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il Rimino - Riministoria

Pari & dispari

Avevamo il proporzionale. Gettato alle ortiche come causa d'ingovernabilità politica. Si diceva: troppi partiti, cambiamo il sistema e tutto andrà meglio. Detto e fatto. Abbiamo introdotto il maggioritario. Due blocchi. A destra ed a sinistra. Così saremo felici e soprattutto ricchi, hanno creduto in molti. I partiti si sono moltiplicati come funghi. Anzi molti sono stati (e sono) soltanto dei partitini. La definizione ricorre ad un vezzeggiativo pieno di affetto o compassione: «poverino, il partitino», oppure «quanto ti amo partitino mio, con i soldini che procuri». Ci siamo scoperti non ricchi e non felici, per cui hanno deciso di gettare nella pattumiera il maggioritario e meditare il ritorno al proporzionale.

Il maggioritario si basa sul potere (strapotere) di un leader. Il proporzionale era (ed è) la giungla in cui ognuno corre per conto proprio. Soltanto il proporzionale italiano delle elezioni del 2006 dovrebbe fare eccezione, all'insegna del motto: dividiamoci, ma facciamo finta di essere uniti. Fini e Casini ad esempio sanno che chi prende più voti rispetto al passato può pretendere di sedere a palazzo Chigi se le urne sono favorevoli al loro schieramento. Berlusconi pretende che i due monelli stiano zitti ed in castigo. Non si è forse accorto che la sua pensata di tornare al proporzionale può essere l'arma fatale fornita ai suoi pupilli contro di lui.

Il ministro Tremonti ritiene che le urne del 2006 non permettano un governo solido, per cui ha lanciato la proposta di una grande coalizione alla tedesca. Lo ha seguìto soltanto Follini ovviamente per far dispetto al Cavaliere, immaginandolo seduto a trattare con Prodi e Bertinotti. Meraviglia che l'economista Tremonti non sappia come un programma di grande coalizione alla tedesca sia impossibile nell'Italia che vuol continuare a diminuire le tasse ed a favorire i grandi capitali. La signora Merkel ha proposto alla controparte ed al suo Paese tra le altre cose l'aumento dell'Iva, la tassa sui ricchi e l'abbandono del nucleare. Se a Roma leggessero i progetti della signora Merkel si accorgerebbero che sono più rivoluzionari di quelli dell'Ulivo, e quindi lascerebbero perdere la grande coalizione. Alla quale forse si arriverà lo stesso. Siamo abituati ai contrasti logici. Forse dopo le convergenze parallele ed il partito di lotta e di governo, avremo le dissonanze incrociate a circolazione alternata. Nei giorni pari Prodi, in quelli dispari Berlusconi. [937]

Antonio Montanari


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