NEBBIA

 

Posai i fiori a terra e mi alzai… c’era una fitta nebbia, pareva quasi la scena di un film in bianco e nero con quel cielo grigio piombo che ci piangeva addosso, l’autunno era appena cominciato e già il tempo cominciava a farsi brutto, sarebbe stato un inverno freddo… già i primi di ottobre il sole sorrideva stanco, non mostrava più la sua splendida lucentezza e le foglie cadevano dai viali alberati…

Fu allora che lo notai, fermo immobile contro la nebbia con quell’espressione assorta dal nulla che stava fissando pareva davvero una statua… era così raro vederlo tanto malinconico che quasi mi commossi nel accorgermi del suo sguardo fisso verso di me… mi stava fissando ma non mi guardava assolutamente, non guardava nulla o forse guardava il nulla.

Rimaneva lì fermo da non so quanto tempo ormai, in silenzio e gentilmente senza piangere e pareva quasi senza respirare…

<< mi stavi osservando? >> lui chinò il capo lentamente

<< già… >> disse, parlava lentamente strascicando le parole << sapevo che ci venivi qui ma in tutto questo tempo non ti avevo mai incontrata >>

<< sembri quasi sorpreso… >>

<< non so… forse è che mi pare strano vederti in un posto simile >>

<< ne parli come se fosse l’inferno… >> mi avvicinai a lui con movimenti misurati, parlando a bassa voce << ogni tanto gli porto dei fiori freschi… >> Rei abbassò la testa socchiudendo gli occhi

<< tanto non li può vedere >>

<< tu dici? >> lo interrogai << io invece credo che non sia assolutamente così

<< i morti non vedono quello che succede sulla terra >>

<< sbagli >> sussurrai posandogli una mano sulla guancia cercando di portargli un minimo di conforto anche se sapevo che una mia carezza, certo, non gli bastava << lui vede con i tuoi occhi Rei >>

non avrebbe pianto… non era nel suo stile mettersi a piangere ma i suoi occhi si velarono di passato, divennero cupi e sottili come lame di cristallo…

credetti di averlo ferito con quelle parole ma compresi di avergli soltanto ricordato un passato che gli gridava dentro e che lui stesso cercava di non ascoltare…

<< Rei… ascoltami, ciò che rende immortale un essere umano non è il suo corpo, non è quello che ce lo ricorderà per sempre… piangere su una tomba, avere un corpo per ricordare può dare sollievo, può far sentire meglio… ma questo non servirà a farlo ricordare per sempre, quello che ha reso davvero immortale tuo fratello è il suo ricordo… quello che lui ha fatto in vita te lo farà ricordare per sempre, lui rimarrà immortale nel tuo cuore e nel cuore delle persone che lo hanno amato e Sei in vita si è fatto amare da molte persone non credi? >> il ragazzo anuì seguendo a stento il mio discorso e comprendendo più col cuore che con la mente << Allora fidati Rei… lui è vivo, i nostri ricordi, tutto quello che ci circonda e appartiene al suo mondo farà vivere il suo ricordo per sempre >>

mi guardò è sorrise , era distante ma allo stesso tempo leggermente sollevato, quel sorriso non era una cortesia dovuta, non era una gentilezza ma un ringraziamento… magari non tutto quello che gli avevo detto era vero ma certe piccole bugie dette al momento giusto non possono far altro che portare del bene.

Quel sorriso mi bastò a farmi capire quanto quel ragazzo che mi trovavo davanti fosse forte…

<< grazie Kyoko… >> forse avrebbe voluto dire qualcos’altro perché rimase fermo a fissarmi per un istante con la bocca aperta, ma non aggiunse nulla… magari aveva incontrato il mio sguardo e capito che parlare ancora non sarebbe servito… entrambi sapevamo già tutto quello che dovevamo dirci

<< ora se vuoi ti lascio un po’ solo… ti ho trattenuto fin troppo con i miei discorsi >> mi scusai goffamente, lui sorrise di nuovo scuotendo la testa e muovendo i capelli biondi al ritmo della nebbia che gli volteggiava intorno, mi resi conto che quello che diceva Sei era vero… Rei aveva una strana aurea, qualcosa di particolare che lo faceva splendere anche in mezzo a quel grigiore, qualcosa di unico e irripetibile… una specie di luce autonoma che viveva sempre dentro di lui e non accennava mai a spegnersi…

con quel sorriso parve avvicinarsi un po’ di più alla terra che poco prima avevo lasciato

<< ti ringrazio >> disse << ma non mi occorre pregare per parlargli… gli ho già raccontato quello che dovevo quando non mi hai visto >> gli sorrisi amorevolmente materna

<< e ti ha sentito? >>

<< questo non lo so… ma credo di si >> mi parve quasi imbarazzato, alzai la testa per guardarlo dritto dentro quei grandi occhi azzurri

<< allora fidati… lui è vivo >>

fine 3° capitolo

 

 

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