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ALLA SACRALITA' IMMEMORABILE DELLE ROCCE, delle acque e delle grotte, si
collegò pure l' esempio più tipico della cultura religiosa abruzzese dall'alto medio-evo: l'eremitismo.
Risposta estrema, sul piano religioso quanto civile, alla disgregazione sociale e culturale che - dal crollo dell'impero romano - chiuse l' Abruzzo in un isolamento a volte spaventoso, per molti cristiani l'eremitismo divenne, come dice Silone, "la forma
più accessibile di salvezza e di elevazione da una condizione umana dura, servile e prossima alla disperazione".
In fuga assoluta dal mondo, alla ricerca di un'alternativa puramente ascetica, gli eremiti vivevano in grotte e ripari sottoroccia; successivamente, fu la devozione dei fedeli o l'ampliamento della
comunità eremitica a munirne l'ingresso, giungendo infine al1' edificazione di una cappella, addossata e quasi compenetrata con la roccia. L' eremo viene così a costituire una tappa ideale, un elemento di transizione fra la primitiva grotta cultuale e la chiesa poggiante solo sulle proprie fondamenta.
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