PESCHE AL LIMONE E
Stamattina, allangolo della via, era fermo un carretto
colmo di pesche; di pesche
non prelibate, anzi di quelle
che si chiamano
pesche di scarto!
Ebbene; tanto poco costavano, che mi sono affrettata a comperarne
un chilo!
- "Per farne che? (mi chiederete); per darle forse ai
figlioli? Ma Petronilla
diventeresti matta? Non sai,
dunque, che la frutta di scarto non è per i ragazzi?"
Ebbene, sì, proprio per i figlioli io ho invece fatto
lacquisto. Ma quando, però, vi avrò ben spiegato quale
piattino io abbia fatto con quelle brutte pesche, sono
certa che, anche voi, vorrete subito imitarmi.
* * *
Dunque, appena a casa, ho lavate le pesche sotto al rubinetto;
le ho messe in una casseruola; le ho coperte appena appena
dacqua; le ho fatte bollire per 15 minuti; e le ho lasciate
infine raffreddare.
Le ho poi aperte ad una ad una mentre tenevo le mani sopra ad una
zuppiera fonda, perché una sola goccia di sugo non potesse così
sfuggire; ho tolto i noccioli e la pelle; a pezzi le ho disposte
dentro alla fonda zuppiera; ho addolcito con 4 cucchiai di
zucchero; ho unito il sugo di 3 limoni e, senza nemmeno darmi la
briga di mescolare, ho coperto con un piatto il recipiente ed ho
lasciate le mie pesche, per tutta la giornata, tranquillamente a
riposare.
Allora fatidica del pranzo, la zuppiera era già ricolma di
sugo, di un sugo così dolce e profumato che tutta la famiglia, e
specialmente i ragazzi, furono proprio entusiasti del mio piatto.
* * *
Quando anche voi avrete preparato questo dolce di frutta economico, squisito e che non richiede, per essere fatto, un lungo spignattare tra i fornelli, non direte più che è matta la Petronilla, ma che è invece una brava donnina, una di quelle che sanno spenderli con criterio I danari che, con tanta fatica, guadagna suo marito!
Laltro dì, per la mia festa, il mio caro maritino mi ha
donato un forno, uno di quei piccoli forni trasportabili, così
detti " di campagna " e che io
desideravo tanto, perché quello chè annesso alla mia
grande cucina a gas, rendeva poco e consumava assai.
- "Vedrai (gli ho detto) quanti buoni piattini ti farò, ora
che questo economico forno lo posseggo anchio!"
E subito ieri, appunto, io lho
"imprimato"
cucinandovi le pesche ripiene, cioè uno di quei piatti alla
vecchia, che faceva sempre almeno due volte allanno la mia
mamma, e che ella allora cucinava nel vasto nostro caminone
provinciale, in una gran padella con brace sotto, e brace sul
coperchio.
Non le avete mai mangiate le pesche ripiene?
Ebbene, fatele oggi stesso, perché sono proprio squisite.
Le avete già fatte e mangiate tante volte? Ebbene, rifatele, che
ne vale sempre la pena.
* * *
Io ho comperato dieci pesche belle, grosse e mature; le ho
aperte per metà; e ne ho tolti i noccioli e un po della
polpa che li circondava.
Nel mortaio ho poi pestato mezzetto di mandorle dolci
(messe prima nellacqua calda per toglierne più facilmente
la buccia scura), 4 delle 10 mandorle amare delle pesche, 3
amaretti e 3 biscotti savoiardi.
Questo pesto (al quale ho aggiunto 2 cucchiai di zucchero)
lho poi impastato con un torlo duovo e con quel
po di polpa succosa che avevo asportata dalle pesche.
Ad ogni mezzo frutto ho poscia riempito il buco con quella pasta,
e lho riempito senza economia, anzi in grande abbondanza,
sì che la pasta sporgesse ben bene fuori da ciascun buco.
Le pesche, così farcite, le ho infine disposte in una teglia
nella quale avevo già messo 2 cucchiaini di burro e 2 cucchiai
di vino bianco; ho inzuccherato il tutto; ho collocata la teglia
dentro al mio forno; ho messo questo sulla cucina a gas; ho
acceso e
Dopo unoretta, pian pianino ho sollevato il coperchio per
dare unocchiatina
Oh che gioia! Già cotte erano le
mie pesche ed il ripieno aveva già la sua crosticina dorata e
secca!
* * *
La conclusione fu che, dandomi unocchiatina mentre gustava le mie pesche, il marito ha detto: - Se alla cucina mancasse qualchaltra coserella, parla, cara Petronilla mia, e senza attendere la prossima tua festa, cercherò di appagare il tuo nuovo desiderio!