MARENE SOTTO SPIRITO - MARENATA - ZUPPA DI MARENE
Anche questanno certi nostri amici fittavoli, qui, della
Bassa, ci hanno mandato in regalo il solito cesto colmo di
marene.
Da anni ed anni siamo amici; ed ogni Natale mio marito manda loro
il tradizionale panettone; e al principiar dogni estate gli
amici mandano a noi chili e chili di marasche, o marene, colte
nel loro vastissimo brolo.
Di una tale abbondanza di frutta squisita (ma che deve essere in
fretta consumata), voi che fareste?
Ciò che fareste, me lo direte; intanto vi dirò che cosa ne
faccio io.
* * *
Le più belle, le più sode marene, le metto sotto spirito.
A ciò, le lavo; taglio a ciascuna con le forbici, due terzi di
picciolo; e, su fogli di carta, le lascio distese, per qualche
ora, al sole. Quando sono bene asciutte, ne ricolmo dei vasi che,
a buon conto, ho già preparati puliti, e che ho pure fatti
asciugare al sole.
In ogni vaso verso spirito di vino a 90° fino a ricoprirne tutte
le marene e non aggiungo né zucchero, né droghe, come fanno
tanti, ché io preferisco le marene genuine.
I vasi li chiudo con i loro tappi di smeriglio, li ricopro con
carta pergamenata; li metto sotto chiave; e quando, durante
lanno, mio marito dice: "Petronilla quel tuo
pesce lho ancora qui sullo stomaco", io subito pronta:
"Ora ti darò un paio delle mie maraschine e un
po del loro forte sugo e vedrai che il peso subito
se ne andrà!"
* * *
Con altre marene (approfitto
dellabbondanza) preparo una dolcissima
Marenata da bersi con lacqua, e la preparo così:
Peso 3 chili di marene; le lavo; le lascio stese al sole dalla
mattina alla sera; le faccio bollire così, come stanno, senza
aggiungere né acqua né un bastoncino di cannella come fanno
tanti; unisco un po alla volta, e quando le marene
cominciano a buttar fuori il loro sugo, 4 chili di zucchero;
lascio bollire per altri 20 minuti; e allorché il mio sciroppo
è freddo ne colmo due vasi capaci.
E se, durante lanno, voglio fare bella figura con gli
invitati, o se il mio Checchi (golosone) dice:
"Mamma
ho tanta sete, ma sete non di sola acqua
", allora
metto in un bicchiere di acqua fredda un cucchiaio del mio sugo e
alcune fette di quelle ciliegine e
"Che buona
marenata!" esclama allora il mio Checchi! E gli invitati (se
sono di quelli che se ne intendono): "Che squisita, signora
Petronilla! Come si sente che questa marenata non è stata
fabbricata con estratti!"
Con le marene, infine, rimaste in fondo al cesto, faccio la
Zuppa di marene, la stessa che
faceva ogni anno la mia mamma, che faceva la mia nonna ed anche
la mia bisnonna, e su
su
Dio sa quante donne, di
quante generazioni, per anni et annorum lavran
sempre fatta!
Per allestire la zuppa sopraffina, sopra una pentola, per
raccoglierne ogni goccia di sugo, apro ad una ad una le marene, e
ne tolgo il nocciolo. Nella stessa pentola le faccio poi bollire
con 2 bicchieri dacqua; mezzo di vino nero; zucchero; ed un
pezzettino di scorza di limone. Per regolarmi con lo zucchero,
assaggio mentre bolle il sugo; per regolarmi sulla cottura,
osservo che lacqua sia poco evaporata, giacché lo sciroppo
deve rimanere poco denso.
Mentre le marene stanno cuocendo, faccio tostare nel burro ed in
padella di ferro, alcune fettine di pane francese o di quello
detto " da crostoni "; le dispongo poi in una
insalatiera fonda; sopra verso la mia marenata ancora calda, e
infine lascio raffreddare.
Quando, finito il pranzo, la servetta, con la sua aria trionfale,
porta in tavola questo piatto
il marito sorride
compiaciuto, e i ragazzi
quelli, prima sgranano gli occhi e
poscia
corrono perfino a buttarmi le braccia al collo!