ECLISSI A RAVENNA
Ho conosciuto il tempo.
Barbone puntava un dito al sole;
un sole bianco freddo che non scaldava;
un busto di Dante che mi fissava;
un mosaico che ripeteva litanie dannate.
Il sarcofago vuoto tallonava una statua
e l’incrocio di vie segnava passi stanchi:
turisti inventati cercavano il demonio
in un disco nero inesistente.
Il tempo era lì,
negli occhi costruiti secoli prima
e mi tendeva una mano
per trascinarmi
nella verità di uno sprazzo di cielo
a mosaico di stelle.
Si è presentato senza vanità,
mi ha chiesto chi sono,
ho risposto sincera
Adesso compio gli anni
a ritroso.