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il Rimino - Riministoria

Sindrome

Il virus «Silvius» non attacca i polli ma i politici d’ambo i poli. Il sindaco di Bologna Cofferati ha imitato il capo del governo nel bistrattare una cronista de La7. Ha usato lo stesso modo con cui Berlusconi era stato poco cortese con il TG3. Non gradendo il quesito postogli, il primo cittadino ha sfottuto la portatrice sana di microfono come se fosse stata una mentecatta, domandandole se per fare simili domande la pagassero molto o poco.

Siamo alla nuova frontiera della politica italiana. Il contagio s’estende a Sinistra. Fassino si commuove sotto l’occhio della Costanza De Filippi nel rivedere la tata del bel tempo passato, ma non fa sconti a quello presente ed al direttore del Corriere della Sera, accusato di voler destrutturare i Ds con articoli non veritieri, ispirati al recondito ed illecito scopo di far politica. Il virus «Silvius» infuria, il pan ci manca, ma Berlusconi non sventola bandiera bianca. Anzi. Le cronache registrano battibecchi continui: con Ciampi e con l’Europa tutta, oltre che con l’euro e Celentano. Così Cofferati. Che le cronache raccontano assediato da folle entusiaste dopo aver ripristinato la legalità sul fiume Reno mediante l’abbattimento delle baracche dove vivevano i lavoratori in nero che arricchiscono le imprese edìli. Il concetto di legalità come tutto il resto della vita è molto relativo. Il lavoratore non deve avere un tetto seppure malsano in cui trovare riparo. Le imprese possono continuare a gestire il lavoro mediante il caporalato.

Cofferati, sbolognato dal partito perché non comandasse troppo e confinato sotto le Due Torri, cerca di risalire la china che porta al «grande centro» (Roma). Potrebbe nel frattempo concedersi la lettura d’un libro che racconta come tra 1700 e 1800 la sua Bologna fosse piena di mendicanti a posto fisso, di «esseri cenciosi, stracciati, sbrindellati» (così i fratelli Gouncourt, 1855-56), di affamati che nel 1792 tentano una rivolta contro il rincaro del pane, per cui li chiamano «arrabbiati» e quattro loro capi sono arrestati, deportati a Civitavecchia, processati e condannati all’ergastolo con una procedura tutta segreta. I gestori della cosa pubblica accusano la «natural tendenza» dei poveri: sono vagabondi e perciò affamati. Ma cinque giorni dopo abbassano il prezzo del pane. Nel 1793 un ex calzolaio che gira a cercar lavoro, è aggredito dai birri e ferito alla testa. Un dodicenne ha il padre malato e chiede la carità. Arrestato. [935]

Antonio Montanari


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