconda parte dello
spettacolo. Ci auguriamo che gustiate la vostra cena qui al Jackrabbit Slim's.
Grazie.
INSERVIENTE: Chiedete tutti le Philip Morris!
MIA: Cosa te ne pare?
VINCENT: Se
non li sentissi parlare, sembrerebbe il museo delle cere!
BUDDY: Salve, sono Buddy. Che vi porto?
VINCENT: Ah... Vediamo, bistecca, bistecca, bistecca,
bist... Oh, sì, bistecca Douglas Sirk, ecco. Prendo questa.
BUDDY: E come la vuoi? Ben cotta, media o grondante
sangue?
VINCENT: Grondante sangue. Oh, sì, anche questa:
coca alla vaniglia.
BUDDY: E tu, Peggy Sue?
MIA: Io voglio un... Durwood Kirby hamburger. Lo prendo al
sangue. E un frappè da cinque dollari.
BUDDY: E come lo
vuoi? "Martin e Lewis" o "Amos e Andy"?
MIA: "Martin e
Lewis".
VINCENT: Hai ordinato un frappè da cinque
dollari?
MIA: Hm-hm.
VINCENT: Il
frappè è latte e gelato insieme?
MIA: A quanto ne
so...
VINCENT: E sta a cinque dollari? Non ci metti
bourbon o qualcos'altro?
BUDDY: No.
VINCENT: Controllavo.
BUDDY: Torno
subito con le bevande.
MIA: Potresti arrotolarmi una di
quelle, cowboy?
VINCENT: Ti posso dare questa qui,
cowgirl.
MIA: Grazie.
VINCENT:
Sciocchezze, non c'è di che.
MIA: Sai, Marsellus ha
detto che sei appena tornato da Amsterdam.
VINCENT:
Verissimo.
MIA: Quanto ci sei stato?
VINCENT: Poco più di tre anni.
MIA:
Io ci vado una volta l'anno, mi rilasso per un mese.
VINCENT: Veramente? Non lo sapevo.
MIA: E perché dovevi?
VINCENT: Ho
sentito che hai girato un pilota.
MIA: Sono stati i miei
quindici minuti di gloria.
VINCENT: E che cos'era?
MIA: Era un programma su una squadra di donne agenti
segreti chiamato "Volpi Forza Cinque".
VINCENT: Come?
MIA: "Volpi Forza Cinque". "Volpi", perché eravamo in
gamba, astute e carine. "Forza", perché eravamo una forza con cui fare i conti.
E "Cinque", perché eravamo una-due-tre-quattro-cinque di numero. C'era una
bionda, Sommerset O'Neal, lei era il capo. La volpina giapponese era una maestra
di arti marziali. Alla ragazza nera toccavano le demolizioni, era un'esperta. La
volpina francese aveva una specialità, il sesso.
VINCENT: Qual era la tua specialità?
MIA: Lame affilate. Il mio personaggio, Raven McCoy, aveva
una storia: era... era venuta su cresciuta da artisti del circo. Secondo il
copione, era la donna più pericolosa del mondo con un coltello. E... e conosceva
un'infinità di vecchie barzellette che il suo caro nonnetto, un attore del
Vaudeville, le aveva insegnato. E nell'eventualità che ci avessero confermato,
avrebbero trovato il modo per cui in ogni episodio io avrei raccontato un'altra
barzelletta.
VINCENT: Chissà quante barzellette
conosci.
MIA: Beh, ho potuto raccontarne solo una.
Abbiamo girato solo un episodio.
VINCENT: Sentiamo.
MIA: È una cavolata.
VINCENT: Ma
non fare così, sentiamo.
MIA: No, non ti piacerebbe. Mi
sentirei in imbarazzo.
VINCENT: In imbarazzo? L'hai
raccontata a cinquanta milioni di persone e non puoi raccontarla a me? Prometto
di non ridere.
MIA: È proprio di questo che ho paura,
Vince.
VINCENT: Ah, non è quello che intendevo dire, lo
sai.
MIA: Adesso di sicuro non te la racconto, perché ci
abbiamo ricamato troppo sopra.
VINCENT: Che
fregatura!
BUDDY: "Martin e Lewis". Coca alla
vaniglia.
MIA: Hm. È buono.
VINCENT: Me ne faresti provare un sorso?
MIA: Fai pure, assaggia.
VINCENT:
Voglio sapere di che sa un frappè da cinque dollari.
MIA: Puoi usare la mia cannuccia, non ho i bacilli.
VINCENT: Sì, ma magari ce lo ho io.
MIA: So badare ai bacilli.
VINCENT:
E va bene. Accidenti, è davvero buono questo frullato.
MIA: Te l'avevo detto.
VINCENT: Non
so se vale cinque dollari, ma cazzo è veramente buono.
MIA: Non odi tutto questo?
VINCENT:
Odio cosa?
MIA: I silenzi che mettono a disagio. Perché
sentiamo la necessità di chiacchierare di puttanate per sentirci più a nostro
agio?
VINCENT: Non lo so, è un'ottima domanda.
MIA: È solo allora che sai di aver trovato qualcuno davvero
speciale: quando puoi chiudere quella cazzo di bocca per un momento e
condividere il silenzio in santa pace.
VINCENT: Beh, non
credo che siamo già arrivati a questo, ma non te la prendere, ci conosciamo
appena.
MIA: Facciamo una cosa: io adesso vado in bagno
a incipriarmi il naso, tu resti seduto e pensi a qualcosa da dire.
VINCENT: Sarà fatto!
MIA: Bene.
MARYLIN: Quando metto questo vestito si alza il
ventaccio!
AVVENTORE: Mettilo più spesso!
MIA: Ho detto "cazzo, che botta"! Che botta, cazzo. Cazzo,
che botta! Hm... Non lo trovi piacevole tornare dal bagno e vedere che la tua
cena è lì che ti aspetta?
VINCENT: Siamo fortunati se ci
hanno servito qualcosa. Non credo che Buddy Holly sia un bravo cameriere. Forse
dovevamo sederci nel settore di Marilyn Monroe.
MIA:
Quale? Ce ne sono due di Monroe.
VINCENT: Ma che dici?
Quella è Marilyn Monroe. Quella è Mamie Van Doren.
MAMIE
VAN DOREN: Desidera ancora qualcosa?
VINCENT: Però non
vedo Jayne Mansfield, si sarà presa una sera di riposo.
MIA: Sei molto in gamba.
VINCENT:
Sì, sono momenti.
MIA: Hai pensato a qualcosa da
dire?
VINCENT: In effetti sì. Comunque... Tu sembri una
persona molto simpatica e io non voglio offenderti.
MIA:
Uh! Questa non ha l'aria di essere la solita frasetta noiosa lanciata là per
fare due chiacchiere. Sembra che tu abbia davvero qualcosa da dire.
VINCENT: Beh, è così. È così. Però tu devi promettermi di
non offenderti.
MIA: No. No, no, no. Non si può
promettere una cosa del genere. Io non ho idea di che cosa stai per chiedermi;
tu vai avanti e chiedimi quello che stai per chiedermi. La mia reazione
spontanea potrebbe essere quella di sentirmi offesa, e senza colpa da parte mia
non avrei mantenuto la promessa.
VINCENT: Ti prego,
lascia perdere.
MIA: Ora pretendi l'impossibile. Lasciar
perdere una cosa così intrigante come questa sarebbe un tentativo futile.
VINCENT: Ne sei convinta?
MIA: E
poi non è più eccitante quando non si ha il permesso?
VINCENT: Va bene, va bene. Allora, ecco qua. Ah... che ne
pensi di quello che è capitato ad Antwan?
MIA: Chi è
Antwan?
VINCENT: Tony Rocky Horror. Lo conosci.
MIA: È caduto da una finestra.
VINCENT: Hm-hm, hm-hm, hm! Questo è un modo per dirlo, sì.
Un altro modo sarebbe che è stato buttato fuori. Un altro ancora sarebbe che è
stato buttato fuori da Marsellus, e ancora un altro modo dire che è stato
buttato fuori da una finestra da Marsellus per causa tua.
MIA: Ne sei convinto?
VINCENT: No,
non ne sono convinto, è solo quello che ho sentito, quello che ho sentito.
MIA: Chi te l'ha detto?
VINCENT:
Loro.
MIA: Loro parlano tanto, non credi?
VINCENT: Parlano, parlano. Parlano eccome!
MIA: Non fare il timido, Vincent, che altro hanno detto?
VINCENT: Beh, io non sono timido. Ehm...
MIA: Per caso c'entra con la parola scopare?
VINCENT: No. No, no, no, no, no. Hanno solo detto che
Antwan ti ha fatto un massaggio ai piedi.
MIA: E
allora?
VINCENT: E allora? Allora niente, tutto qui.
MIA: Ti hanno detto che Marsellus ha buttato Tony Rocky
Horror fuori da una finestra perché mi ha fatto un massaggio ai piedi?
VINCENT: Hm-hm.
MIA: E pensi che
sia vero?
VINCENT: Beh, insomma, quando me l'hanno detto
mi è sembrato ragionevole.
MIA: Marsellus che gettava
Tony fuori da una finestra dal quarto piano perché mi ha fatto un massaggio ai
piedi ti è sembrato ragionevole?
VINCENT: No, mi è
sembrato eccessivo, ma non vuol dire che non sia successo. A quanto dicono,
Marsellus è molto... protettivo nei tuoi confronti.
MIA:
Un marito che è protettivo nei confronti di sua moglie è una cosa, un marito che
quasi uccide un altro uomo perché ha toccato i piedi di sua moglie è
un'altra.
VINCENT: Ma è successo? Dimmi.
MIA: La sola cosa che Antwan ha toccato di mio è stata la
mano quando me l'ha stretta al mio matrimonio.
VINCENT:
Davvero?
MIA: Nessuno ha mai saputo perché Marsellus ha
buttato Tony fuori da una finestra del quarto piano, tranne Marsellus e Tony.
Quando voi maschiacci vi riunite siete peggio di un circolo di cucito.
PRESENTATORE: Signore e signori, è arrivato il momento che
tutti aspettavate, la gara più famosa del Jackrabbit Slim's: il twist, signore e
signori. Ed è così che una coppia fortunata vincerà questo splendido trofeo che
la nostra Marilyn ha in mano. Allora, chi saranno i nostri primi concorrenti?
MIA: Eccoci qui. Ho voglia di ballare.
VINCENT: Oh, No, no, no, no, no!
MIA: No, no, no, no, no... Se non sbaglio, Marsellus, mio
marito, il tuo capo, ti ha detto di portarmi a spasso e di fare tutto quello che
voglio. E io voglio ballare, voglio vincere, e voglio quel trofeo.
VINCENT: D'accordo.
MIA: Perciò
balla bene.
VINCENT: Perfetto. L'hai voluto tu.
PRESENTATORE: Un bell'applauso per i nostri primi
concorrenti. E conosciamo i nostri primi due concorrenti di questa sera.
Signorina, lei come si chiama?
MIA: Signora Mia
Wallace.
PRESENTATORE: E come si chiama il suo
compagno?
MIA: Vincent Vega.
PRESENTATORE: Bene, vediamo che cosa sapete fare. Via con
la musica!
MIA & VINCENT: Ah, ah, ah! Eh, eh!
VINCENT: È questo che chiami "un silenzio che mette a
disagio"?
MIA: Non so come lo chiami tu questo.
VINCENT: Hm!
MIA: Da bere!
Musica!
VINCENT: Devo andare a pisciare.
MIA: Potevi anche fare a meno di questa informazione
dettagliata, Vince, ma vai pure.
NEIL DIAMOND: Girl,
you'll be a woman soon / I love you so much, can't count all the ways / I've
died for you girl and all they can say is / He's not your kind / They never get
tired of putting me down / And I'll never know when I come around / What I'm
gonna find / Don't let them make up your mind / Don't you know / Girl, you'll be
a woman soon...
VINCENT: Un bicchiere e nient'altro. Non
fare il cafone, bevi il tuo bicchiere. Ma fallo in fretta. Di' "buonanotte" e
vai a casa.
NEIL DIAMOND: ... Girl, you'll be a woman
soon / Soon, you'll need a man / I've been misunderstood for all of my life /
But what they're saying girl it cuts like a knife / The boy's no good / Well
I've finally found what I'm a looking for / But if they get their chance they'll
end it for sure / Surely would / Baby I've done all I could / Now it's up to
you...
VINCENT: Questo è un test sulla moralità di una
persona, se riesce o no a continuare ad essere leale. Perché essere leali è
molto importante.
NEIL DIAMOND: ... They never get tired
of putting me down / And I'll never know when I come around / What I'm gonna
find / Don't let them make up your mind / Don't you know / Girl, you'll be a
woman soon / Please, come take my hand / Girl, you'll be a woman soon / Soon,
you'll need a man...
MIA: Ciao.
NEIL DIAMOND: ... Girl, you'll be a woman soon...
VINCENT: Perciò, tu ora vai fuori e dici: "Buonanotte, ho
passato una bellissima serata". Infili la porta, entri in macchina, vai a casa,
ti fai una sega, e finisce la storia. Bene. Mia, senti, ora devo andare, va
bene? Oh, Cristo Santo! E adesso? Oh, Cristo Santo! Sono fottuto! Sono fottuto!
Forza, bella! Dobbiamo andarcene da qui! Dobbiamo muoverci! Forza!
VINCENT: Cazzo, non mi morire, Mia! Sono un coglione, lo
so. E dai!
UOMO: Poche storie, signor Forrester, mi dia
l'astuccio con gli anelli!
FORRESTER: Sì, vado a
prenderli sùbito.
DONNA: E faccia presto! Oh, la prego,
la prego, si sbrighi!
J.M. BENTON: Dunque, sì, vediamo,
dunque, qui ci dovrebbero essere scritti i nomi. Ah... tenetevi per mano,
piccioncini.
DONNA: No...
VINCENT: Vaffanculo, Lance, vai al telefono!
DONNA: Ah, ah, ah, ma guarda!
J.M.
BENTON: Tenetevi per mano.
UOMO: Sì, ecco.
DONNA: E ora che cos'ha da dire?
J.M. BENTON: Ah... allora... mi arrendo, vi sposo.
DONNA: Oh...
UOMO: Oh, signor
Devon, la prego, per favore.
JODY: Lance, il telefono
sta suonando, accidenti!
DONNA: ... ma lo sai che hai
una bella faccia tosta?
LANCE: Lo sento.
DONNA: Ora ti insegno un paio di cose.
JODY: Ma non avevi detto a quei rotti in culo di non
chiamare mai a quest'ora?
LANCE: Sì, gliel'avevo detto.
Ed è esattamente quello che dirò a questo rotto in culo qui, adesso.
DONNA: Ho trovato gli anelli!
LANCE: Pronto?
VINCENT: Lance,
Vincent. Sono nella merda fino al collo, amico, sto venendo a casa tua.
LANCE: Ehi... Ehi... Frena, bello mio! Qual è... qual è il
problema?
VINCENT: C'è una tizia che è finita in
overdose, capito?
LANCE: Beh, non portarla qui. Guarda
che non sto scherzando, cazzo. Non pensare di portare una ragazzina sballata a
casa mia!
VINCENT: Non ho scelta.
LANCE: È in overdose?
VINCENT:
Cazzo, tra poco ci lascia la pelle!
LANCE: Bene, allora
non ti resta che ingoiare la merda, portarla all'ospedale e chiamare un
avvocato.
VINCENT: Negativo!
LANCE: Cazzo, questo... questo non è un problema mio. Tu
l'hai fatta sballare e ora lo risolvi tu questo casino. Ma, scusa, mi stai
parlando da un telefono cellulare? Io non ti conosco, chi parla? Non venire qui.
Riattacco il telefono. È uno scherzo. È uno scherzo.
DONNA: Ma dove sono gli anelli?
JODY: Ma che diavolo succede?
LANCE: Ma ti sei bevuto il cervello, cazzo? Prima ti metti
a parlare di droga da un cellulare e ora ti vai a schiantare contro casa mia?
VINCENT: Forza, Lance, aiutami. Prendila per i piedi. Per i
piedi!
LANCE: Ehi! Ehi! Sei sordo?
VINCENT: Prendila per i piedi!
LANCE: Tu non ce la porti questa troia sbomballata a casa
mia.
VINCENT: Lance, questa troia sbomballata è la
moglie di Marsellus Wallace, e sai chi è Marsellus Wallace?
LANCE: Sì.
VINCENT: Se questa mi
crepa, io divento concime per le piante. Ora senti, a questo punto io dovrò per
forza raccontargli che tu non mi hai dato una mano, e che l'hai fatta morire sul
tuo prato. Hai capito? Dammi una mano adesso.
LANCE:
Cazzo!
JODY: Lance! Ma tu guarda, le due di notte! Ma
che cazzo sta succedendo qui? E chi è?
LANCE: Vai in
frigo e prendi la siringa con la dose di adrenalina.
JODY: Che cazzo le è successo?
LANCE: È in overdose.
JODY:
Sbattila sùbito fuori!
VINCENT: Prendi quella cazzo di
siringa!
JODY: Vaffanculo! E vaffanculo anche tu!
VINCENT: Quanto rompe questa figlia di puttana!
LANCE: Continua a parlarle, capito? Lei prende la siringa,
io prendo il libretto di medicina.
VINCENT: A che cazzo
ti serve un libro di medicina?
LANCE: Mai fatta
un'iniezione di adrenalina, devo leggere come si fa.
VINCENT: No, non ho mai fatto un'iniezione di adrenalina
LANCE: Non mi è mai capitato, va bene? Io non vado in giro
a strafarmi con i mocciosi! I miei amici sanno gestire i loro panni!
VINCENT: Prendi la siringa!
LANCE:
Certo, se mi lasci andare!
VINCENT: Non te lo sto mica
impedendo!
LANCE: E allora smettila di parlare con me,
parla con lei!
VINCENT: E prendi la siringa! Sbrigati,
Lance! Se ne sta andando!
LANCE: Sto cercando più in
fretta che posso!
JODY: Che sta cercando?
VINCENT: E che ne so? Un libro.
JODY: Che stai cercando?
LANCE: Il
mio libretto nero di medicina.
JODY: Che stai
cercando?
LANCE: Il cazzo del mio libretto nero di
medicina. È una specie di... di manuale che danno agli infermieri.
JODY: Mai visto nessun libro di medicina.
LANCE: E... fidati, ce l'ho.
JODY:
Se è così importante, perché non lo tieni insieme alla siringa?
LANCE: Non lo so! Piantala di rompermi le palle!
JODY: Senti, mentre lo cerchi, quella crepa sul nostro
tappeto. Non troverai mai niente in questo casino.
LANCE: Tesoro, ti ammazzo se non chiudi sùbito quella
bocca!
JODY: Sono mesi che ti dico di pulire la stanza,
ma tu sei troppo occupato a farti!
VINCE: Lance,
fottitene di quella stronza! Corri qui!
JODY:
Bastardo.
LANCE: Levati di mezzo!
JODY: Maiale!
VINCENT: Smettila di
cazzeggiare e falle l'iniezione, su.
LANCE: Va bene.
Senti, mentre io preparo qua, apri la camicia e cercale il cuore.
VINCENT: Dev'essere il punto esatto?
LANCE: Certo che dev'essere esatto. Se questa è
un'iniezione del cuore non puoi tirare a indovinare.
VINCENT: Ma dove cazzo sta il cuore? Beh, secondo me è
qui.
JODY: È lì, è lì.
VINCENT:
Davvero? Bene. Ora quello che mi serve è un pennarello bello grosso. Ce
l'hai?
JODY: Che cosa?
VINCENT:
Un pennarello, una penna con la punta molto grossa! Uno schifosissimo
pennarello!
LANCE: Ci siamo. Ecco.
VINCENT: Presto! Presto!
LANCE:
Cazzo!
VINCENT: Hm!
LANCE: Ecco.
Ecco, adesso è pronta. Ecco.
VINCENT: Lance, presto.
LANCE: Va bene.
VINCENT: Fai
presto.
LANCE: Tieni, ti dico cosa fare.
VINCENT: No, no, no, no, mai nella vita. T... t... tu
gliela devi fare.
LANCE: No, tu gliela devi fare.
VINCENT: Io non gliela faccio.
LANCE: No, io non gliela faccio.
VINCENT: Io non ho mai fatto un'iniezione.
LANCE: Neanch'io ne ho mai fatte, va bene? Non comincerò
certo adesso. Senti, tu l'hai portata qui, perciò gliela fai tu l'iniezione.
Quando porterò da te una in overdose le farò l'iniezione. Falle l'iniezione.
VINCENT: Gliela faccio io.
JODY:
Ecco.
VINCENT: Finalmente! Sono pronto. Dimmi che cosa
devo fare.
LANCE: Bene. Stai per farle un'iniezione di
adrenalina dritta nel cuore. Qua c'è lo sterno. Allora devi trapassarlo, perciò
non devi fare altro che abbassare l'ago, come... come se volessi pugnalarla.
VINCENT: De... devo pugnalarla tre volte?
LANCE: No, non devi pugnalarla tre volte, una volta sola,
ma con forza, in modo da trapassarle lo sterno, e beccarle il cuore, capito?
VINCENT: Sì.
LANCE: E poi, quando
hai fatto, devi... devi premere sullo stantuffo.
VINCENT: D'accordo. E poi che succede?
LANCE: Anch'io sono curioso di saperlo.
VINCENT: Questo non è uno scherzo, cazzo! L'ammazzerò?
Insomma, che succede?
LANCE: No, dovrebbe riprendersi
sùbito, così...
VINCENT: Va bene, forza, conta fino a
tre.
LANCE: Va bene.
VINCENT:
Pronto?
LANCE: Uno. Due. Tre!
MIA: Aaaahh!
LANCE: Se stai bene
prova a dire qualcosa.
MIA: Qualcosa.
JODY: È stato meglio di una strippata! Ah, ah, ah!
LANCE: Mamma mia!
VINCENT: Mia.
Mia. Com... Come pensi di... risolvere questa storia?
MIA: E tu, Vincent?
VINCENT: Beh,
io sono del parere, anche se Marsellus vivesse cent'anni non c'è bisogno che
sappia di questo incidente.
MIA: Se Marsellus venisse a
sapesse di questo incidente, sarei nei guai esattamente quanto te.
VINCENT: Se permetti ne dubito!
MIA: So tenere un segreto se lo fai anche tu.
VINCENT: Qua la mano! Muti come una tomba. Deciso? Ora, se
vuoi scusarmi, vado a casa a farmi venire un infarto.
MIA: Vincent. Vuoi sentire la mia barzelletta di "Volpe
Forza Cinque"?
VINCENT: Volentieri. Solo che, vedi, sono
ancora troppo terrorizzato per ridere.
MIA: No, non
riderai, perché non è divertente. Ma, se ancora la vuoi ascoltare, te la
racconto.
VINCENT: Non vedo l'ora!
MIA: Okay. Tre pomodori camminano per la strada, Papà
Pomodoro, Mamma Pomodoro e il Pomodorino. Il Pomodorino cammina con aria svagata
e Papà Pomodoro allora si arrabbia e... Va da lui, lo schiaccia e dice: "Fai il
concentrato!"
VINCENT: Ah. Ah.
MIA: Il concentrato.
VINCENT:
Ah.
MIA: Bene, ci vediamo.
INUIT: Eh, quel Paddlefoot, buffo cane sciocco, lui
credere totem potere avere vita, eh, eh, eh! Lui cucciolone artico. Quel totem,
vedi, essere qui da sempre.
SIGNORA COOLIDGE: Butch?
CLUTCH CARGO: Dobbiamo caricare ancora delle casse e poi ci
mettiamo in viaggio verso...
SIGNORA COOLIDGE: Smetti
per un attimo di guardare la tv?
BUTCH: Sì.
SIGNORA COOLIDGE: C'è una visita importante. Senti, ti
ricordi che ti ho detto che papà è morto in un campo di prigionia? Bene. Questo
signore è il capitano Koons, era nel campo di prigionia insieme a papà.
CAPITANO KOONS: Ciao, giovanotto. Accidenti, ho sentito
parlare molto di te. Ecco, io ero un buon amico di tuo padre, sai? Siamo stati
ad Hanoi insieme in quell'inferno per oltre cinque anni. Speriamo che non debba
fare questa esperienza anche tu. Ma quando due uomini si trovano in una
situazione come quella vissuta da me e da tuo padre per tutto il tempo che è
durata, ti fai carico di certe responsabilità dell'altro. Se fossi stato io a...
a non farcela, il maggiore Coolidge in questo momento starebbe parlando con mio
figlio Jim. Ma la sorte ha voluto che parlassi io con te, Butch. Ti ho portato
una cosa. Questo orologio che ho qui fu visto e acquistato dal tuo grande
bisnonno durante la Prima Guerra Mondiale. Fu comprato in un negozio di
cianfrusaglie a Knoxville, nel Tennessee, prodotto dalla prima ditta che abbia
mai fatto orologi da polso - fino allora si portavano solamente orologi da
taschino. Sì, è stato comprato dal valoroso patriota Errayn Cooldige il giorno in cui si è imbarcato per Parigi. Il tuo bisnonno aveva questo qua durante la guerra: non se n'è mai staccato fino alla fine dei combattimenti. E dopo aver fatto il suo dovere, tornò a casa dalla tua bisnonna, si tolse l'orologio dal polso, lo mise in un barattolo da caffè ed è lì che è rimasto finché tuo nonno
Dane Coolidge non fu chiamato dal suo Paese perché andasse di nuovo a servire la patria. E... era la Seconda Guerra Mondiale questa volta. Il tuo bisnonno ha dato quest'orologio a tuo nonno per buona sorte. Sfortunatamente, a Dane è andata peggio del suo vecchio padre. Lui era un marine ed è rimasto ucciso con tutti gli altri marines nella battaglia di Wake Island. Tuo nonno stava affrontando la morte: lui lo sapeva. Nessuno di loro poteva illudersi che avrebbe mai lasciato quell'isola da vivo. Così, tre giorni prima che i giapponesi prendessero l'isola, tuo nonno chiese a un artigliere addetto
all'aviazione militare, di nome Winacki, un uomo mai visto prima in vita sua, di
consegnare al suo figlioletto, da lui mai visto in carne ed ossa, il suo
orologio d'oro. Tre giorni dopo tuo nonno rimase ucciso, ma Winacki mantenne la
sua parola. Alla fine della guerra, andò a fare visita a tua nonna, per
consegnare a tuo padre, bambino, l'orologio d'oro del suo papà: quest'orologio.
Tuo padre l'aveva ancora al polso quando è stato abbattuto sopra Hanoi. L'hanno
catturato e messo in un campo di prigionia vietnamita. Sapeva che se quelli
avessero visto il suo orologio gliel'avrebbero confiscato, eh, portato via. Per
come la vedeva tuo padre, quest'orologio era tuo di diritto, che fosse dannato
se quei musi gialli mettevano le manacce sui beni di suo figlio. Così l'ha
nascosto nel solo posto dove sapeva di poterlo fare: nel sedere, per cinque
lunghi anni ha tenuto l'orologio infilato nel sedere. Poi è morto di
dissenteria, mi ha dato l'orologio. Ho nascosto questo scomodo pezzo di metallo
nel sedere per due anni. Poi, finalmente, sono stato rimandato a casa dalla mia
famiglia. Adesso, giovanotto, consegno a te l'orologio.
KLONDIKE: Ci siamo, Butch.
PRESENTATORE: All'angolo destro vi presentiamo lo sfidante.
Con indosso i pantaloncini blu, peso 210 libbre, Floyd Ray Wilson.
"L'OROLOGIO D'ORO"
I CRONISTA: È
ufficiale. È ufficiale. Wilson è morto.
II CRONISTA:
Beh, Dan, è stato l'incontro più brutale e sanguinoso a cui questa città abbia
mai assistito. Coolidge è corso via. Mai visto un pugile vincere e andarsene
così in fretta. Secondo te sapeva che Wilson era morto?
I CRONISTA: Ah, secondo me sì, Richard. Dal mio posto ho
visto sparire dai suoi occhi la furia per lasciare il passo alla consapevolezza
di quanto stava facendo. Chiunque avrebbe lasciato di corsa il ring.
II CRONISTA: Dan, pensi che questa tragedia avrà
ripercussioni sul mondo della boxe?
I CRONISTA: Oh,
Richard, una tragedia simile non può non scuotere il mondo della boxe dalle
fondamenta. Ma l'effetto più clamoroso sarà nelle tristi settimane a venire: gli
occhi della BBA rimarranno...
ALLENATORE: È andato via
di corsa. Non ho potuto trattenerlo.
PAUL: Marsellus.
ALLENATORE: Giuro, non è colpa mia! Non è colpa mia!
VINCENT: Mia. Come stai?
MIA: Bene.
Non ti ho mai ringraziato per la cena.
MARSELLUS: Che
hai scoperto?
PAUL: Si è dato.
MARSELLUS: Il suo allenatore?
PAUL:
Giura che non ne sa niente. Io gli credo. Penso che sia rimasto sorpreso almeno
quanto...
MARSELLUS: No! Non dovete pensare, dovete
sapere. Portatelo al canile, datelo in pasto ai cani, così sapremo di sicuro
quello che sa e quello che non sa.
PAUL: Per trovare
Butch come ci muoviamo?
MARSELLUS: Rivolterò il mondo
per trovarlo! E anche se andasse in Indocina, uno dei nostri starà nascosto in
una ciotola di riso pronto a sparargli nel culo!
PAUL:
Ci penso io, capo. Sarà un piacere.
ESMERALDA
VILLALOBOS: Signore. Ehi, signore.
BUTCH: Che c'è?
ESMERALDA: Lei era al combattimento? Quello della radio. È
lei il pugile?
BUTCH: Come ti è venuta quest'idea?
ESMERALDA: No, su, avanti! È lei il pugile. Lo so che è
lei! Mi dica che è lei, quello.
BUTCH: Sì, sono
quello.
ESMERALDA: Ha ammazzato l'altro pugile.
BUTCH: È morto?
ESMERALDA: La radio
ha detto che è morto.
BUTCH: Mi dispiace tanto,
Floyd.
ESMERALDA: E che cosa si prova?
BUTCH: Che cosa si prova a fare che?
ESMERALDA: A uccidere un uomo. Pestare un altro uomo a
morte usando solamente le mani!
BUTCH: Sei
sciroccata?
ESMERALDA: No, per me è un argomento molto
interessante. Lei è la prima persona che incontro che ha ammazzato qualcuno, lo
sa? Allora? Che sensazione si prova a uccidere un uomo?
BUTCH: Facciamo così: tu mi dai una di quelle sigarette che
hai lì e io ti racconto tutto. Allora, Esmeralda... Villalobos. Sei
messicana?
ESMERALDA: Il nome è spagnolo, però io di
origine sono colombiana.
BUTCH: Niente male come nome,
tesoro.
ESMERALDA: Grazie. E lei come si chiama?
BUTCH: Butch.
ESMERALDA: Butch. Che
cosa vuol dire?
BUTCH: Sono americano. I nostri nomi non
significano un cazzo. Dunque, torniamo a noi, Esmeralda. Che vuoi sapere?
ESMERALDA: Voglio sapere che sensazione si prova a uccidere
un uomo.
BUTCH: Non te lo so dire. Non sapevo che fosse
morto finché non me l'hai detto tu. E adesso che so che è morto vuoi sapere che
cosa provo? Non mi sento in colpa nemmeno un po'. Che ti avevo detto, eh? Quando
si è saputo dell'incontro combinato, la mia quota ha preso il volo. Lo so, lo
so, è incredibile. Ah, cazzi suoi! Se fosse stato un pugile migliore, sarebbe
ancora vivo. Se non si fosse mai allacciato i guantoni, cosa che non avrebbe mai
dovuto fare nella sua vita, sarebbe ancora vivo. Sì, beh. Chi se ne frega! Ormai
è finita. Sì, ma ora basta col povero e sfortunato signor Floyd. Parliamo
piuttosto del ricco e prospero signor Butch. Da quanti allibratori l'hai
piazzato? Tutti e otto? Quanto ci vorrà per incassare? Avrai tutto entro domani
sera. No, capisco, a parte qualche ritardatario. Oh, cazzo, Scotty, è una buona
notizia, davvero fantastica. Sì. No, io e Fabienne ce ne andiamo domani. Magari
ci vorranno un paio di giorni per arrivare a Knoxville. D'accordo, bello mio.
Ah, ah, ah! Hai ragione! Accidenti, se hai ragione! Ti saluto, Scotty. La
prossima volta che ci vedremo sarà nel Tennessee. Stammi bene.
ESMERALDA: Quarantacinque dollari e sessanta.
BUTCH: Ecco. E... qualcosina in più per il servizio.
Allora, se per caso qualcuno ti chiede chi hai portato stasera, che dici?
ESMERALDA: La verità. Tre messicani elegantissimi e un po'
bevuti.
BUTCH: Bonsoir, Esmeralda Villalobos.
ESMERALDA: Buenas noches, Butch.
FABIENNE: Spegni la luce.
BUTCH: Va
meglio così?
FABIENNE: Oui. Giornata pesante al
lavoro?
BUTCH: Abbastanza. Ho fatto a pugni.
FABIENNE: Povero piccolo! Ci facciamo le coccole?
BUTCH: Pensavo di farmi una doccia, puzzo peggio di un cane
rognoso.
FABIENNE: No, mi piace il tuo odore.
BUTCH: Mi tolgo il giubbotto.
FABIENNE: Oggi mi sono guardata allo specchio.
BUTCH: Ah.
FABIENNE: Volevo la
pancetta.
BUTCH: Lo specchio ti ha fatto venire voglia
di mangiare la pancetta?
FABIENNE: Che hai capito? La
pancia in fuori, le pancette sono sexy.
BUTCH: Beh,
dovresti essere contenta, perché ce l'hai.
FABIENNE: Ma
sta' zitto, ciccione! Io non ho la pancetta. Ho solo un po' di pancino, come
Madonna quando ha cantato "Lucky Star". Non è la stessa cosa.
BUTCH: Non sapevo che ci fosse una grande differenza tra
"pancetta" e "pancino".
FABIENNE: C'è una differenza
grossissima.
BUTCH: Ti piacerebbe se avessi la
pancetta?
FABIENNE: No. Gli uomini con la pancetta
sembrano melanzane, o sembrano gorilla. Ma su una donna la pancetta è molto
sexy. Tutto il resto è normale: normale la faccia, normali le gambe, normali i
fianchi, normale il sedere, ma con una pancetta perfettamente rotonda come i
bambini. Se l'avessi, mi metterei una maglietta due taglie più piccola per
accentuarla.
BUTCH: Credi che gli uomini la troverebbero
attraente?
FABIENNE: Me ne frego di quello che gli
uomini trovano attraente! Peccato che quello che troviamo piacevole al tatto e
piacevole alla vista coincidano raramente.
BUTCH: Se tu
avessi la pancetta, ti darei un pugno proprio lì.
FABIENNE: Mi daresti un pugno sulla pancia?
BUTCH: Dritto sulla pancia.
FABIENNE: Ah, ah, ah! E io ti soffocherei! Te la
schiaccerei forte sulla faccia fino a non farti respirare!
BUTCH: Faresti questo?
FABIENNE:
Sì.
BUTCH: Davvero?
FABIENNE:
Sì.
BUTCH: Hai preso tutto?
FABIENNE: Sì, tutto.
BUTCH: Sei
stata brava, zuccherino.
FABIENNE: È andato tutto come
previsto?
BUTCH: Non l'hai seguito alla... Oh! Non l'hai
seguito alla radio?
FABIENNE: Non li seguo mai i tuoi
incontri. Hai vinto tu?
BUTCH: Ho vinto. Sì.
FABIENNE: Vuoi ancora ritirarti?
BUTCH: Sì, certamente.
FABIENNE: Ha
funzionato tutto alla fine.
BUTCH: Non siamo ancora alla
fine, bambina.
FABIENNE: Siamo in un grosso pericolo,
non è così? Se ci trovano, ci ammazzano, di' la verità. Ma io credo che non ci
troveranno mai. Vuoi ancora che io venga via con te? Non voglio esserti di peso
o d'intralcio, io... Dillo.
BUTCH: Fabienne, voglio che
tu stia insieme a me.
FABIENNE: Per sempre?
BUTCH: Per sempre insieme.
FABIENNE: Tu mi ami?
BUTCH: Ti amo
moltissimo.
FABIENNE: Allora...
BUTCH: Sì?
FABIENNE: Voglio che mi
baci come hai fatto l'altro giorno.
BUTCH: Fallo prima
tu.
FABIENNE: Sì, ma prima tu.
BUTCH: Va bene.
FABIENNE: Va bene.
Butch, amore mio, l'avventura è cominciata.
BUTCH: Devo
essermi incrinato una costola.
FABIENNE: Quando mi hai
fatto godere con la bocca?
BUTCH: No, ritardata,
nell'incontro.
FABIENNE: Non chiamarmi ritardata.
BUTCH: Mi chiamo Fabienne! Mi chiamo Fabienne!
FABIENNE: Smettila.
BUTCH: Mi
chiamo Fabienne!
FABIENNE: Smettila! E sta' zitto, non
fare lo stronzo! Odio questa voce da mongoloide!
BUTCH:
Va bene. Va bene, scusa, scusa, scusa. Mi rimangio tutto. Mi passeresti un
asciugamano asciutto, mio bellissimo tulipano?
FABIENNE:
Oh, questo mi piace. Mi piace essere chiamata tulipano. Tulipano è molto meglio
di mongoloide.
BUTCH: Non ti ho chiamata mongoloide. Ti
ho chiamato ritardata, ma me lo sono rimangiato.
FABIENNE: Butch.
BUTCH: Sì,
crostatina mia.
FABIENNE: Dov'è che stiamo andando?
BUTCH: Non lo so ancora. Dovunque vorrai. Questa cosa ci
darà un sacco di soldi. Non sarà un pozzo senza fondo. Non potremo vivere per
sempre in una cuccia dorata. Pensavo magari di andare da qualche parte nel sud
del Pacifico. Con tutti i soldi che ci becchiamo, laggiù possiamo tirare avanti
per un bel pezzo.
FABIENNE: Volendo potremmo vivere a
Bora Bora.
BUTCH: Ah, ci puoi scommettere. E se dopo un
po' ti sei stufata, andiamo in qualche altro posto, forse a Tahiti, o in
Messico.
FABIENNE: Ma io non so parlare lo spagnolo.
BUTCH: Beh, se è per questo non parli neanche il Bora Bora.
E poi il messicano è facile. Donde està el zapateria?
FABIENNE: Che cosa vuol dire?
BUTCH: Dove sta il negozio di scarpe.
FABIENNE: Donde està...
BUTCH:
Sputa, prima.
FABIENNE: Donde està el zapateria?
BUTCH: Hai una pronuncia meravigliosa. In un lampo sarai la
mia piccola mamacita. Qué hora es?
FABIENNE: Qué hora
es?
BUTCH: Eh?
FABIENNE: Qué
hora es?
BUTCH: È l'ora della nanna. Sogni d'oro,
tesoro.
FABIENNE: Butch? Fa niente.
BUTCH: Aaah!
FABIENNE: Oddio! Mi
hai fatto paura. Hai fatto un brutto sogno?
BUTCH: Che
cosa è che stai vedendo?
FABIENNE: Un film con le
motociclette, non lo so il titolo.
BUTCH: E lo stai
vedendo?
FABIENNE: In un certo senso.
BUTCH: È un po' presto la mattina per le esplosioni e le
bombe.
FABIENNE: Perché non me lo racconti?
BUTCH: Che ne so, Fabienne, sei tu che lo stai vedendo.
FABIENNE: Ma no, stupidino, perché non mi racconti il tuo
sogno?
BUTCH: Non posso, non me lo ricordo. Non mi
ricordo mai quello che sogno. Mai.
FABIENNE: Ma
guardàtelo come brontola la mattina! Perché non ti alzi e facciamo colazione?
BUTCH: Un altro bacio e mi alzo.
FABIENNE: Soddisfatto?
BUTCH:
Sì.
FABIENNE: E allora àlzati, razza di pigrone!
BUTCH: Che ore sono?
FABIENNE: Sono
quasi le 9:00. Ma noi a che ora abbiamo il treno?
BUTCH:
Alle 11:00.
FABIENNE: Sai cosa voglio mangiare a
colazione?
BUTCH: Cosa, crostatina?
FABIENNE: Voglio mangiare un bel piattone di frittelle di
mirtilli con tanto sciroppo di acero sopra, uova strapazzate e anche cinque
salsicce.
BUTCH: E che cosa vuoi bere?
FABIENNE: Così stai benissimo! Ehm... Voglio bere un
bicchierone di succo d'arancia e una tazza di caffè forte. E poi voglio una gran
fetta di crostata.
BUTCH: La crostata a colazione? Eh,
eh, eh!
FABIENNE: Qualunque momento è buono per la
crostata. Crostata ai mirtilli, così va bene con le frittelle, ricoperta da un
sottile strato di formaggio fuso.
BUTCH: Dov'è il mio
orologio?
FABIENNE: Sta lì.
BUTCH: No, non c'è.
FABIENNE: Hai
guardato?
BUTCH: Certo che ho guardato! Secondo te, che
cosa sto facendo? Sei sicura di averlo preso?
FABIENNE:
Sì, l'ho preso dal cassetto del comodino.
BUTCH: Sul
piccolo canguro?
FABIENNE: Sì, sul piccolo canguro.
BUTCH: E comunque, qui adesso non c'è!
FABIENNE: Ma dovrebbe esserci.
BUTCH: Sì, lo so anch'io che dovrebbe esserci, però adesso
qui non c'è! Perciò dove cazzo sta? Fabienne, quell'orologio apparteneva a mio
padre. Hai idea di quante ne ha passate per farmi avere quell'orologio? Non ho
tempo per i dettagli, ma ne ha passate un sacco. Ora, tutte queste stronzate le
puoi anche bruciare, ma ti ho espressamente raccomandato di non dimenticarti di
quel cazzo di orologio! Su, rifletti. L'hai preso?
FABIENNE: Penso di sì.
BUTCH: Pensi
di sì? Ma che cazzo significa? O l'hai preso o non l'hai preso, cazzo!
FABIENNE: Allora l'ho preso.
BUTCH:
Sei sicura?
FABIENNE: No.
BUTCH:
Cazzo! Cazzo! Cazzo! Vaffanculo! Stronzo! Vaffanculo! Non c'è nessuno più
stronzo di te sulla faccia della Terra! Non è colpa tua. Se l'hai lasciato
nell'appartamento... Se l'hai lasciato nell'appartamento, non è colpa tua.
Dovevi prendere un sacco di cose. Ti avevo raccomandato di portarlo, ma non...
non ti avevo chiarito l'importanza di quell'orologio per me. Se mi fregava
solamente di quello, dovevo dirtelo. Tu non vedi nelle sfere, giusto?
FABIENNE: Mi... Mi dispiace.
BUTCH:
Fa niente. Solo, non posso fare colazione con te.
FABIENNE: Che... che cosa significa questo?
BUTCH: Che devo tornare nel mio appartamento, a prendere
l'orologio.
FABIENNE: Ma i gangster non ti staranno
aspettando?
BUTCH: Beh, è quello che scoprirò. Se ci
sono e non posso cavarmela, sparisco.
FABIENNE: L'avevo
visto il tuo orologio, ero proprio sicura di averlo portato.
BUTCH: Ti lascio dei soldi, per le tue frittelle. Fa' una
buona colazione. Prendo la tua Honda. Tornerò prima che tu riesca a dire
"crostata di mirtilli".
FABIENNE: Crostata di
mirtilli.
BUTCH: Forse non così presto. Ma abbastanza
presto, d'accordo?
FABIENNE: Hm-hm.
BUTCH: Ciao.
FABIENNE: Ciao.
BUTCH: Cazzo! Fra tutte quelle schifo di cose che poteva
dimenticare, dimentica l'orologio di mio padre! Eppure io mi ero
raccomandato: l'ho messo sul comodino, lo trovi sul canguro! Ho detto le parole:
"Non dimenticare l'orologio di mio padre"! Sei una forza, Butch!
BUTCH: È così che puoi batterli, Butch! Continuano a
sottovalutarti. Countin' flowers on the wall / That don't bother me at all /
Playin' solitaire till dawn with a deck of fifty-one / Smokin' cigarettes and
watchin' Captain Kangaroo...
MARSELLUS: Brutto figlio di
puttana!
I PASSANTE: Oddio! È morto?
II PASSANTE: Sì, è morto. No!
I
PASSANTE: Se le serve un testimone, sarò lieta di aiutarla. Ho visto tutto:
quello è un maniaco ubriaco. Prima ha investito lei, poi quella macchina!
MARSELLUS: Chi?
I PASSANTE: Quello
là.
MARSELLUS: Hai finito di vivere!
PASSANTI: Oh! Aaah!
MAYNARD: Che ti
è successo? Che vuoi?
BUTCH: Non rompermi le palle!
MAYNARD: Ehi, aspetta un momento! Che intenzioni hai? Che
vuoi fare?
BUTCH: Vieni qui, figlio di puttana! La senti
la fitta, bello mio, eh? È l'orgoglio che te lo mette nel culo! Devi superare
certe cagate! Eh? Eh?
MARSELLUS: Ti conviene
uccidermi!
BUTCH: Sì, qualcuno finirà ucciso! A qualcuno
salterà quel cervello di merda!
MAYNARD: Fermo, non ti
muovere, stronzetto!
BUTCH: Non t'impicciare! Non sono
cazzi tuoi!
MAYNARD: Da questo momento lo sono. Molla
quella pistola.
BUTCH: Tu non capisci, amico!
MAYNARD: Molla quella pistola! Togli il piede dal negro,
metti le mani dietro la testa. Avvicinati al bancone.
BUTCH: Questo schifoso sta cercando...
MARSELLUS: Ah!
BUTCH: ... di
ammazzarmi!
MAYNARD: Zitto, continua ad avanzare.
Avanti! Zed, Maynard. Sì, il ragno ha appena catturato due mosche.
MAYNARD: Nessuno ammazza qualcuno nel mio negozio,
tranne me e Zed. Questo è Zed.
ZED: Avevi detto che mi
aspettavi.
MAYNARD: L'ho fatto.
ZED: Come mai sono conciati così?
MAYNARD: Se le sono date da soli. Sono entrati già in
queste condizioni. Quello a destra stava per sparare a quest'altro.
ZED: Ma non mi dire. Davvero volevi sparargli? Eh? Grace
sta bene messa qui fuori?
MAYNARD: Sì. Non è martedì,
no?
ZED: No, è giovedì.
MAYNARD:
Allora siamo tranquilli.
ZED: Bene, fa' uscire lo
storpio.
MAYNARD: Adesso starà dormendo.
ZED: Beh, pare proprio che ora dovrai svegliarlo, non
credi?
MAYNARD: Alzati.
ZED: In
ginocchio.
MAYNARD: Chi dei due ti vuoi fare per
primo?
ZED: Ancora non lo so. Chissà, chissà / la
fortuna chi l'avrà? / Chissà, chissà / la fortuna chi l'avrà? / Chi l'avrà, chi
l'avrà chissà? / Uno, due, tre, tocca a te. Tocca a te, campione. Te lo vuoi
fare qui?
MAYNARD: No, è meglio nella vecchia stanza di
Russell.
ZED: Per me va bene.
MAYNARD: Tu tieni d'occhio questo qui.
ZED: Sta' fermo!
MAYNARD: Sta' giù!
Ancora!
ZED: Ti piace, eh?
MAYNARD: Più forte! Sì! Più forte!
ZED: Adesso! Adesso! Sta' fermo!
MAYNARD: Ancora! Prendi!
ZED: Sì!
Ti piace, eh?
BUTCH: Vuoi la pistola. Vero, Zed? Eh?
Coraggio, puoi prenderla. Su, raccoglila. Avanti, dai, forza! La devi
raccogliere, Zed.
MARSELLUS: Lascialo a me.
BUTCH: Stai bene?
MARSELLUS: No,
amico. Mai stato così lontano dallo stare bene.
BUTCH: E
adesso?
MARSELLUS: E adesso... Ora ti dico adesso cosa:
chiamerò qualche scagnozzo strafatto di crack per fare un lavoretto in questo
cesso con un paio di pinze e una buona saldatrice. Hai sentito quello che ho
detto, pezzo di merda? Con te non ho finito neanche per il cazzo! Ho una cura
medievale per il tuo culo!
BUTCH: Dicevo, adesso che
sarà tra me e te?
MARSELLUS: Ah, in quel senso là.
Adesso ti dico che sarà tra me e te. Non c'è niente tra me e te. Non c'è più
niente.
BUTCH: Pace, allora.
MARSELLUS: Pace, allora. Due cose. Uno: non raccontare
questa storia. Questa cosa resta fra me, te, e il merdoso che presto vivrà il
resto della sua stronza breve vita fra agonie e tormenti, il violentatore qui.
Non riguarda nessun altro questo affare. Due: lascia la città stasera,
all'istante, e una volta fuori, resta fuori, o ti faccio fuori. A Los Angeles
hai perso i tuoi privilegi.
BUTCH: Va bene.
MARSELLUS: E adesso vattene via.
BUTCH: Oh, cazzo! Fabienne! Fabienne! Fabienne!
FABIENNE: Butch!
BUTCH: Presto,
tesoro, presto! Prendi la tua roba. Dobbiamo andarcene.
FABIENNE: Butch, ero preoccupata! E i bagagli?
BUTCH: Affanculo i bagagli! Se non ci muoviamo sùbito
perdiamo il treno! Dai, sbrigati, ti aspetto giù.
FABIENNE: È tutto a posto?
BUTCH:
Muoviti, muoviti, muoviti!
FABIENNE: Siamo in
pericolo?
BUTCH: Muoviti! Dai, muoviti!
FABIENNE: Dove l'hai presa quella motocicletta?
BUTCH: Non è una motocicletta, tesoro. È un chopper. Dai,
andiamo.
FABIENNE: E la mia Honda che fine ha fatto?
BUTCH: Mi dispiace, piccola, ma non esiste più la tua
Honda. E ora, per favore, vuoi scendere? Forza, andiamo! Andiamo, andiamo,
andiamo!
FABIENNE: Sei ferito?
BUTCH: No, no. No, no, forse mi sono solo rotto il naso,
una scemata. Monta, dai. Piccola, per favore, tesoro, lo vuoi capire che
dobbiamo andarcene, Cazzo! Sali! Scusa, vieni qui, vieni qui. Vieni qui, amore.
Scusa. Scusa. Scusa.
FABIENNE: Sei stato via così tanto
che mi sono venuti brutti pensieri.
BUTCH: Mi dispiace,
non volevo farti preoccupare. Va tutto bene. Com'era la colazione?
FABIENNE: Era buona.
BUTCH: Hai
preso le frittelle? Le frittelle con tanti mirtilli?
FABIENNE: No, non ce le avevano le frittelle ai mirtilli,
ho dovuto prendere la panna cotta. Sei sicuro di stare bene?
BUTCH: Amore, da quando ti ho lasciato ti assicuro che
questo è stato in assoluto il giorno più incredibile della mia vita. Forza,
monta. Ti racconto tutto. Dai, sali, su, dobbiamo andare. Dobbiamo andare,
forza. Sali, su.
FABIENNE: Ma questa motocicletta di chi
è?
BUTCH: È un chopper, piccola.
FABIENNE: Sì. Questo chopper di chi è?
BUTCH: Di Zed.
FABIENNE: Chi è
Zed?
BUTCH: Zed è morto, piccola. Zed è morto.