il rotTAMAto. 13
Mettiamo a nudo il vero.

Qualcuno pensa che racconti balle. Ma è tutto vero. Sono storie presenti da tempo su Internet.
Fui capocronaca, e tre righe di notizia post-elettorale dall'Unità, mi costarono il posto. Un vecchio amico dc, anni dopo mi disse: ti volevano rovinare.
Curai cose culturali e storiche, fui espropriato dai teologi ufficiali.
Poi qualcuno, da me aiutato al giornale, mi fece coinvolgere a Milano in una vicenda giudiziaria basata sul nulla.
Sono stato attaccato nel II volume di una certa storia, perché le spie indigene hanno trasmesso al Competente notizie false.

[19.07.2010]
Ringrazio don Giovanni Tonelli della paginata (v. sotto) piena di amicizia che ha voluto dedicare ai mille numeri del mio Tama, partito inavvertitamente nel settembre 1982.
Come ho spiegato allo stesso don Giovanni, attuale direttore ed allora redattore capo del settimanale riminese, le cose andarono in questo modo. Frequentavo la libreria Ugolini dove lavorava Cesare Giorgetti, allora redattore del Ponte. Ridendo e scherzando come al solito, un bel giorno venne fuori il discorso sull'alga tamarensis che infestava il nostro mare, e che immaginavo definita garibaldina da Bettino Craxi…
Cesare mi disse di voler parlare di me al direttore del Ponte, don Pietro Giorgio Terenzi, per farmi collaborare alla sua testata con quelle scemenze che andavo sciorinando amichevolmente con lui.
Un pomeriggio fui convocato dal direttore del Ponte che decise di farmi scrivere sul suo foglio. Nacque così il primo articolo. Lo consegnai dopo qualche giorno, senza firma, per cui Tonelli inventò lo pseudonimo di Tama che restò per qualche tempo, prima di cedere alla mia anagrafe ufficiale.
La storiella che, prima di invitarmi a scrivere, avevano assunto informazioni sul mio conto da un insegnante di religione, l'ho appresa soltanto ora.
Dopo qualche tempo il fratello di don Giovanni, Giorgio Tonelli, allora docente di Religione, mi suggerì di smettere di scrivere su cose riminesi perché lo dovevano assumere in Comune. Per fortuna andò a Roma alla Rai.
Dopo altro tempo, don Giovanni mi disse che avevano deciso di inserirmi nella redazione. Fu così che cominciai a collaborare con maggior frequenza e su vari temi di attualità.
Vista che una notizia importante era stata bucata dalla redazione, proposi una rubrica, La settimana, che divenne sempre più consistente come spazio. La cosa non piacque, e me lo disse un martedì sera, dopo la chiusura del numero del giornale con il rito magico dei titoli, il capocronaca Michele Marziani.
Parlo di rito magico, perché a volte, Giorgio si metteva a sfogliare un suo quadernetto dove aveva raccolto i titoli migliori di Panorama. Che ovviamente non c'entravano nulla con i contenuti degli articoli. Ma sino ad allora era andata così, un bel titolo nasceva avulso dal contenuto del pezzo. Terenzi me lo disse poi, io avevo cambiato totalmente il modo di fare i titoli del suo giornale.
Marziani si presentò alle elezioni comunali, e fece un buco nell'acqua, come avevo previsto contrastato da Giovanni Tonelli che aveva invece immaginato un successo enorme grazie all'appoggio della Fgci.
Dopo, Marziani scomparve dal Ponte, e nominarono capocronaca me. Fui costretto a lasciare l'incarico, perché alcuni cristiani democratici fecero fuoco e fiamma per una rassegna stampa post-elettorale in cui c'erano tre righe anche dal giornale del pci… Alla faccia della completezza dell'informazione. Un vecchio amico dc anni dopo mi disse: fortuna che avevi un tuo lavoro, altrimenti ti avrebbero rovinato.
Poi sul Ponte mi occupai di cose culturali e storiche fino a che mi furono espropriate perché la summa cura doveva essere affidata ai teologi cittadini per un progetto del cardinal Ruini che fu un buco nell'acqua: perché scomodare i teologi per una rassegna di pittura estemporanea, non l'ho capito bene. Eppure per ogni cosa che accade, ci deve essere un significato.
Scrissi quindi di libri e di storie, fino a che un bel giorno mi vidi esonerato, quando si doveva parlare di un libro composto dal parente di un prete riminese…
Poi era successo anche qualcos'altro per opera di un collaboratore [ben protetto] del giornale. Al suo arrivo fui l'unico ad aiutarlo per fargli mantenere l'iscrizione all'albo dei pubblicisti. Ne conseguì una vicenda giudiziaria a mio danno con grave diffamazione tramite notizie false diffuse da Milano… Ma di questo fatto ho parlato a suo tempo. La certezza che quel [ben protetto] collaboratore fu invischiato a mio danno, emerge dagli atti giudiziari in mio possesso.
Dall'inizio dell'anno 2010 Giovanni Tonelli mi ha voluto nuovamente al Ponte. Fino a quando mi terranno ci scriverò. Per questo settimanale oltre ai mille Tama ho scritto altre varie migliaia di articoli, servizi, pagine. Tutto è documentato negli archivi. Non si possono tagliare le firme dalle raccolte dei giornali.
Posso garantire di aver fatto, all'interno del Ponte, la classica carriera di don Ciocc [come dicevano i nostri vecchi], da cappellano a sagrestano. Quando racconto queste cose ai giovani colleghi della redazione, mi guardano come se fossi un mentecatto. Non sono avvezzi ad ascoltare, ma soltanto ad intervistare. E nel giornalismo di oggi si presta attenzione soltanto ai personaggi di spicco, di potere e di denaro. Che volete che gli freghi delle parole dell'inutile cronista dai capelli bianchi.
© by Antonio Montanari


Il "Tama" festeggia 1000 numeri
Una rubrica nata per scherzo,
che ha segnato quasi 30 anni della nostra storia

[il Ponte, 04.07.2010]
Era il 26 settembre 1982. Un sacerdote che insegnava religione presso l'Istituto "Valturio" ci aveva portato qualche giorno prima in redazione un articoletto molto divertente e... divertito sul fenomeno della Gonjaulax Tamarensis, un'alga che in quel periodo aveva colorato di rosso vaste zone del nostro mare. L'aveva scritto un insegnante di lettere. Nel mettere in pagina l'articoletto giunto non firmato, nessuno ricordava il nome dell'insegnante, così fui proprio io che, prendendo spunto dal nome dell'alga, coniai lo pseudonimo "Tama". L'articolo piacque tanto che - per volontà del direttore Piergiorgio Terenzi e la disponibilità dell'autore, il professor Antonio Montanari - già dal 10 ottobre la collaborazione occasionale diventava una rubrica, "il Notes" di Tama.
Sono passati quasi ventotto anni ed oggi festeggiamo il numero 1000 di quella rubrica nata per caso, in seguito battezzata "Tam-Tama" e presenza fissa del settimanale.
Antonio Montanari era già firma nota per le sue collaborazioni da giovane redattore presso il Resto del Carlino e ad altri giornali locali.
Negli anni, la sua penna affilata, arricchita di un italiano splendido, vivace per un'ironia mai latente, forte di capacità critica legata a riferimenti valoriali certi e non trattabili (come si usa dire ora) hanno fatto della sua rubrica un riferimento certo e godibile per tanti lettori, per molti la prima lettura del settimanale appena sfornato.
Quasi dieci anni fa, nel volume "Quanto basta" che raccoglieva qualcosa dello "sguardo satirico dal Ponte" Montanari commentava: "Ogni giornale che si rispetti ha un angolino urticante, una zona franca che dev'essere diversa dal resto. Se la mia rubrica esiste e continua, il merito va ai direttori che hanno saputo trovare parole di conforto alle mie depressioni, quando mi stufo di scrivere in uno spazio, nato per ischerzo, continuato per gioco, ma adesso divenuto una specie di incubo settimanale.
Quando si avvicina il momento di mettere nero su bianco, ripenso ad una preghiera di San Tommaso Moro: «Signore, donami la salute del corpo e il buon umore necessario per mantenerla...". E spero che il buon umore lo abbiano anche i lettori, soprattutto quanti sono citati con nome e cognome. Quella preghiera insegna ottimismo, ma non dimentico però quanto ricorda la storia: che Tommaso Moro fu condannato a morte. E così non sia".
Proponiamo di seguito il numero 1 della serie, che conteneva già, con simpatia, tutta la libertà con cui Antonio ha saputo in questi anni guardare alla realtà, scevro da schematismi di parte, a cui una errata visione del bipolarismo sembra oggi condannarci.
Caro Antonio, grazie.
Giovanni Tonelli

Il primo Tama.
Alga rossa?
Garibaldina!

La presenza dell'alga rossa "tamarensis" nel mare Adriatico ha destato viva preoccupazione negli ambienti politici romani. Abbiamo registrato le prime reazioni. Secondo Longo (Psdi), la gravità del fatto non sta nella presenza delle alghe, ma nelle loro colorazione: "Perché sono proprio rosse?", si è chiesto Longo, "La colpa è della linea politica regionale. Infatti, in Val d'Aosta, le alghe rosse non ci sono".
In ambienti vicini al Pci, si fa notare che il fenomeno potrebbe, portare ad una diversa valutazione del ruolo del partito in Parlamento: "Più rossi sono i mari, più peso dobbiamo vederci riconosciuto" ha ipotizzato Pajetta che ricorda come l'Adriatico sia anche il mare della Jugoslavia, dell'Albania e dei sottomarini sovietici.
"Alghe rosse?", si è chiesto Bettino Craxi. "Senz'altro, alghe garibaldine!". Per Piccoli, la presenza delle alghe è un fatto non nuovo: "Lo avevamo previsto e denunciato, noi non c'entriamo, il fatto ci coinvolge come italiani, ma come ex alpini ci fa avvertire la superiorità della montagna". Andreotti ha diffuso un breve comunicato: "Si parla tanto, a torto o a ragione, delle alghe rosse: ma chi lo ha detto che sono di questo colore? E se si trattasse soltanto di un fenomeno ottico?".
In ambienti locali, invece, si pensa di adottare seri provvedimenti, atti a contenere il fenomeno, assumendo in pianta stabile giocatori di prestigio in transito per il Festival del teatro in piazza, con lo scopo di adibirli alla tinteggiatura artificiale delle alghe.
L'assessore Ghirardelli terrà una conferenza sul tema: "L'alga tamarensis non è un tamarindo". Museo civico e Biblioteca comunale allestiranno una mostra intitolata "Gambalunga nella melma".
L'avv. Zavoli sta preparando una lettera aperta al Presidente Pertini che comunica così: "L'alga rossa è biblica: Geremia lo aveva detto. Ma che occhi avete se non vedete nemmeno il rosso delle nostre bandiere?".
Secondo il Movimento popolare, invece, l'apparizione delle alghe, in occasione del Meeting, sarebbe stato un fatto miracoloso.
Sembra che l'Ufficio d'Igiene abbia individuato i portatori sani dell'alga in una delle 400 comitive di ferrovieri in pensione che si sono recate l'estate scorsa in Estremo Oriente. I presunti colpevoli sono stati denunciati al ministro Formica per importazione clandestina di sostanza coloranti. L'Assessore regionale Chicchi, non smentendo la notizia, ha concesso la sua intervista n. 2.434, con la quale vincerà il premio "Ecco Logico".


Riministoria-il Rimino
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Pagina 2241. Creata 30.04.2016, 17:30. Agg.: 04.12.2017. Antonio Montanari