Ottobre 1992
L' IMPOSSIBILE SOGNO DI RUBEN
Ruben era un bimbo destinato ad essere diverso dagli altri, a
causa dell'insolito nome che portava:
La cosa che lo distingueva maggiormente era il suo grande sogno.
Infatti Ruben voleva andare sulla luna: Oramai tutti conoscevano
il suo sogno, perché non poteva fare a meno di dirlo a chiunque
incontrasse per la strada.
E tutte le sere, dopo le preghierine, si alzava dal suo lettino e
si recava alla finestra. Il cielo che lui vedeva, con i suoi occhi
sognanti, non aveva le stelle.
Ruben aveva sguardi solo per la suo luna. Era affascinato da
quella enorme palla luminosa che lui chiamava "la mia lampada
accesa".
Inoltre era gialla, proprio del suo colore preferito.
Indossava sempre abiti gialli e aveva persino i capelli biondi, di
un oro luccicante che, a guardarlo dall'alto, pareva proprio un
pezzo di luna.
E a vederli ogni sera sembravano uniti da uno strano calore, da
particolari sentimenti e da quella testa bionda proprio in
direziono della luna che sembrava appartenerle.
All’ inizio i suoi amici lo consideravano un eroe perché diceva
sempre che un giorno sarebbe andato sulla luna; ma, ora, passando
il tempo, cominciavano a stancarsi e a prenderlo in giro.
Ma Ruben non si scoraggiava; sapeva che un giorno o l'altro ci
sarebbe riuscito.
E proprio quella sembrava la sera adatta.
In cielo non c'erano stelle ed era così forte quel desiderio, che
anche la luna sembrava triste nell'ascoltare quel figlio lontano
che le voleva così bene.
Anch'essa era desiderosa che si realizzasse quell'impossibile
sogno di Ruben.
Ma ecco. ad un tratto, il ciclo oscurarsi.
Ruben, spaventato, cominciò a piangere...
All'improvviso, però, si ritrovò sulla luna. Era finalmente
felice...
Era diventato il Figlio della Luna.
Però, presto, il sorriso scomparve dalle sue labbra. Infatti non
ci volle molto tempo per accorgersi che il suo, non era quello
splendido sogno che sperava di realizzare.
Infatti non riusciva più a vedere la sua lampada accesa, anche se
era proprio sotto ai suoi piedi.
E piangeva e si disperava perchè non l'avrebbe vista mai più.
Ma, appena una lacrima cadde al suolo, come per magia, si ritrovò
affacciato alla finestra della sua cameretta e rivedendo la sua
amica Luna, capì che, d'altra parte, era ugualmente bello vivere
su quella terra e osservare, se pur da lontano. La sua lampada
accesa.