Cos'è l'Aikido

 


 

Etimologia della parola
Filosofia - Tecnica - Reigi

I tre ideogrammi che compongono la parola Aikido sono:

AI: armonia  -  KI: spirito -  DO: via

Aikido si può tradurre come "La via della armonia dello spirito", che è spirito di amore, di rispetto di tutti gli esseri viventi e delle cose del creato. L'Aikido è considerato in Giappone come l'esempio più evoluto di arte marziale tanto che il suo geniale fondatore Morihei Ueshiba è stato insignito dall'imperatore della onorificenza di «tesoro nazionale».

L'Aikido è innanzitutto Budo, arte marziale, ma è unico per il fatto che è esclusivamente arte di difesa, in ciò rivelando i suoi principi filosofici ed etici, a differenza delle altre discipline marziali che possiedono sia tecniche difensive che offensive. Le tecniche di Aikido sono state elaborate e concepite dal Fondatore per essere insieme straordinariamente efficaci ed intrinsecamente non violente. Soleva dire il Fondatore ai suoi allievi: "Quando il nemico vi attacca, avvolgetelo in una spirale d'amore e deponetelo a terra come fareste con un neonato per non fargli dei male ". Nell’Aikido l'accento è posto sullo sviluppo spirituale dell'individuo attraverso l'acquisizione delle tecniche difensive (è necessaria la contemporanea presenza di padronanza della tecnica e dominio dei propri istinti).

La dimensione etica dell'Aikido impregna tutti gli aspetti della sua pratica, sia sul tatami (luogo di pratica) che al di fuori di esso. Al giovane Morihiro Saito Sensei, il quale divenne il suo più fedele allievo, che chiedeva di imparare l'arte del Fondatore, Ueshiba disse "Ti insegnerò come servire la società e la gente con quest'arte marziale".

Nella filosofìa del Fondatore l'Aikido è un mezzo per unire le persone in una famiglia universale. In una intervista radiofonica del 16/07/1962 Ueshiba disse: "Nello spirito tutti sono una grande famiglia, non c'è straniero, né frontiera. L’Aikido mira ad espellere gli scontri e la guerra da questo mondo. E'in questo che è del tutto diverso da un Budo ordinario".

Praticato nella maniera tradizionale, così come è stato insegnato dal suo Fondatore, l'Aikido conserva un forte carattere marziale. Potentissime leve articolari e immobilizzazioni permettono il controllo e la neutralizzazione dell'avversario senza causargli ferite o traumi. L'insegnamento dell'Aikido tradizionale prevede tecniche a mani nude (TAI JUTSU) e tecniche con le armi (BUKI WAZA) che comprendono lo studio del KEN (spada) e del JO (bastone). Allenandosi nell'Aikiken e nell'Aikijo si comprendono meglio la distanza nel combattimento, la posizione e lo studio del baricentro. Tutto ciò sviluppa una corretta posizione e potenzia le spalle e le braccia, cosa che aiuta enormemente nella corretta esecuzione delle tecniche di TAI JUTSU. Questa interrelazione tra il TAI JUTSU, il JO e il KEN era per il Fondatore determinante per lo studio dell'Aikido, e il suo fedele allievo Morihiro Saito Sensei ha basato tutta la sua pedagogia sullo studio meticoloso di questi principi.

Il Fondatore sosteneva che l'Aikido è il mezzo per essere in armonia con tutte le creature dell'Universo. Ciò non poteva avvenire senza l'osservanza di precise regole, condizione essenziale per la sopravvivenza e l'equilibrio della società. Nel Dojo il rispetto verso il Sempai (letteralmente: colui che è nato prima) non deve essere provocato, ma il Kohai (principiante) deve sentire naturalmente rispetto e riconoscenza verso il Sempai che lo aiuta nel progredire. Lo spirito di gratitudine, di riconoscenza e di rispetto si manifesta quando si osserva un'etichetta e quando questa viene percepita in modo naturale. Bisogna arrivare a un punto tale che venga spontaneo rispettare le norme del Reigi (Etichetta). Questo comportamento, per essere spontaneo, deve venire dal cuore, altrimenti la formalità sarà solo apparenza e falsità. Nel Budo, come nella vita, le nostre azioni devono essere guidate da un cuore puro, nobile e generoso. La parola REIGI, appunto etichetta, riunisce in sé i concetti di educazione, cortesia, gerarchla, rispetto reciproco, gratitudine verso il maestro e i propri partners. Il rispetto di questi concetti è comune a tutte le arti marziali e più in senso lato alla vita di relazione.

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Origine storica dell’Aikido e figura del Fondatore Morihei Ueshiba - Aiki Kaiso

L'origine dell'Aikido è legata alla figura del suo fondatore MORIHEI UESHIBA (nato a Tanabe - Giappone nel 1883), uno dei più grandi maestri di arti marziali esistiti al mondo, uomo dagli alti ideali, la cui ricerca per il vero significato dell'arte del guerriero lo condusse alla creazione dell'Aikido, l'arte della pace, una disciplina illuminata, praticata oggi in tutto il mondo.

Fin da giovane Morihei Ueshiba era "ossessionato" dalla forza fìsica e dalla resistenza. Egli voleva essere forte a sufficienza da battere chiunque osasse sfidarlo. Praticò il judo, il ju-jutsu, la spada e l'arte del ventaglio. Pur eccellendo in ciascuna delle arti praticate, tuttavia non ne rimase mai pienamente soddisfatto.Due incontri influenzarono profondamente la tecnica e la spiritualità di Morihei Ueshiba.

Nel 1915 il Fondatore conobbe Sokaku Takeda, Gran Maestro del "Daito Ryu Ju Jutsu", combinazione dello ju-jutsu tradizionale e delle tecniche pratiche di combattimento basate sull'ineguagliata esperienza di Takeda nei combattimenti corpo a corpo e sulla sua destrezza nell'uso delle armi letali. La straordinaria abilità del Maestro Takeda era dovuta anche alla padronanza dell'Aiki, la fusione dell'energia positiva e negativa. Il Fondatore praticò per molti anni il Daito Ryu del Maestro Takeda e acquisì una notevole bravura nell'arte, ricevendo dallo stesso anche il titolo di insegnante. Le tecniche di ju-jutsu di Takeda avrebbero formato più tardi la base di molti movimenti di Aikido e il loro contributo all'arte di Ueshiba non deve essere sottovalutato.

Successivamente, nel 1919, Ueshiba conobbe Onisaburo Deguchi e si avvicinò alla religione Omoto Kyo. Onisaburo Deguchi fu un potente maestro spirituale e uno dei più dotati esponenti delle arti visive di tutta l'Asia Orientale. Durante la permanenza ad Ayabe, sede del quartier generale Omoto Kyo, fu ristrutturato un edificio per ospitare l’Accademia Ueshiba", il primo Dojo del Fondatore (1920), ove egli insegnò il Daito Ryu Ju jutsu.

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Diploma di insegnamento conferito da Sokaku Takeda a Morihei Ueshiba

 

Nel 1927 Morihei si trasferì a Tokyo dove insegnò il Daito ryu ju-jutsu ad alti ufficiali, uomini politici e mèmbri dell'alta finanza. Nel 1931 venne fondato a Tokyo il Kobukan Dojo per l'allenamento permanente dell'Aiki Budo e Ueshiba venne incaricato di insegnare le arti marziali anche in diverse accademie militari. Nello stesso luogo ove sorgeva il Kobukan Dojo ora si trova l'Aikikai Headquarters.

Lo scoppio della guerra con la Cina nel 1937 e la tragedia della Seconda Guerra Mondiale sconvolsero profondamente Morihei, consapevole della contraddizione tra la sua tesi secondo cui il Budo è una via d'amore che alimenta e protegge la vita e l'imponente scia di morte e distruzione generata dalla guerra. Ai suoi allievi Morihei insegnava: "Anche in guerra distruggere una vita umana deve essere evitato il più possibile. Uccidere costituisce sempre peccato. Date ai vostri avversari ogni possibilità di fare pace". E ancora "... il vero Budo consiste nell'alimentare la vita e la pace, l'amore e il rispetto, non nel fare a pezzi il mondo con le armi". "D'ora in poi, il Budo deve essere usato per scopi costruttivi".

 

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Nel 1942 il Fondatore si ritirò a vivere nel villaggio di Iwama, lontano dalla città, dove iniziò a dedicarsi ai suoi studi del Budo con totale dedizione. Gli anni trascorsi ad Iwama furono determinanti per lo sviluppo del moderno Aikido. Durante questo periodo il Fondatore formulò il concetto di TAKEMUSU AIKI, ovvero il concetto di eseguire le infinite tecniche nel modo appropriato in ogni circostanza specifica. I praticanti esperti sanno che non ci sono errori in Aikido. Se ne commettete uno è sempre possibile eseguire una tecnica che si adatti alla nuova circostanza. Negli ultimi anni della sua vita, essendo il Fondatore non più capace di muoversi velocemente e liberamente come quand'era giovane, egli affinò sempre più le tecniche di Aikido portandole all'essenzialità nei movimenti e nell'esecuzione. E' in questa fase che grazie a dimostrazioni pubbliche e filmati girati dal Fondatore che l'Aikido muove i primi passi verso la crescita internazionale che segnerà gli anni successivi alla sua morte avvenuta il 26/04/1969.

 

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Morihiro Saito Soke e la pedagogia dell’Aikido

Nel 1946, incuriosito dalla fama del Maestro Ueshiba, giunse al dojo di Iwama il giovane Morihiro Saito, colui che seguirà il Fondatore fedelmente fino alla fine dei suoi giorni e donerà al mondo intero il patrimonio tecnico e spirituale ricevuto direttamente da O' Sensei. Saito rimase affascinato dalla figura del Fondatore e decise di rimanere ad Iwama a servire il Maestro e ad apprendere i suoi insegnamenti. Egli praticò quotidianamente con il Fondatore, fu il partner abituale dell'allenamento di Ueshiba e fu testimone di molte tecniche ed insegnamenti che raramente il fondatore eseguiva in pubblico. Egli divenne per molti aspetti il successore tecnico del Fondatore.

 

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Nel 1960 iniziò ad insegnare a Tokyo ed era l'unico, oltre al Fondatore, a poter insegnare le armi in quel luogo. Alla morte di Ueshiba nel 1969 Saito divenne capo istruttore a Iwama. In onore del suo Maestro, egli decise di fare ogni sforzo per preservare intatti i preziosi insegnamenti ricevuti dal Fondatore.

Nel 1970 Saito pubblicò 5 volumi con centinaia di tecniche di Aikido a mani nude, con la spada e con il bastone. Inoltre la pubblicazione conteneva un sistema di classificazione e nomenclatura delle tecniche che ancora oggi viene seguito per insegnare. Nel 1974 per la prima volta il Maestro Saito insegnò fuori dal Giappone, in California. Successivamente i suoi seminali si moltiplicarono in tutto il mondo (Asia, Oceania, America e soprattutto Europa). Morì nel 2002.

 

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Diffusione dell’Aikido
L Aikido oggi in Europa e in Italia
II Maestro Paolo N. Corallini

Lo sviluppo intemazionale dell'Aikido cominciò solamente dopo la fine della Seconda Guerra Mondiale, ad opera di allievi del Fondatore che gradualmente si allontanarono da Iwama, poiché la vita a causa della guerra era molto dura e c'era scarsità di cibo. Cominciando dagli anni '50 ed attraverso gli anni '60 famosi maestri come Gozo Shioda, Koichi Tohei, Kenji Tomiki e Minoru Mochizuki, tutti allievi di Ueshiba, cominciarono ad insegnare la loro interpretazione dell'Arte del Fondatore, introducendo delle modifiche e dando vita a forme di Aikido che acquistarono caratteristiche proprie. Solo Saito Sensei ricevette gli insegnamenti del Fondatore nella sua completa evoluzione (avvenuta proprio dopo la seconda guerra mondiale) e fino alla morte di O'Sensei. E' da questa differenza e dalla ferma volontà di Saito di trasmettere l'Aikido così come il Fondatore lo aveva insegnato che iniziò a diffondersi l'Aikido Tradizionale in Europa solo dalla seconda metà degli anni'80.

Nel 1984 il Maestro Paolo Nicola Corallini di Osimo (AN), all'epoca praticante di Aikido già da 15 anni, si recò in Giappone per conoscere il Maestro Saito, capo istruttore dell'Ibaragi DoJo ove il Fondatore aveva insegnato tutti i giorni fino alla sua morte e per farsi accettare come Uchi Deshi (allievo intemo). L'incontro con il Maestro Saito fu una vera rivelazione per il Maestro Corallini che, affascinato dalla grandiosità tecnica e pedagogica di Saito Sensei e dalla sua fedeltà totale allo stile del Fondatore, ebbe il coraggio e l'umiltà di ricominciare da zero lo studio dell'Aikido seguendo l'insegnamento di questo grandissimo maestro.

Nel 1985 il M° Saito, su invito del suo allievo Corallini, arrivò per la prima volta in Europa Centrale e diresse un Seminar a Torino, che servì in modo determinante a far conoscere l'Aikido Tradizionale di Iwama in Europa. Da allora il M° Corallini ha invitato ogni anno in Italia Morihiro Saito Shihan a tenere seminari creando così un vero e proprio nucleo di sviluppo dell'Aikido Tradizionale del Fondatore in Europa. Dal 1984 il M° Corallini si è recato tutti gli anni in Giappone per studiare e praticare sotto la dirczione di Saito Sensei e lo ha seguito in molte altre nazioni del mondo per essergli vicino il più possibile e progredire tecnicamente.

In tutti questi anni il M° Corallini si è dedicato completamente a Saito Sensei e con fedeltà ed affetto lo ha aiutato a diffondere il Takemusu Aiki. Morihiro Saito Shihan, consapevole dell'affetto e della fedeltà del suo allievo italiano, lo incaricò di rappresentarlo nell'Europa Centrale, nell'Europa Meridionale e in Africa. Lo autorizzò ad esaminare i propri allievi ed a conferire loro gradi Dan Aikido fino al 5° Dan. Successivamente lo insignì del più alto grado di Buki Waza, nominandolo esaminatore anche per tali gradi. Attualmente il M° Corallini è 7° Dan Shihan di Iwama Ryu Aikido. Tale grado gli è stato conferito nel 2001 personalmente da Morihiro Saito Shihan durante il seminar intemazionale di Roma. Questo grado è il più alto mai conferito da Saito Sensei nel mondo. Ciò a conferma della grande stima che il Maestro giapponese nutriva per il suo fedele allievo. Sempre nel maggio 2001 Morihiro Saito Shihan ha nominato Paolo Corallini e Ulf Evenas suoi rappresentanti ufficiali nel mondo.

 

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Dal 1994 il M° Corallini è il Consulente Tecnico Nazionale per il settore Aikido della FIJLKAM (CONI) su incarico del Presidente Federale, Dott. Matteo Pellicone. In data 14 marzo 2001 il Presidente della FULKAM (CONI) Dott. M. Pellicone ha conferito al M° Corallini con decisione motu proprio il 7° Dan di Aikido "quale riconoscimento della pluriennale e meritoria opera da lui svolta in favore dell'Aikido e in considerazione delle tante e particolari benemerenze acquistate attraverso il sempre costante e qualificato impegno dimostrato per lo sviluppo tecnico e la diffusione dell' Aikido", non solo in Italia, ma in tante altre nazioni. In data 15 aprile 2003 Moriteru Ueshiba, nipote del Fondatore, attuale Aikido Doshu, ha autorizzato ufficialmente Paolo Corallini Sensei a condurre esami ai propri allievi per il conseguimento di gradi dan Aikikai ed a richiedere personalmente e direttamente i relativi certificati presso l'Aikikai di Tokyo (quartier generale dell'Aikido).

Il M° Corallini è Presidente della TAKEMUSU AIKIDO ASSOCIATION ITALY, Associazione affiliata alla FIJLKAM. Egli ogni anno dirige numerosi seminar in Italia e all'estero: Germania, Scozia, Svizzera, Francia, Portogallo, Austria, Inghilterra, Danimarca, Croazia, Bulgaria, Sud Africa.

 

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Aikido, la sfida con se stessi
Intervista al M° Paolo N. Corallini di Federica Monina.

Il maestro Paolo Nicola Corallini è VI Dan di Aikido Iwama Ryu e tale grado, il più alto in Europa, gli è stato conferito nel 1993, personalmente, da Morihiro Saito Shihan, di cui è rappresentante ufficiale per l'Europa centrale e meridionale, nel Dojo di Iwama. Insegna nel Dojo di Osimo e dal 1994 è il Consulente Tecnico Nazionale per l'Aikido nella F.I.L.P.J.K. Da un anno anche a Senigallia è stato avviato un corso di Aikido affiliato alla scuola del maestro Corallini.

- Mi può dare una definizione dell'Aikido secondo le parole del fondatore stesso?

Aikido significa letteralmente, la via dell'Amore dello Spirito. Quando il fondatore ha voluto definire che cosa fosse l'Aikido, ha detto semplicemente: "l'Aikido è Amore, l'Aikido è il Dare", questo nel senso di creare un'unione profonda, un'amicizia, una comprensione, una fratellanza verso gli altri. Soltanto armonizzandosi col prossimo si crea amore e si impara ad evitare le situazioni di potenziale conflitto.

- Perché nell'Aikido non c'è l'agonismo che caratterizza, invece, le altre arti marziali?

Perché se tu entri in competizione vuoi dire che, necessariamente, vuoi arrivare a sopraffare l'altro. Dunque, come si può parlare di amore, di armonia se bisogna vincere? Chi combatte per vincere sull'altro è sempre aggressivo. Invece O'Sensei ha parlato di un'altra battaglia, la più importante per un uomo, quella interiore. Nell'Aikido, l'unico nemico da vincere siamo noi stessi, è il nostro ego. Praticare sempre meglio ogni tecnica ad ogni livello e vedere se sei capace di migliorarti, è una continua sfida con sé stessi. Nell'Aikido si dovrebbe arrivare ad avere un dialogo con il proprio io per mettersi continuamente in discussione senza dare nulla per definitivamente acquisito. Bisogna arrivare a superare la convinzione di essere perfetti e accettare umilmente di migliorarsi ogni giorno. Perché è molto più facile vincere tecnicamente in una gara che uscire vittoriosi da una battaglia contro il proprio orgoglio o il proprio egoismo.

- Dopo tanti anni di insegnamento, a chi consiglierebbe di praticare l'Aikido e a chi, invece, lo sconsiglierebbe?

 Lo consiglierei, semplicemente, a tutte quelle persone che vogliono migliorarsi interiormente e, soprattutto, alle persone intelligenti. Quelle che non usano la testa si stancano presto. E' dimostrato che su 100 principianti, dopo due anni soltanto due o tre continuano. C'è una selezione naturale, un filtro. L'arte marziale e pubblicizzata dai mass media come mezzo per essere il più forte, per difendersi; invece, nell'Aikido l'approccio è totalmente diverso: bisogna studiare la tecnica ed impararla a studiare con il partner. Quando ci si accorge che nell'Aikido non c'è ciò che si va cercando normalmente in un'arte marziale, si smette. Al contrario, chi continua diventa un malato di Aikido e non può essere altrimenti.

- Una donna può praticare l'Aikido con buoni risultati?

 Certamente, anzi ti dirò di più. Per praticare l'Aikido non c'è bisogno di forza fisica ma di intelligenza, intuito, memoria e qualità psichiche. Credo che una donna possa raggiungere gli stessi risultati, a livello tecnico, di un uomo, pur avendo, almeno inizialmente, dei limiti fisici. Ma quando la tecnica diventa perfetta, una donna raggiunge lo stesso livello di un uomo perché a quel punto la forza si azzera per lasciare i! campo alle capacita intellettuali, e in questo credo che le donne non abbiano niente in meno.

- In che modo, secondo lei, l'Aikido influisce sulla personalità e sul carattere di chi lo pratica?

Come ho già detto l'Aikido porta al superamento dell'ottica dello scontro, quindi, se sei un aggressivo, diventi più mite, comprensivo, altruista, disponibile verso il prossimo, Anzi. più si è capaci e ci si perfeziona nella tecnica e più si diventa disponibili ad aiutare l'altro a migliorare.

- Lei ha incontrato Saito Sensei nel 1985 e da allora è rimasto folgorato tanto da dedicarsi con fedeltà ed affetto non solo a lui ma anche alla sua causa, quella di diffondere il Takemusu Aiki, il vero Aikido. Per lei che ha conosciuto i più grandi maestri di budo, che cos'è che differenzia Saito Sensei da tutti gli altri?

Ti posso rispondere con una sola parola altrimenti su una domanda così dovrei parlare per ore. Saito Sensei è l'ultimo vero Sensei. L'Aikido che pratico a tutt'oggi è quello tradizionale di Iwama, cioè quello che Ueshiba ha lasciato in eredita nel luogo in cui ha vissuto per tanto tempo. Questo lascito è stato assunto da colui che devotamente per 24 anni ha servito il fondatore e ha deciso dopo la sua morte di fare ogni sforzo per preservare intatto l'Aikido così come è stato concepito da O'Sensei.
Una volta in Giappone ebbi un incontro sconcertante con, una medium che mi rivelò che Saito Sensei è il corpo che permette al fondatore di sopravvivere. Questo mi fece rabbrividire! Lui dice sempre: "Il fondatore ha detto...", sembra parlare per bocca sua; e continua: "Io non sono nessuno per cambiare ciò che O'Sensei ha detto e ha dato''. Egli ha la capacità di trasmetterti qualcosa, un'energia, una potenza che è una carica emotiva sempre in positivo, Posso capire che il fondatore, alla fine della sua vita, potesse sventare gli attacchi di vari avversari senza muoversi perchè il potere che emanava era in grado di cambiare chi gli stava di fronte. Anche Saito Sensei fa cosi, è capace di cambiarli anche a 12.000 km di distanza, per esempio, come quando gli telefono! Saito Sensei è capace di leggere nei miei pensieri. Quando non capivo una parola di giapponese e volevo chiedergli qualcosa che non capivo, lui era li che mi precedeva e mi rispondeva. E pensare che Saito è l'allievo di O'Sensei!
Quando si riesce così a dominare la psiche e ad intuire i pensieri dell'altro, allora non c'è più bisogno di vincere su nessuno.

- Se lei avesse l'opportunità di incontrare O'Sensei, che cosa gli chiederebbe?

Gli chiederei di portarmi con sé, ovunque!

 


 

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