GNOCCHI DI PATATE
Gran festa, in casa, quando preparo la ghiotta gnoccolata!
Un po di lavorare; un po anche di faticare; un
po, soprattutto, di spendere quel giorno; ma, in
compenso...
- Brava la nostra mamma! - esclamano i ragazzi, allorché il
piatto fumante fa la sua comparsa in tavola.
- Brava la mia Petronilla! - esclama il marito, lascandomi un
delle sue più tenere occhiatine.
E persino... ma sì, persino:
- Brava la mia signora! - esclama in cucina la servetta davanti
al suo piattone di gnocchi sopraffini.
E sì dolce, al cuore, ogni lode familiare, che forse
alcuna di voi vorrebbe... ma gli gnocchi, però, non li sa
preparare?
Ebbene, a quella eccomi a dire come gli gnocchi li faccia io;
cioé in un modo che non sarà quello di ognuna; che non sarà,
forse, nemmeno il perfetto; ma che è il modo personale mio,
cioé di quella casalinga e modesta cuoca chè...
Petronilla.
Io abbondo nelle dosi perché gli gnocchi, saziando tanto, si
prestano agli abbondanti avanzi; e il giorno appresso gli gnocchi
già cotti e conditi, e riscaldati in un tegame con un tantino di
burro e un goccio di acqua, valgono...
Fate la prova; e così potrete constatare quanto i miei gnocchi
valgano anche riscaldati!
* * *
Dunque... compero 2 kg. di patate grosse, farinose e gialle; e
se non le trovo degne dei tre aggettivi, rinuncio per quel giorno
al piatto.
Le metto in una pentola; le copro dacqua; le lesso; le
scolo; tolgo loro la pelle metre sono ancora calde; e subito le
schiaccio o con il mattarello, sul tavolo, o con lo
schiacciapatate.
Raccolgo lo schiacciato sulla spianatoia (e sarà ancora caldo);
unisco 3 etti di farina bianca; lungamento mescolo e manipolo
(ecco il lavorare); impasto per bene, premendo fortemente (ecco
il faticare); e - aggiungendo, solo se necessitasse, un po
di farina, mai acqua - ottengo così un impasto sodo e scevro di
grumetti duri.
Lo divido, con il coltello, in 4-5 pezzi; con le palme e sul
ripiano infarinato del tavolo, tiro ogni pezzo in cilindro grosso
quanto il mio pollice; taglio ciascun cilindro in pezzetti uguali
(3 cm.) ed ogni pezzetto (ecco ancora il lavorare) lo premo con
il polpastrello del pollice, sul rovescio della grattugia del
formaggio e ottengo, così, gnocchi bernoccoluti, su sé stessi
arrotolati, gnocchi insomma classici e che allineo su piatti.
Mentre, poco prima del pranzo, lacqua si scalderà in una
grossa pignatta, metto a fuoco in un tegame 1/4 di cipolla
affettata e 3 cucchiai colmi di burro; quando la cipolla è
soffritta, aggiungo 3 foglie di salvia e il sugo di 1 kg. di
pomidoro freschi e lessati (se destate) o 1 cucchiaio colmo
di salsa sciolta in acqua (se dinverno); e lascio cucinare.
Quando lacqua bolle, la salo; vi butto gli gnocchi; di mano
in mano che, roteando, salgono a galla, li tolgo con il mestolo
forato; li stendo sul piatto di portata; li condisco con quel
sugo e con abbondante parmigiano grattugiato (ecco lo spendere);
e, infine...
* * *
Non vho detto? - Brava la nostra mamma! - Brava la mia Petronilla! - E persino... - Brava la signora mia!