Antonio Montanari

Galeotto di Pietramala, cardinale "malatestiano"

7. Vescovi di Casa Malatesti.

C'è pure un versante ecclesiastico, nella storia malatestiana di quegli anni, che non è secondario e può essere considerato come l'ambiente naturale per l'educazione di un religioso poi approdato al cardinalato. Dal 6 gennaio 1374 al settembre 1400, Leale Malatesti è Vescovo di Rimini, provenendo dalla sede di Pesaro dove era stato inviato nel luglio 1370.
Leale, figlio «spurio» di Malatesta Antico (fratello di Galeotto I nonno del nostro Cardinale), e di una non meglio precisata Giovanna (il cui nome è fatto dallo stesso Leale nel proprio testamento), ebbe un fratello frate [cfr. L. Tonini, IV, 1, p. 323], e fu legittimato da papa Urbano II il 5 febbraio 1363.
Sarà Vescovo di Rimini tra 1445 e 1448 un figlio di Galeotto I nonno del Cardinale di Pietramala: Bartolomeo Malatesti, pure lui figlio naturale legittimato. La sua appartenenza alla famiglia di Galeotto I è determinabile con quanto Frate Bernardino Manzoni, Inquisitore Pisano e bibliotecario della Malatestiana di Cesena (tra 1625 e 1626), ricorda nella sua «Caesena Sacra» [Pisa 1643, I, p. 72]: nel 1397 Bartolomeo Malatesti, era «Pandulphi Malateste Soliani Comitis [...] germanus frater» ed «ordinis Minorum Conventualium professus».
Di Pandolfo Malatesti, fratello di Bartolomeo Vescovo, Frate Bernardino Manzoni precisa che «anno 1391 Patricius, Consiliarusque Caesenaticenis Urbis erat»: dal 4 gennaio 1391 i fratelli «Carlo Pandolfo Malatesta e Galeotto di Galeotto Malatesti» [Mazzatini, p. 325] sono vicari di Cesena. Quindi il Vescovo Bartolomeo Malatesti è pure lui figlio di Galeotto I.
Il testo appena indicato come «Mazzatinti, p. 325», è un documento pubblicato sempre in maniera erronea: infatti nel testo di Mazzatinti si trova la data del 4 gennaio 1391 per il rinnovo dei vicariati da parte di Bonifacio IX ai figli di Galeotto I. Tale data è sempre apparsa come 3 gennaio. A parte questo dato di poco conto, merita una sottolineatura un altro fatto: il testo di pag. 325 proviene da fonte autorevole, ovvero mons. Gaetano Marini, come si legge nello stesso volume «Mazzatinti» alla p. 322, dove è riportato un brano del prof. Giuseppe Castellani: «Mons. Gaetano Marini, profittando della carica di Prefetto degli Archivi apostolici del Vaticano, arricchì l'Archivio Comunale di Santarcangelo di Romagna, sua patria, della copia di una serie numerosissima di documenti, la maggior parte inediti, che si riferiscono alta storia del Comune di s. Arcangelo, o de' suoi cittadini, o delle terre e castelli che facevano parte del suo Vicariato». Il documento è contenuto nel volume di G. Mazzatinti «Gli archivi della storia d'Italia, I e II», apparso presso la casa editrice Licinio Cappelli di Rocca San Casciano nel 1897-1898 (nuova edizione presso Georg Olms Verlag, Hildesheim 1988).
7. Continua.
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Antonio Montanari
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Pagina 2005, creata 15.03.2014.