TRIGLIE IN UMIDO

Oggi voglio dirvi come io cucino le triglie.
So benissimo che il mio non sarà il modo classico e perfetto; so anche che alcuna mi dirà: "io, le triglie, le preparo invece così e colà", e che un’altra ancora aggiungerà: "alla mia maniera, le triglie riescono molto più saporite"; ma io so che ogni donna ha i suoi sistemi cucinari; so che quello che dirò a proposito delle triglie è il mio sistema personale e so che così, alla mia maniera (ch’è un po’ quella genovese), le triglie mi riescono sempre veramente sopraffine.

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Se volete dunque seguire le orme mie… comperate le triglie (attente che gli occhi siano lustri, i corpi sodi e , soprattutto, che non vi gabellino per rosse triglie dei piccoli barboni rossi); tagliate loro le pinne; togliete le squame e le interiora; lavatele; scolatele; asciugatele con un panno e infarinatele.
In un tegame (il più elegante della cucina) mettete poi a cucinare a lento fuoco con burro ed olio un pizzico di prezzemolo trito; uno di funghi secchi tagliati fini e già rammolliti in acqua tiepida; qualche rotonda fettina di porro; un pizzico di finocchio; un altro di pepe; uno più abbondante di sale ed uno spicchio d’aglio.
Quando porro e prezzemolo saranno cotti, togliete l’aglio; aggiungete un po’ di conserva di pomodoro sciolta nell’acqua; lasciate friggere ancora per circa 15 minuti; e aggiungete infine le triglie cercando che stiano tutte , al completo, immerse nel sugo (basterà, al caso aggiungere un altro po’ di burro o di olio).
Dopo un quarto d’ora di bollitura, il piatto sarà pronto e il tegame scottante e profumato… di magro potrà esser porto in tavola.

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Questa è dunque la maniera mia di mettere in umido le triglie, e ricordate: è proprio inutile che l’una o l'altra mi ribatta: "meglio farle così e colà" giacché io, le triglie le farò sempre e solamente così e così; e pure così io consiglio a voi di farle, almeno una volta… ma subito… domani!

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