1) INTRODUZIONE
Scopo del presente lavoro è documentare le incongruenze
di funzionamento che presentano le reti di distribuzione d'acquedotto
dei tipi classici più diffusi ed esaminare la possibilità
di ovviarvi con soluzioni razionali ed economiche.
Si assume come esempio una rete semplice (vedi fig.1) ma atta
ad evidenziare i fenomeni che si vuole descrivere. In ossequio
alle migliori tradizioni acquedottistiche e ai dettami della letteratura
tecnica, essa presenta le seguenti caratteristiche:
· insieme di condotte a maglie chiuse e aperte estese a
tutto il territorio da servire costituito da un nucleo centrale
a maggior consumo, una periferia con consumi distribuiti e con
alcuni utenti particolari (nodi 105,116,117 );
· alimentazione tramite un unico impianto di produzione
e sollevamento a prevalenza fissa destinato ad immettere in rete
la portata media giornaliera e munito di vasca di carico (S1)
avente la funzione di stabilizzare la pressione di partenza della
rete;
- compensazione delle portate effettuata a mezzo dei tre serbatoi
pensili di rete (S2,S3,S4) (quindi acqua in quota) che accumulano
durante i periodi di bassi consumi (presumibilmente la notte)
i volumi d'acqua in eccedenza rispetto alle richieste dell'utenza
per reimmetterli in condotta onde far fronte alle punte di consumo;
Una rete come quella descritta, secondo le opinioni
maggiormente diffuse, costituisce l'optimum in quanto è
in grado di garantire costanza e sicurezza di funzionamento assieme
a stabilità della pressione di esercizio dovute alla presenza
della vasca di carico in testa alla rete ed altresì economia
nella spesa energetica di sollevamento dato che centrale e condotte
principali recapitano con continuità la sola portata media
evitando il funzionamento di punta che comporterebbe invece onerose
dissipazioni energetiche.
Lunghe esperienze di attento esercizio hanno dimostrato che le
cose si svolgono, nella realtà spesso incognita anche allo
stesso gestore, in maniera totalmente diversa:
· nel mentre l'utenza proprio nei periodi di maggior consumo
viene alimentata con le pressioni più basse a causa delle
perdite di carico in tali evenienze particolarmente elevate, si
verificano invece pressioni di consegna esuberanti durante i periodi
notturni o comunque di basse portate cui consegue un duplice danno:
quello dovuto all'ovvio dispendio energetico e quello dovuto alle
perdite di rete che, a causa della maggior pressione, aumentano
notevolmente.
· i serbatoi di rete, essendo dimensionati per la punta
di consumo, funzionano correttamente solo per periodi brevissimi
mentre per la stragrande maggioranza delle giornate rimangono
inattivi quando addirittura non sfiorano mandando a scarico importanti
quantitativi d'acqua preziosa;
Come è ben noto, la portata che
un serbatoio di rete come quelli in argomento può derivare
o immettere in condotta è, in ogni istante, funzione di
numerosi e variabili fattori tra cui la pressione di esercizio,
quella di consegna all'utenza da cui dipende, in parte, il consumo,
il livello dell'acqua nel serbatoio stesso che è funzione,
a sua volta, dei volumi invasati o svasati in precedenza, ecc.
ecc. Tale portata, pertanto, difficilmente viene a coincidere
con quella necessaria per la compensazione delle portate, compensazione
che viene quindi ed in buona parte a mancare.
Nella pratica gestione degli acquedotti, si rimedia maggiorando
le condotte di rete in modo che gli impianti di produzione vi
possano immettere, nelle ore di punta, una portata superiore a
quella media prevista in origine e modulare la loro portata mediante
dissipazione del carico idraulico ottenuta strozzando la valvola
posta a valle della vasca di carico o facendo funzionare a canaletta
le condotte in uscita dalla vasca stessa.
La diminuzione di pressione che tale operazione comporta nella
rete, provoca il provvidenziale intervento dell'invaso ancora
contenuto nei serbatoi.
Il risultato finale che così si ottiene è caratterizzato
da:
· compensazione giornaliera delle portate effettuata solo
in parte dai serbatoi di rete ed in parte dagli impianti di produzione;
· utilizzazione dei serbatoi a prezzo di una diminuzione
della pressione di rete che a volte si rivela inadatta ad una
corretta alimentazione dell'utenza;
· onerosa dissipazione di energia necessaria per abbassare
la pressione di pompaggio subito a valle della vasca di carico.
· mancata utilizzazione della rete per il riempimento dei
serbatoi nei periodi di bassi consumi. L'invaso viene invece effettuato
durante i periodi di consumo medio quando le perdite di carico
delle condotte sono ancora rilevanti.
In definitiva viene a mancare, per i serbatoi di compensazione
in rete, l'assunto di base. Essi rimangono quasi sempre pieni
mentre, nella migliore delle ipotesi, viene utilizzata solo una
parte del loro volume utile, a prezzo di un funzionamento anomalo
delle condotte di rete e degli impianti di produzione.
2) VERIFICA DELLA RETE CLASSICA
Volendo verificare anche dal punto di
vista teorico i concetti esposti, viene esaminata in dettaglio
la rete di esempio: le conclusioni cui si perviene, confortanti
quelle sperimentali, potranno, in un secondo tempo, essere estese
anche a reti complesse.
Definito il diagramma giornaliero dei consumi dell'utenza del
tipo che comunemente si può riscontrare in cittadine medie,
si è passati alla verifica del funzionamento idraulico
in moto permanente dell'insieme centrale di alimentazione/condotte/serbatoi.
Per i calcoli si è utilizzato un programma per personal
computer che, oltre a consentire il calcolo della rete a maglie
chiuse in un determinato istante tenuto conto della situazione
degli impianti e dei consumi ai nodi nell'istante medesimo, permette
anche di definire l'evoluzione nel tempo dei serbatoi ed in genere
di tutta la rete, in funzione della variazione dei consumi dell'utenza
secondo il citato diagramma di consumo giornaliero.
Si sono fissate le seguenti ipotesi di base:
1 - compensazione giornaliera delle portate effettuata dai serbatoi
inseriti in rete (anche se in alcuni casi ciò non ha luogo
che parzialmente)
2 - serbatoi a sezione costante
3 - serbatoi ad altezza infinita (le quote di minimo e massimo
livello vengono determinate in un secondo tempo)
4 - esame della rete nell'intero arco della giornata tipo mediante
serie di calcoli di verifica del suo funzionamento idraulico (moto
permanente) per intervalli temporali brevi (15 minuti) in modo
da rendere ininfluente, ai fini del calcolo del livello dei serbatoi,
la differenziazione di portata entrante od uscente dai serbatoi
stessi durante l'intervallo considerato.
5 - ripetizione delle serie di calcoli per almeno cinque giornate
consecutive con identico diagramma di consumo dell'utenza in modo
da raggiungere la stabilità del ciclo giornaliero sia per
quanto riguarda i livelli dei serbatoi che la portata immessa
in rete dalla centrale.
Nella prima serie di calcoli si sono ripetute le verifiche considerando
diversi tipi di serbatoi in modo da esaminarne il comportamento
in funzione della loro superficie utile. I risultati sono riportati
nella seguente tabella I e nei grafici delle figure n. 2 e 3.
Esaminiamo il comportamento nel giorno
di massimo consumo della rete alimentata dalla centrale o dal
serbatoio a pressione o livello costanti (calcoli n. 1/I, 2/I
3/I, 4/I e figg. 2,3).
Innanzitutto viene confermato che, essendo presenti serbatoi collegati
alla rete senza interposizione di apparecchiature di sorta, non
è possibile che la centrale immetta in rete una portata
costante e di valore pari alla media giornaliera e che i serbatoi
di rete, pur se di altezza infinita, abbiano da attuare la totale
compensazione delle portate.
La inevitabile variazione di portata della centrale, pari a 290.2
l/s per serbatoi da 200 mq di sezione diventa sempre piu' piccola
man mano che aumenta la sezione utile (è pari a 114.3 l/s
per serbatoi da 1000 mq) e di conseguenza la curva rappresentativa
della portata della centrale nelle 24 ore si appiattisce sempre
di piu' avvicinandosi (senza mai eguagliarla) alla retta della
portata media giornaliera.
Si constata come i serbatoi effettuino, trattandosi della giornata
di massimo consumo, una buona compensazione del consumo di punta
che alle ore 8-9 ammonta a 1350 l/s risultando sufficiente, per
tale periodo, una portata della centrale prossima a quella media
giornaliera (900 l/s). La portata della centrale raggiunge il
valore massimo al pomeriggio quando i serbatoi sono vicini allo
svuotamento totale e non, come a prima vista sembrerebbe logico,
al mattino quando i consumi dell'utenza sono più elevati.
Il riempimento dei serbatoi ha luogo, in tutti i quattro casi
esaminati, dalle ore 21 alle ore 6 circa quando essi raggiungono
il loro livello massimo. Ha inizio allora la loro fase attiva
con immissione in rete dell'acqua accumulata. Viene quì
in luce una delle incongruenze del sistema in quanto il volume
prezioso d'acqua in quota non viene, nel periodo di tempo che
va dalla sei alle sette circa, utilizzato per coprire le punte
di consumo, ma va invece ad alimentare una utenza avente consumi
addirittura inferiori alla portata media e che, in quanto tali,
potrebbero benissimo essere soddisfatti direttamente dalla centrale.
Per quanto concerne la funzionalità dei serbatoi risulta
che, aumentando la loro superficie utile (da 200 a 1000 mq cadauno
nell'esempio), si ottiene una miglior utilizzazione del volume
disponibile il cui quantitativo passa dai 9100 mc con serbatoi
da 200 mq a 10370 con serbatoio da 1000 mq, senza però
raggiungere la cubatura necessaria per la totale compensazione
che ammonterebbe a 11200 mc circa. Con la superficie maggiore
(1000 mq) si ottiene, ovviamente, una minore escursione di livello
di tutti i serbatoi e quindi anche della rete ed una minore escursione
di portata tra mattina e sera nella centrale di sollevamento.
Esaminando il grafico (v. fig. 4) che rappresenta il volume utilizzato
in funzione della superficie dei serbatoi si constata però
come l'aumento di volume ottenibile dalla maggior sezione dei
serbatoi non sia direttamente proporzionale alla superficie stessa
ma segua una curva quadratica per cui i benefici ottenibili si
attenuano all'aumentare della superficie. La soluzione ottimale
dipende pertanto dalle caratteristiche proprie di ciascuna rete
e dai costi di costruzione e di esercizio che le varie soluzioni
comportano.
In questa sede viene scelta la soluzione con serbatoi
da 200 mq di sezione utile determinando le quote di sfioro e di
fondo dei serbatoi stessi in modo da conferire loro la piena funzionalità
nel giorno critico e cioè in quello di massimo consumo.
Le quote risultanti sono le seguenti:
serbatoio quota sfioro quota fondo
S2=NORD 84,60 70,50
S3=SUD 83,50 67,40
S4=OVEST 80,60 64,40
Le altezze utili che dovrebbero assumere
i serbatoi nell'esempio sono esagerate sia per le difficoltà
costruttive che ne deriverebbero sia per le eccessive escursioni
di pressione che esse indurrebbero nella rete. Sono state scelte
perché, trattandosi di una mera esercitazione teorica,
rendono più evidenti i fenomeni che si vogliono qui illustrare.
Definite come sopra le caratteristiche geometriche dei serbatoi
e supposto che siano dotati di valvola di efflusso a galleggiante
che si chiude quando il serbatoio è pieno onde evitarne
gli sfiori, si è passati all'esame del loro comportamento
durante il resto dell'anno sempre considerando che la centrale
di pompaggio funzioni a pressione costante (100 msm).
E' in questa fase che vengono alla luce le più gravi carenze
del sistema acquedottistico in esame. I serbatoi, dimensionati
per un corretto funzionamento nel giorno di punta, diventano scarsamente
utilizzabili in tutti gli altri giorni a causa delle minori perdite
di carico che si verificano in rete.
Se si considera la curva di frequenza dei consumi medi giornalieri
di un acquedotto tipo (vedi fig.13.2 più avanti) dalla
quale risulta che essi assumono valori elevati (normalmente utilizzati
per il dimensionamento degli impianti) per pochissime giornate,
e che pertanto i benefici ottenibili dai serbatoi nella misura
sopra descritta si limitano a pochissimi casi mentre durante tutto
il resto dell'anno la loro funzionalità è notevolmente
ridotta, si può concludere che il sistema di alimentazione
delle reti con centrali a pressione fissa deve essere abbandonato.
Ad esempio se si esaminano i risultati del calcolo
n. 5/I riportati in tabella e nel grafico di fig. 5 e che sono
relativi a serbatoi da 200 mq di sezione con quote di sfioro e
fondo definite come sopra e ad un giorno nel quale gli utenti
hanno un consumo corrispondente alla media annua (cioè
con portata media giornaliera pari a 600 l/s) si constata come
la pressione di rete sia per molte ore più elevata del
livello massimo dei serbatoi i quali, durante tale periodo, rimangono
chiusi e quindi inoperosi. Il contributo che essi prestano alla
rete è limitato al periodo che và dalle ore 7 alle
ore 11 durante il quale, immettendo in rete un volume totale di
1080 mc, riescono ad contenere la portata massima della centrale
entro 763 l/s circa a fronte di un consumo istantaneo massimo
dell'utenza di 900 l/s. L'accumulo di detto volume ha luogo nelle
ore immediatamente successive e cioè dalle ore 11 alle
16 circa. Viene così a mancare totalmente la loro funzione
precipua che dovrebbe essere quella di accumulare di notte i volumi
d'acqua da restituire alla rete il giorno successivo. I serbatoi,
la cui capacità totale è pari a 9280 mc, vengono
utilizzati nella giornata di consumo corrispondente alla media
annua, come già detto, per totali mc. 1080 corrispondenti
ad una percentuale del solo 12%. Per quanto riguarda la pressione
di consegna dell'acqua all'utenza si rileva come essa sia corretta
solo durante i periodi di consumo elevato mentre per buona parte
della giornata e per tutta la notte si verifichi un inutile carico
residuo. Da tener presente che nei periodi notturni quando il
consumo dell'utenza diventa quasi nullo ed i serbatoi sono pieni
e quindi con la valvola di efflusso chiusa, la piezometrica di
rete diventa quasi coincidente con la statica (100 msm) il che
significa raddoppiare la pressione di consegna con tutti i danni
che ne derivano. Se si tiene conto che i consumi per lunghi periodi
si mantengono su valori ancora inferiori di quello medio annuo
appena considerato, si giunge all'ovvia conclusione che, nella
realtà, i serbatoi sopraelevati della rete alimentata a
pressione fissa sono praticamente sempre pieni ed inutilizzati
e che la pressione di consegna è quasi costantemente troppo
elevata.
Prescindendo momentaneamente dalla reale consistenza della rete
precedentemente descritta, si è passati a verificare quali
sarebbero le sue condizioni di funzionamento qualora, soppressa
idealmente la vasca di carico posta in testa, la centrale di sollevamento
fosse del tipo ad immissione diretta in rete ed a portata costante
per tutte le 24 ore della giornata. Tali modalità, che
possiamo definire di tipo scolastico in quanto non attuabili nella
pratica di esercizio, sono state esaminate al solo scopo di costituire
la soluzione teorica ideale cui paragonare tutte le altre.
I risultati, relativi al giorno di max consumo e riportati in colonna n. 6/I ed illustrati nel grafico di fig. n. 6, confermano che la centrale, per mantenere costante durante il corso della giornata la sua portata, dovrebbe variare notevolmente la pressione di pompaggio mentre i serbatoi, per poter effettuare tutta la compensazione, dovrebbero avere altezze utili di invaso maggiori di quelle determinate come sopra. Nel caso in esame si passa da un pompaggio massimo di 113,98 msm al mattino ad un minimo di 94,04 la sera mantenendo all'incirca un dislivello costante durante l'arco di tutta la giornata, rispetto ai livelli dei serbatoi.
Nella colonna 7/I nel grafico della fig.
7 sono riportati i risultati del calcolo di verifica nel giorno
con consumi corrispondenti alla media annua (600 l/s) con centrale
a portata fissa pari a 600 l/s e serbatoi da 200 mq che effettuano
la compensazione delle portate. Il risultato più saliente
è dato dal notevole abbassamento della prevalenza di pompaggio
con una compensazione totale delle portate mediante utilizzazione
di una capacità di 7464 mc.
Le conclusioni finali ricavate dalle serie di calcoli di verifica
sopra riportati sono le seguenti:
· la rete classica, essendo dotata di vasca di carico che
stabilizza la pressione di partenza ed essendo la quota di tale
vasca definita in funzione delle portate di punta, lavora per
lunghi periodi con valori di pressione di consegna dell'acqua
inutilmente elevati il che comporta, oltre che un anomalo ed inutilmente
dispendioso rifornimento idropotabile anche un aumento delle perdite
notturne di rete con maggiori costi di produzione d'acqua;
· i serbatoi di compenso in rete sono per la maggior parte
dell'anno scarsamente utilizzati costringendo la centrale ad immettere
in rete portate quasi nulle durante la notte ed in genere i periodi
di bassi consumi e maggiori della media giornaliera nelle ore
di punta. Ne deriva necessità di maggiori diametri delle
condotte di rete ed una loro anomala utilizzazione con maggiori
perdite di carico ed ovvie maggiori spese di sollevamento.
3) LA RETE IDEALE
Nella ricerca di una soluzione atta ad
ovviare ai difetti descritti si adotta una filosofia completamente
diversa da quella che caratterizza la rete classica: attribuire
priorità assoluta alla pressione di consegna dell'acqua
all'utenza considerato che essa è l'elemento determinante
dell'esercizio. Tutto il funzionamento dell'insieme acquedottistico
sarà condizionato al raggiungimento di tale risultato.
In pratica vengono prefissati valori di pressione all'utenza:
· elevati per il soddisfacimento del fabbisogno di punta;
· medi per i periodi di consumo medio bassi;
· minimi per le ore notturne caratterizzare da bassi consumi.
L'assetto degli impianti viene rivoluzionato: non più vasca
di carico che fissa inderogabilmente la pressione di partenza
ma centrale ad immissione diretta in rete e a pressione variabile
con asservimento a quella finale dei nodi più rappresentativi
della rete rilevata e trasmessa con continuità ed automaticamente
alla centrale.
Anche i serbatoi di compenso in rete devono essere diversi da
quelli descritti: non più serbatoi pensili che richiederebbero
per il loro funzionamento una piezometrica di rete rigidamente
definita dalle loro quote di fondo e di sfioro ma un grande serbatoio
a terra munito di proprio impianto di risollevamento anch'esso
a prevalenza variabile, il tutto adatto alle pressioni di esercizio
le più disparate.
Tutti i sollevamenti devono ovviamente essere dotati delle apparecchiature
(casse d'aria, casse d'acqua, alimentazione a mezzo by-pass ecc.
ecc.) di attenuazione dei dannosi effetti dei colpi d'ariete che
vengono inevitabilmente trasmessi alle condotte.
3.1) VERIFICA DELLA RETE IDEALE
La seguente serie di calcoli di verifica riguarda la rete di cui
ai capitoli 1) e 2) alla quale sono però state apportate
le modifiche necessarie per trasformarla in rete ideale.
Le sue caratteristiche sono:
· rete magliata unificata destinata sia all'alimentazione
dell'utenza che a quella notturna del serbatoio di compenso;
· centrale di sollevamento con pompaggio diretto in rete
a pressione e portata variabili (quindi con pompe a giri variabili)
dotata di proprio serbatoio del tipo a terra e destinato a compensare
la quasi totalità delle portate giornaliere. La pompa varia
in continuazione la velocità di rotazione in modo che la
pressione ai nodi rappresentativi della rete (nel caso specifico
il nodo n. 118) coincida con quella del grafico preimpostato per
tutta la giornata tipo e con un prefissato valore massimo di portata
chiamato soglia di intervento. In altri termini la centrale, all'aumentare
o diminuire della richiesta di rete, regola pressione e portata
per seguirne il fabbisogno ma con una pregiudiziale data dal limite
massimo di portata (soglia prefissata e tarabile) che non deve
essere in nessun caso superato.
· serbatoio per la residua compensazione in rete ed a terra,
ubicato in posizione baricentrica rispetto ai consumi, alimentato
dalla stessa rete e munito di proprio impianto di risollevamento
a portata e pressione variabili (quindi anch'esso con pompe a
giri variabili). La regolazione del serbatoio ha luogo in fase
di riempimento mediante modulazione della valvola di immissione
con asservimento dell'invaso ad un grafico giornaliero preimpostato
dei livelli in vasca da assumere ora per ora ed in fase di svuotamento
con asservimento del numero di giri della pompa al grafico preimpostato
della pressione ai nodi indicato al paragrafo precedente. Il risollevamento
entra in funzione solo allorquando la pressione ai nodi, non più
sorretta dalla centrale principale la cui portata ha raggiunto
il valore di soglia, tende a scendere al di sotto dei valori preimpostati.
· impianto di telecontrollo e telecomando atto ad effettuare
in automatico le regolazioni dei sollevamenti in funzione delle
pressioni ai nodi rilevate e trasmesse in continuo, la regolazione
dell'immissione d'acqua in serbatoio di compenso in funzione di
una predefinita curva giornaliera dei livelli da assumere ora
per ora ed in genere il controllo di funzionamento dell'insieme
acquedottistico.
·
Poiché la rete che qui si vuol verificare riassume tutte
le caratteristiche positive che con il presente lavoro si vogliono
propugnare, ci si è dilungati nell'esaminare il suo funzionamento
idraulico nelle varie e disparate condizioni paragonandone i risultati
con quelli di una rete analoga ma di tipo tradizionale con serbatoi
pensili di compensazione ed impianto di produzione funzionante
a portata fissa pari a quella media giornaliera. Il confronto
è quindi effettuato con un sistema acquedottistico di tipo
classico avente il minore dispendio energetico possibile anche
se, come spiegato, non attuabile nella realtà dell'esercizio.
Per consentire anche un raffronto realistico dei consumi energetici
si sono indicati nelle colonne 9/II e 10/II i dati di funzionamento
relativi ad un acquedotto di tipo tradizionale identico a quello
classico suddetto ma dotato, come di norma, di una centrale di
pompaggio a pressione fissa e pari a quella massima necessaria
per l'ora di punta e con regolazione della pressione di mandata
ottenuta strozzando la valvola di uscita e quindi dissipando il
carico in eccesso.
La serie di calcoli è riepilogata nella tabella II, mentre
la loro rappresentazione grafica forma l'oggetto delle fig. da
n. 9 a n. 12. Nella tabella sono replicati nelle colonne n. 1/II
e n. 6/II i dati delle col. 6/I e 7/I già esaminate per
facilitare il confronto dei risultati.
Per una visione completa del funzionamento della rete vengono
esaminate molte possibilità di utilizzazione della capacità
di compenso giornaliero del suo serbatoio: da quella minima (nessun
volume di compenso da parte del serbatoio di rete) a quella massima
con immissione in rete dell'intero volume utile e quindi con totale
compensazione della portata da parte del serbatoio.
Tra i due estremi esistono infinite possibilità intermedie
definite dalla soglia di pompaggio massimo che si può preimpostare.
Le prime verifiche riguardano l'ipotesi in cui tutta l'utenza
è alimentata dalla centrale costretta, in tal caso, a seguire
le portate richieste dalla stessa
Nella pratica tale funzionamento sarebbe ottenuto fissando un
valore di soglia più elevato della portata massima degli
utenti cioè superiore a 1350 l/s.
I risultati sono i seguenti.
Nel giorno di massimo consumo (n. 2/II
fig. 9) la centrale varia la pressione di pompaggio fino a raggiungere,
nell'ora di punta, i 137 msm circa. Il bilancio energetico denuncia
un dispendio superiore a quello con serbatoi pensili del 5% (v.
n. 1/II fig. 6) e rilevanti perdite di carico che la rete deve
sopportare per il trasporto delle portate di punta. Nei giorni
di consumo medio (600 l/s v. col. 8/II fig. 12) la pressione massima
di pompaggio si abbassa fino a 100 msm con un dispendio energetico
pari a quello che si avrebbe con la corrispondente soluzione con
serbatoi pensili (v. n. 6/II fig. 7).
Da quanto precede risulta che per portate rilevanti è conveniente
utilizzare al massimo i serbatoi di rete e diminuire quindi la
portata innalzata dalla centrale durante le ore di punta mentre
per i consumi medio-bassi la soluzione migliore è quella
con l'intera portata sollevata direttamente dalla centrale evitando
totalmente il risollevamento da parte del serbatoio in rete.
E' fuori di dubbio che la soluzione più razionale non può
essere che quella mista che soddisfa ambedue le condizioni e quindi
con serbatoi in rete che intervengono solo quando la portata totale
(cioè il consumo dell'utenza) supera una certa soglia critica.
Quando ciò non avviene tutta la portata è sollevata
dal solo impianto di produzione (regolazione "a soglia prefissata").
Visto il funzionamento della rete senza intervento dei serbatoi
si passa ora ad esaminare l'efficacia di quest'ultimi iniziando
con modesti volumi di utilizzazione per passare via via a più
marcati valori fino a giungere alla utilizzazione del volume massimo
di compensazione. Nella pratica tale regolazione avviene fissando
via via valori sempre inferiori di soglia fino a giungere al suo
valore minimo cioè pari alla portata media del giorno di
massimo consumo, nell'esempio 900 l/s.
Soluzione con soglia prefissata a 1120 l/s (v. n. 3/II fig. 10).
La centrale segue le richieste dell'utenza per portate inferiori
o pari a 1120 l/s mentre il serbatoio rimane pieno. Quando tale
valore viene superato, la centrale mantiene la sua portata sempre
al valore di soglia (1120 l/s ottenuto variando in continuazione
la pressione di pompaggio) mentre ha inizio lo svuotamento del
serbatoio di compenso che, tramite risollevamento, immette in
rete tutte le portate di integrazione necessarie per coprire il
fabbisogno di punta dell'utenza.
Nel giorno di massimo consumo l'intervento complessivo del serbatoio è minimo e cioè pari a soli mc 1600 ma consente di abbassare la pressione massima di pompaggio portandola a 119 msm contro i 137 msm che si avrebbero senza di esso (v. n. 2/II precedente). Si vede come la sua utilizzazione, anche se modesta, permette di ottenere un notevole beneficio nella pressione di esercizio riportandola entro valori appropriati. Per quanto riguarda invece i consumi energetici non si ottiene alcun beneficio rispetto alla soluzione precedente (stesso dispendio energetico dovuto alla necessità di dissipare il carico durante il riempimento del serbatoio e di risollevare durante le ore di punta l'acqua precedentemente accumulata nel serbatoio).
In tutti gli altri giorni il consumo energetico
migliora. Ad esempio nel giorno di consumi medi (v. n. 8/II fig.
12) esso è pari alla soluzione con serbatoi pensili (v.
n. 6/II fig. 7) e quindi estremamente contenuto.
Si esamina ora il funzionamento della rete con una soglia massima
di funzionamento della centrale fissata a 1000 l/s. L'intervento
del serbatoio, nel giorno di massimo consumo, comincia a diventare
importante (mc. 5930) mentre la centrale limita la sua portata
ai 1000 l/s di soglia (v.n. 4/II). Rispetto alla soluzione con
serbatoi pensili si ottiene una maggior impiego di energia pari
soltanto all'uno per cento.
Il più marcato intervento del serbatoio provoca un appiattimento
della pressione di pompaggio che, nel giorno di consumo max (v.
n. 4/II), varia da un massimo di 111 msm ad un minimo di 76 msm.
Nel giorno di consumo medio ( funzionamento identico a quello
sopra esaminato v. n. 8/II fig. 12 ) la pressione di pompaggio,
pur non verificandosi alcun intervento del serbatoio di compenso,
si abbassa ulteriormente rientrando tra un massimo di 100 msm
raggiunti per un breve periodo alle ore 9 circa ed un minimo di
62 msm durante le ore notturne.
Passiamo all'esame del funzionamento con una soglia prefissata
pari alla media del giorno di massimo consumo. E' questa la regolazione
ottimale degli impianti in quanto consente, a parità di
alimentazione dell'utenza, la maggior economia di energia di sollevamento.
Il dispendio energetico è addirittura inferiore a quello
della soluzione (non attuabile nella realtà) con serbatoi
pensili e centrale di sollevamento portata costante per tutta
la giornata.
Infatti durante tutte le 24 ore del giorno di massimo consumo
la centrale solleva la portata media (nell'esempio 900 l/s) e
pertanto la rete può effettuare il trasporto dei necessari
volumi d'acqua con le perdite di carico minime (v. n. 5/II fig
11). Tutta la capacità utile del serbatoio viene utilizzata
per effettuare la totale compensazione giornaliera delle portate.
La pressione di pompaggio della centrale principale è quasi
livellata essendo di giorno pari a 102-105 msm e di notte a 87
msm circa. Il serbatoio di compenso, tramite il suo impianto di
pompaggio, risolleva un volume di 11200 mc ad una pressione massima
di 103 msm per un breve periodo alle ore 9 e poi a circa 78 msm
dalle ore 10 alle 20 circa. La rete viene utilizzata anche durante
la notte per addurre, oltre alla portata richiesta dall'utenza,
anche il volume d'acqua da accumulare nel serbatoio.
Nel giorno di consumo medio (600 l/s) si ha lo stesso funzionamento
dei casi precedenti con la centrale principale che immette da
sola tutta la portata non essendo mai superata la soglia preimpostata
di 900 l/s e ciò ha luogo con una pressione variabile da
100 a 62 msm (v. n. 8/II fig. 12).
Risultato finale della regolazione in esame (soglia pari alla
media giornaliera) è un consumo energetico nelle 24 ore
estremamente contenuto essendo pari a quello che si avrebbe con
rete dotata di serbatoi pensili.
Per dimostrare come tale risultato nella reale gestione sia veramente
interessante, si sono tracciati i grafici di funzionamento giornaliero
dell' acquedotto di cui alle verifiche precedenti nelle varie
giornate dell'anno tipo. Sono state scelte quattro giornate con
portate gradualmente decrescenti di 100 l/s da quella di consumo
massimo (900 l/s), a quella di consumo corrispondente alla media
annua (600 l/s). Si è supposto, come consigliato sopra,
di mantenere fissa e pari alla media del giorno di consumo massimo
(900 l/s) in ogni condizione di esercizio e di consumo giornaliero
la soglia di pompaggio dell'impianto principale determinando il
volume di utilizzazione del serbatoio di rete nei vari casi.
I dati di funzionamento possono essere così riassunti:
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Riportando i dati in grafico (v. fig. 13.1) si constata
come la percentuale di utilizzazione del serbatoio di rete, massima
per il giorno di consumo elevato (corrispondente a 1.5 volte quello
medio annuo) nel quale viene utilizzato per la compensazione tutto
il volume di invaso (punto a), decresce rapidamente fino ad un
valore pari a solo il 10% circa di tale volume per consumi pari
a 1.2 volte quello medio (punto c) e per azzerarsi quando i consumi
corrispondono al consumo medio annuo (punto d). Per consumi ancora
inferiori non si ha alcuna utilizzazione del serbatoio. I dati,
integrati da quelli di frequenza statistica media annua dei consumi
conducono a risultati veramente strabilianti. La curva rappresentativa
delle percentuali di utilizzazione del serbatoio (v. fig.13.2)
ha un andamento quasi parallelo e molto vicino agli assi con accentuato
punto di flesso ubicato in corrispondenza dei 35 giorni dell'anno
a consumo più elevato. Se ne deduce che per una metà
dell'anno l'utilizzazione del serbatoio è nulla, per altri
148 giorni circa essa rimane bassissima mentre le alte percentuali
sono tutte concentrate nei rimanenti 35 giorni durante i quali,
essendo superato il punto di flesso, passa dal 10% al 100%. L'intervento
sostanziale del serbatoio di compenso in rete è, quindi,
limitato mediamente a sole 35 giornate all'anno mentre per circa
le 330 giornate rimanenti i consumi avranno un valore pari o inferiori
a 1.17 volte la media giornaliera annua ed il serbatoio sarà
utilizzato per soli 1000 mc. pari al 9% del volume totale, oppure
per volumi ancora inferiori.
Se nel diagramma citato si considera l'area indicata con tratteggio
e compresa tra gli assi fondamentali e la curva delle percentuali
di utilizzazione del serbatoio, e che rappresenta l'utilizzazione
totale annua del serbatoio, si vede come essa corrisponda appena
al 6% della utilizzazione massima del serbatoio stesso (100% per
365 giorni).
Per far risaltare il risparmio energetico offerto dalla soluzione
a soglia ottimale (900 l/s) si è anche verificato quale
sarebbero i risultati ottenibili modificando la soglia fino a
farla coincidere di giorno in giorno con la portata media del
giorno medesimo. A prima vista sembrerebbe questa la soluzione
ideale in quanto, in tale ipotesi, la rete dovrebbe effettuare,
in ogni giornata tipo, il trasporto delle sole portate medie lasciando
al serbatoio il compito di integrare la portata immessa in rete
per coprire le punte di consumo. Si riscontra invece un peggioramento
della situazione con consumi energetici che, ad esempio nella
giornata di consumo medio (v. n. 7/II ) e cioè 600 l/s
superano del 3% quelli ottenibili con la soglia elevata (v. n.
8/II fig. 12). Risultati ancora peggiori si riscontrerebbero,
ovviamente, nelle giornate di consumo inferiore che, come più
volte citato, si verificano con grande frequenza durante l'anno.
Come indicato i raffronti energetici sono effettuati con un acquedotto
di tipo tradizionale munito di serbatoi pensili di compenso e
con un funzionamento puramente ipotetico della centrale principale
considerata come atta a sollevare ed immettere in rete, in tutti
i casi in esame, la portata media giornaliera variando con continuità
la propria pressione di pompaggio (colonna n. 1/II fig. 6). La
realtà è ben lontana da tale ipotesi semplificativa
essendo gli acquedotti classici dotati, nella maggior parte dei
casi, di vasca di carico in testa alla rete e, come tali, da considerarsi
a pressione di pompaggio fissa. Nelle colonne 9/II e 10/II si
sono riportati anche i dati di funzionamento di un acquedotto
di questo tipo mettendo in rilievo gli inconvenienti che esso
presenta.
In pratica si è supposto di modificare lo schema acquedottistico
della colonna n. 1/II sostituendo la centrale a pressione variabile
con una a pressione fissa per qualunque condizione di esercizio.
La quota di pompaggio e quindi l'ubicazione altimetrica della
vasca di carico, definite dal funzionamento critico della rete
e cioè dell'ora di punta, risultano pari a 114 msm e di
conseguenza la pressione di esercizio, adeguata nel brevissimo
periodo di richiesta massima dell'utenza (ora di punta) e solo
in quello, diventa sovrabbondante per tutto il tempo rimanente
durante il quale l'inutile carico residuo deve, per consentire
il funzionamento dei serbatoi di rete, venir dissipato o mediante
regolazione della valvola posta al piede della vasca o mediante
funzionamento a canaletta della prima parte della tubazione di
uscita dalla stessa con tutti gli inconvenienti che derivano dall'immissione
di aria in condotta. Questo fatto si traduce in un notevole dispendio
energetico che, nell'esempio di tabella, raggiunge il 10% nel
giorno di consumo massimo e ben il 42% in quello di consumo medio
per essere ancora percentualmente più elevato nei giorni
di consumo ancora inferiore.
L'immagine del tutto positiva che si aveva dell'acquedotto tradizionale
con la sua vasca di carico che garantisce e stabilizza la pressione
di partenza di tutta la rete, con i serbatoi pensili di rete che
con i loro grandi volumi d'acqua in quota garantiscono la corretta
alimentazione dell'utenza in ogni condizione di esercizio, esce
malconcia dalla serie di risultati che precedono. Si tratta, nella
realtà spesso incognita, di una rete inutilmente sovradimesionata
che, in quanto tale, deve dissipare continuamente l'esuberanza
di carico. In alcuni acquedotti, per evitare tale dissipazione,
si mantiene, anche durante i periodi di bassi consumi, tutta la
pressione data dalla vasca di carico con la logica conseguenza
che i serbatoi, fatta eccezione per le giornate di consumo massimo,
rimangono sempre pieni o quasi pieni e quindi ha luogo, durante
tali periodi, una spesa energetica ancora maggiore cui si aggiunge
l'ulteriore inconveniente di una eccessiva e dannosa pressione
in rete (la pressione si avvicina all'idrostatica). La realtà
è molto spesso ancora peggiore: la pressione non raggiunge
tali massimi per il semplice motivo che di notte l'aumento della
pressione di rete fa crescere vertiginosamente le fughe d'acqua
dovute alle piccole rotture fino a farle raggiungere volumi così
elevati (l'acqua dissipata annualmente nel terreno può
superare il 50% del totale prodotto!) che anche durante tale periodo
la portata d'acqua immessa in rete si mantiene elevata.
Risultano evidenti i vantaggi che presenta la rete ideale propugnata
nel presente lavoro. Si ribadisce quì che essa garantisce
una adeguata pressione di consegna dell'acqua all'utenza in ogni
condizione di esercizio. Ciò significa che nei periodi
critici, come ad esempio l'ora di punta del giorno di massimo
consumo, anche gli utenti più lontani sono alimentati con
pressione adeguata mentre nei periodi di bassi consumi come possono
essere quelli notturni delle basse stagioni viene abbassata la
pressione di consegna evitando in tal modo inutili e costose sovrappressioni
fonte, oltre che di dispendio energetico, di maggiori perdite
i rete. Si può affermare che la differenza sostanziale
fra le reti classica e quella ideale consiste nel fatto che la
prima è composta da un sistema rigido la cui gestione è
strettamente vincolata alle sue caratteristiche costruttive e
soltanto a quelle. Come tale, deve sempre funzionare alla sua
massima potenzialità con tutti gli inconvenienti che ne
conseguono: dispendio energetico, frequente ed inutile esuberanza
di carico idraulico, impossibilità di adeguarsi a maggiori
ed imprevedibili richieste dell'utenza se non tramite esecuzione
di nuove opere. La gestione della rete ideale, al contrario, è
estremamente elastica essendo funzione diretta dell'utenza e dei
suoi fabbisogni di cui può seguire puntualmente tutte le
variazioni con la massima economia energetica di sollevamento
garantendo, al tempo stesso, una pressione di consegna sempre
ottimale. E' possibile far fronte alle eventuali maggiori ed imprevedibili
richieste senza esecuzione di nuove opere ma semplicemente con
una maggiore spesa energetica di sollevamento.
Esaurito l'esame del comportamento generale della rete ideale
si è evidenziato il suo funzionamento nei momenti salienti
delle giornate di massimo consumo ed in quella di consumo medio
annuo riportando sugli schemi planimetrici (che per brevità
si omettono) i risultati dei calcoli di verifica e ricavando da
essi il profilo idraulico nelle varie condizioni di funzionamento
(v. fig. n. 14) da cui si possono trarre, a conferma dei concetti
esposti sopra, importanti conclusioni.
Si nota innanzitutto come le forti escursioni della
pressione di partenza che si verificano passando da una condizione
all'altra, non provocano alcun inconveniente all'utenza in quanto
non interessano la rete di distribuzione vera e propria ma solo
il suo primo tratto (nodi 1 - 101) nel quale non ci sono prelievi.
Si tratta, nell'esempio e molto spesso anche nella realtà,
di una condotta singola di collegamento della rete magliata con
l'impianto di produzione posto fuori del centro da servire e che,
come tale, per portate di una certa entità necessita di
notevoli carichi idraulici. D'altro canto non conviene abbondare
eccessivamente nel dimensionamento di tale tubazione considerato
che i periodi di portata elevata sono statisticamente poco frequenti
e che pertanto, come risulta anche dai conteggi sopra riportati,
il consumo energetico annuo risulta comunque contenuto.
La rete magliata, al contrario, conferma le sue ottime caratteristiche
effettuando il trasporto di grandi portate d'acqua con modeste
perdite di carico e quindi senza grandi variazioni della pressione
di consegna. La centrale funziona alla massima pressione manometrica
(100-105 msm) soltanto nei momenti di effettivo bisogno quali
sono ad esempio, nel giorno di consumo massimo il periodo che
va dal consumo medio giornaliero (900 l/s) a quello di punta (1350
l/s) e nel giorno di consumo medio annuo, la sola ora di punta
(900 l/s). Durante tutti gli altri periodi, ivi compreso anche
quello di riempimento del serbatoio nel giorno di consumo massimo,
la centrale è in grado di far fronte ai fabbisogni con
una pressione media e medio-bassa.
In particolare per consumi pari circa alla media annua (600 l/s)
ed anche per il riempimento notturno del serbatoio nei giorni
di massimo consumo, è sufficiente una pressione di pompaggio
di 80-85 msm mentre per tutti i periodi di bassi consumi notturni
la pressione si abbassa fino a circa 65 msm. Tutto ciò
si traduce in evidenti economie nell'energia consumata annualmente
per il sollevamento.
Nel territorio abitato le pressioni sono livellate essendo concentrate,
in tutti i casi esaminati, compresi quelli estremi, in due fasce
(v. zone tratteggiate nella fig. 14): quella del funzionamento
diurno nella quale di ha una pressione assoluta massima di msm
84 ed una minima di 70 msm., quella del funzionamento notturno
con pressione da m. 52 a m. 65. La pressione di consegna nel nodo
118, assunto come rappresentativo della rete, è di m 70
di giorno e m. 60 di notte come da diagramma prefissato.
Per quanto riguarda il funzionamento delle condotte di rete, dall'esame
dei risultati dei calcoli, si è rilevato come tutti i tronchi
concorrano solidalmente al trasporto dei richiesti volumi d'acqua
che pertanto ha luogo, in ogni condizione di funzionamento, con
perdite di carico estremamente contenute. Ciò si evidenzia
particolarmente durante la notte del giorno di max consumo quando,
con consumi quasi nulli dell'utenza e con il serbatoio di rete
in fase di riempimento, anche le condotte più lontane dalla
centrale, invertendo la direzione di moto dell'acqua, riescono
ad addurre, nonostante la loro ubicazione idraulicamente sfavorevole,
notevoli volumi d'acqua al serbatoio stesso.
In definitiva si può affermare che, nella rete dell'esempio,
il carico idraulico disponibile viene sempre utilizzato in modo
ottimale, con perdite di carico contenute e non senza garantire
una corretta consegna dell'acqua all'utenza.
3.2) LA SCELTA DELLE POMPE
Nei grafici relativi al funzionamento della rete ideale nelle
varie giornate tipo e secondo tutte le modalità di funzionamento
possibili, alcune delle quali formano oggetto delle fig. da n.
9 a n. 12 mentre altre non sono riportate nel presente testo,
si sono evidenziati con un circoletto numerato i punti salienti
di sollevamento dell'impianto principale che, riportati sul grafico
cartesiano di fig. n. 15, hanno consentito di definire, con un
congruo margine di sicurezza, la fascia caratteristica del pompaggio.
Pur non escludendo la possibilità di realizzare
la stazione di pompaggio con una serie di pompe a velocità
fissa al fine di raggiungere buoni risultati con costi più
contenuti, dal grafico risulta che la soluzione ottimale sarebbe
quella con pompe a velocità variabile più adatte
a coprire interamente l'area di lavoro. Si noterà come
la fascia sia caratterizzata da una minor pendenza e larghezza
nella parte bassa del grafico il che ha consigliato di dividere
il campo in due parti ben definite ed indicate in disegno con
diverso tratteggio. Sono state quindi scelte due pompe a velocità
variabile dimostratesi atte a coprire, con buone caratteristiche
funzionali, tutto il campo di lavoro.
Quella più piccola con portata variabile da 150 a 600 l/s
circa e prevalenza da circa 35 m a 55 m. resta in funzione per
un tempo pari a circa il 40% del totale annuo tale essendo la
percentuale statistica di frequenza delle portate orarie pari
o inferiori alla media annua.
L'altra pompa avente portata, a basso numero di giri, pari a 600
l/s e, alla velocità massima, 1300 l/s circa con una prevalenza
da 55 a 115 m circa farà fronte, oltre che al riempimento
notturno dei serbatoi di compenso, anche ai rimanenti fabbisogni
dell'utenza.
Si fa notare come le apparecchiature di sollevamento descritte
consentano di soddisfare i fabbisogni della rete in tutte le più
disparate condizioni anche in quelle improbabili ma pur sempre
possibili. Per la definizione della fascia di lavoro delle pompe,
sono stati infatti utilizzati grafici di funzionamento relativi
ai giorni di consumo massimo, medio e minimo considerando per
ognuno di essi vari modi di sfruttamento della capacità
di compenso dei serbatoi che vanno dall'utilizzazione dell'intero
volume di invaso fino ad una utilizzazione nulla. Le pompe scelte
e la rete esaminata saranno quindi in grado di far fronte, a prezzo
soltanto di una maggior spesa energetica, anche a situazioni eccezionali
quali sono, ad esempio, il fuori servizio del serbatoio di compenso
nel giorno e nell'ora di punta.
4) CONCLUSIONI
Il lavoro svolto riguarda la razionalizzazione
di una rete elementare di costituzione molto semplice in quanto
ritenuta sufficiente a comprovarne la validità. Le metodologie
proposte allo scopo sono però applicabili, con buoni risultati,
anche a reti complesse quali sono, ad esempio, quelle dotate di
più impianti di produzione, quelle alimentanti territori
variegati sia dal punto di vista altimetrico che da quello dei
consumi specifici nelle quali si avrà cura di asservire
ogni centrale di sollevamento o di risollevamento ai nodi della
sottorete di appartenenza. Si potrà, anche allora, constatare
come il funzionamento a pressione di esercizio variabile e la
grande elasticità di funzionamento propri della "rete
ideale" si prestino ottimamente a risolvere problemi anche
ardui in una costante ottica di contenimento dei costi energetici.
Alcuni esempi: nel caso di reti alimentate con fonti diversificate
sia per ubicazione che per qualità (acqua potabilizzata
e acqua naturalmente potabile), si potrà abbassare il costo
medio di produzione facendo funzionare alla sua massima producibilità
24 ore su 24 l'impianto che ha costi di produzione inferiori;
nel caso di reti sottodimensionate si potrà rimediare aumentando
la pressione diurna di esercizio; nei periodi o nelle aree caratterizzate
da deficienza delle fonti si potrà economizzare mediante
alimentazione ad una pressione il più bassa possibile ecc.
ecc..
I concetti di base da cui trova origine tutta l'impostazione progettuale
e di esercizio qui propugnata possono essere così riepilogati:
· il pompaggio a pressione variabile che comporta la messa
al bando dei serbatoi pensili ma consente la massima elasticità
ed economicità di esercizio;
· le modalità di compensazione giornaliera delle
portate da effettuarsi per la maggior parte con serbatoi a terra
annessi alla produzione e, per la parte restante, con serbatoi
a terra ubicati in posizione baricentrica dell'utenza;
· le modalità di pompaggio a soglia preimpostata;
· la preimpostazione delle pressioni che durante la giornata
devono essere assicurate nei vari punti della rete;
· l'utilizzazione della rete sia per l'adduzione dei volumi
d'acqua ai serbatoi di compenso in rete sia per la distribuzione
agli utenti;
· il telecomando e telecontrollo della rete a mezzo impianto
automatico.
Le soluzioni proposte consentono:
1) Rilevanti economie sia costruttive che di gestione dell'insieme
acquedottistico;
2) La possibilità di far fronte ad imprevedibili necessità
grazie alle grandi doti di elasticità possedute dalla rete;
3) La razionale utilizzazione dei volumi d'acqua accumulati nei
serbatoi sia nei giorni di punta, sia in quelli di portata minima
e sia per far fronte ad impreviste necessità:
4) di graduare le pressioni di rete in funzione delle effettive
necessità dell'utenza garantendo in ogni condizione di
esercizio la consegna dell'acqua alla pressione adeguata.
In definitiva l' esercizio delle reti
e dei relativi impianti condotto secondo le modalità descritte
nel presente lavoro costituisce un modo corretto, razionale ed
economico di gestione.
Chi scrive ha potuto verificare tali risultati nell'esercizio
di più acquedotti che, pur essendo dotati di apparecchiature
di regolazione meno sofisticate di quelle necessarie per la rete
ideale citata, funzionano automaticamente a pressione variabile
asservita alle richieste di rete da oltre vent'anni.
Caratteristica saliente un sollevamento che, pur garantendo una
pressione di consegna all'utenza sempre ottimale, si è
svolto per la quasi totalità delle ore di funzionamento
di tutto il ventennio a bassa pressione essendo quello ad alta
limitato a periodi brevissimi: è evidente l'economia realizzata
nella spesa di sollevamento.
Un'altra esperienza che si è potuta fare è quella
relativa ai vantaggi offerti dalla riduzione della pressione notturna
di pompaggio. A tale scopo si è, durante la notte, forzatamente
alimentata la rete a pressioni maggiori di quelle normali constatando
come le portate minime immesse in rete (costituite in tal caso
quasi esclusivamente da perdite di rete) subissero, per effetto
dell'aumento di pressione (da 20 a 45 m.), un incremento corrispondente
circa al raddoppio di valore.
Come già detto tutte le soluzioni proposte nel presente
lavoro riguardano acquedotti di medie dimensioni. Certamente i
grandi sistemi acquedottistici richiedono tecnologie migliori.
Si tratterà ad esempio di più sofisticate procedure
di calcolo per l'ottimizzazione in continuo della produzione,
accumulo, pompaggio e trasporto dell'acqua, di nuove metodologie
di determinazione della pressione ottimale di consegna all'utenza,
di verifica e localizzazione in automatico delle perdite di rete
e di verifica automatica del funzionamento idraulico dell'insieme
acquedottistico. Su alcuni punti però troveranno conferma,
senza tema di smentita, le tecniche quì proposte: nel funzionamento
a pressione variabile degli impianti, nella parziale compensazione
giornaliera delle portate da effettuarsi in rete mediante serbatoi
a terra, nell'utilizzazione della rete sia per l'adduzione che
per la distribuzione dell'acqua ed infine sull'importanza che
riveste l'impianto di telecontrollo e telecomando della rete.
Ciò è dovuto ad alcune delle prerogative insite
nella natura stessa delle reti, nelle leggi che ne regolano il
funzionamento idraulico ed infine nelle usuali modalità
di consumo dell'utenza, prerogative di cui, con il progredire
della tecnica, non si potrà trascurare lo sfruttamento.
Merito del presente lavoro si ritiene sia quello di averne messo
in luce, enfatizzato e documentato con esempio di verifica teorica
le caratteristiche.
Merito ulteriore, anche se di minor rilievo, quello di contribuire
affinché nella città futura non siano presenti gli
ingombranti ed antiestetici serbatoi pensili messi al bando dalla
diversa tecnologia quì proposta.