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C'era una volta...
Anche la nostra storia, un po' insolita a dire il vero, comincia nel più classico dei modi e, se avrete la pazienza di arrivare fino in fondo, scoprirete la vera origine del nome "Balech"!
 
Il "Castegner de Balek"
in località Cilladon di Quero (BL)
Si dice abbia mille anni!ei



C'era una volta, dunque, a Cilladon, graziosa località montana distante qualche chilometro da Quero, il capoluogo, una numerosa comunità che viveva dedicandosi all'agricoltura. Chi curava il bosco, chi falciava l'erba dei prati e chi, infine, si occupava degli alberi da frutto. Proprio in cima, dove finiva la borgata di Cilladon, si potevano notare i resti di una casupola, diroccata dal tempo, e fra i suoi miseri muri caduti trovavano rifugio i contadini, quando, stanchi di lavorare, volevano farsi un riposino. Al suo interno buttavano foglie, resti vegetali e quant'altro poteva servire per fare un comodo giaciglio. Fra tutto questo c'erano anche i resti di castagno, un albero che cresceva rigoglioso nella località e proprio da questi attecchì una piccola pianta, germoglio di una castagna gettata nel mucchio. Gli anni passarono e il germoglio si fece piantina, e la piantina divenne albero e, alla fine, prese forma un bel esemplare di castagno. Una pianta molto bella e rigogliosa, che non mancò di attirare l'attenzione degli abitanti di Cilladon, tanto era bella e maestosa. Le sue radici erano così cresciute che avevano avvolto i resti delle vecchie mura. Qualcuno pensò anche di sfruttare un albero così rigoglioso e tentò un innesto con la varietà di castagna a precoce maturazione, detta della Madonna. Il castagno ebbe così doppia possibilità di fruttificare: da una parte la castagna selvatica, dall'altra quella della Madonna. E intanto gli anni scorrevano e il castagno continuava a crescere. Il suo tronco divenne sempre più grande, fino a raggiungere gli undici metri di circonferenza. Bisognava mettersi in molti per abbracciarlo tutto. A Cilladon la vita proseguiva tranquilla, fino a che uno spirito burlone cominciò a fare dispetti alla gente. Che fosse uno spirito non era proprio sicuro, perché nessuno poté mai incontrarlo da vicino; fatto sta che un essere birichino si divertiva a portare scompiglio fra le coltivazioni della gente. Doveva essere un tipo strano, ma strano davvero se non trovarono di meglio che definirlo un "Balech". E dai una volta, e dai due e dai tre, la gente si stufò e cominciò ad arrabbiarsi. Si arrabbiarono così tanto che giunsero a un comune accordo: si sarebbero uniti per cercare di fermare l'autore degli scherzi ormai troppo frequenti. Montati di guardia aspettarono pazientemente e all'alba di un giorno estivo i contadini intravidero un'ombra aggirarsi fra le coltivazioni. Era lui. Cominciarono a gridare e a rincorrerlo, cercando di farlo prigioniero, ma lo spiritello corse via veloce, dirigendosi verso la cima di Cilladon. Inseguito da vicino non sapeva più dove andare; d'un tratto si diresse verso il grande albero, il castagno, e si infilò fra le sue grandi, verdi chiome. Si mimetizzò così bene in mezzo a tutte quelle foglie che i contadini non riuscirono più a vederlo, nonostante tutti gli sforzi di stanarlo e farlo scendere dal castagno. Delusi tornarono alle loro case. All'albero, che proteggeva lo spirito burlone, rimase l'appellativo di: "Castegner del Balech".
da periodico di auttalitą dei comuni di Alano di Piave, Vas, Quero e Segusino
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