BIOETICA E TRAPIANTI D’ORGANO

Il perfezionamento delle tecniche chirurgiche, l’affinamento di nuove metodiche di preservazione ipotermica e la continua evoluzione dei protocolli di terapia immunosoppressiva hanno consentito un progressivo miglioramento quantitativo e qualitativo dei risultati dei trapianti di organi .

In passato erano sostanzialmente due i principali problemi da risolvere: la tecnica chirurgica, prima, e, successivamente, il difficile ostacolo della compatibilità immunologica. Tuttavia sono passati più di quarant’anni da quando, dopo lunghi studi di ricerca, J.P. Merril eseguì nel 1954 al Peter Brent Bringham di Boston il primo trapianto clinico di rene fra due gemelli; non ci furono problemi particolari anche in considerazione all’identità genetica tra donatore e ricevente.

Le difficoltà maggiori insorgono infatti nei trapianti fra persone completamente estranee. In questo caso ci sono problemi sia da un punto di vista tecnico in quanto l'organo impiantato può essere danneggiato fino alla completa distruzione per un insieme di reazioni infiammatorie ( rigetto) dall'organismo ricevente che lo riconosce come estraneo, ma anche da un punto di vista organizzativo per le difficoltà a reperire donatori compatibili.

Ed il problema del trapianto d’organo risulta sempre più drammatico in Italia, e questo proprio per lo scarso reperimento di organi che limita l’attività e la diffusione dei Centri di Trapianto.

Le cause principali sono da ricercare in un’inadeguata organizzazione dei servizi di rianimazione, in un’ irrazionale distribuzione dei Centri di Trapianto sul territorio ed in un loro carente coordinamento. Si rileva inoltre un’inadeguata regolamentazione delle modalità di espressione di volontà da parte dei potenziali donatori, con un’eccessiva e talvolta disarmante burocratizzazione. Ed infine si assiste ad una sistematica disinformazione con l’assurda confusione tra i concetti di coma e di morte cerebrale; spesso alimentata anche dai mass-media che rincorrono, molto che il bene comune, un sensazionalismo esasperato.

Pur considerando che in tutti i Paesi il numero dei trapianti d’organo è insufficiente a coprire i bisogni, in Italia tale carenza risulta particolarmente evidente, dato che il numero dei donatori è estremamente basso : 9 donatori per milione di abitanti. Tale dato risulta particolarmente drammatico se si pensa che molti pazienti sono in lista d'attesa da diversi anni, e la mortalità è molto elevata, soprattutto tra coloro che hanno bisogno di un organo “salvavita” (cuore, fegato, polmone).

La TABELLA mostra il numero dei donatori per milione di abitanti in alcuni Paesi Europei con dati relativi al 1995 (tra parentesi i dati del 1994)

Donatori per milione di abitanti :

SPAGNA 27 (22,5)
GRAN BRETAGNA 17 (15,9)
FRANCIA 16 (17,1)
EUROTRANSPLANT (BENELUX, GERMANIA e AUSTRIA) 15,5 (16,7)
ITALIA 9 (6,2)
GRECIA 6 (7,1)

Secondo "NORD ITALIA TRANSPLANT" (NITp), il centro che coordina l'attività di prelievo e trapianto in un'area di circa 16 milioni di abitanti, dopo essere stata per molti anni nelle ultime posizioni della classifica dei paesi europei per attività' di prelievo e trapianto, l'Italia ha fatto registrare nel 1994 e soprattutto nel 1995 un'inversione di tendenza, con un incremento nel numero di donatori d'organo, soprattutto nelle regioni settentrionali (dove raggiunge il numero di 16 per milione di abitanti). Potrebbero essere ancora di più' se l'informazione sulla donazione degli organi fosse più' efficace e capillare.

Lo SCHEMA seguente riassume i problemi più rilevanti concernenti il rapporto tra BIOETICA e TRAPIANTI D’ORGANO :

1) ETICA DEL PRELIEVO :
a) da soggetto sano

-a consanguineo

-a non consanguineo

b) da cadavere

2) DEFINIZIONE DELLA MORTE
3) CONSENSO AL PRELIEVO :
a) espresso o negato in vita

b) non espresso

c) silenzio-assenso e consenso presunto

4) TRASPARENZA NELLA DISTRIBUZIONE (Lunghezza di attesa)
5) COMMERCIO DEGLI ORGANI

Del problema del consenso alla donazione d’organo si è occupato anche il Parlamento Italiano con una proposta di legge riguardante la manifestazione di volontà per il prelievo di organi per il trapianto terapeutico, recentemente approvata dal Senato, nella precedente legislatura e che ha suscitato innumerevoli polemiche tra gli addetti ai lavori per alcuni rilevanti aspetti etico-morali. Sono addirittura emerse delle controversie tra i parlamentari di uno stesso schieramento politico, ma anche tra medici, ricercatori, associazioni di pazienti, filosofi antropologi etc. In particolare l’elemento più controverso risulta essere il principio del silenzio-assenso secondo cui la mancanza di un’esplicito rifiuto da parte del cittadino con età maggiore di 16 anni alla donazione d’organo sarà considerata come un consenso, senza più alcuna possibilità decisionale da parte dei familiari.

Ma se, da un punto di vista pratico, tale proposta potrà indubbiamente determinare una maggior disponibilità di organi, da un punto di vista etico ci sarebbe di fatto un’acquisizione generalizzata di un consenso non espresso.

In pratica il considerare il silenzio come un assenso potrebbe rappresentare un abuso di potere in quanto lo Stato va ad interferire là dove le vibrazioni più sacre dell’animo umano risultano più intense. Ed in particolare, ammesso che tale principio favorisca una maggior disponibilità di organi da trapiantare, non è scevro di obiezioni etiche perché di fatto determina una riduzione del potere che i singoli individui hanno sul proprio corpo ed il disconoscimento dei diritti postumi riconosciuti ai parenti.

Molti concordano sulla necessità di inviare ad ogni cittadino - con più di 16 ani di età - un modulo in cui esprimere la decisione di donare i propri organi. Sorgono comunque forti dissensi e perplessità sul consenso presunto in caso di mancata risposta da parte del cittadino stesso.

Ed infatti La Carta degli Operatori Sanitari (1994) recita “ L’intervento medico nei trapianti è inseparabile da un atto di donazione.” E ancora: “ In vita ed in morte la persona da cui si effettua un prelievo deve potersi riconoscere come donatore, come uno cioè che consente liberamente al prelievo”.

In conclusione si può affermare che tale proposta di legge, per essere più rispettosa della dignità della persona umana, dovrebbe essere perfezionata prevedendo un assenso dichiarato da parte del cittadino; questo potrebbe essere ottenuto attraverso una sensibilizzazione da parte mass-media ed una capillare informazione personalizzata ed individuale.

IL COMMENTO:
Con l’aumento dell’utilizzo dei donatori d’organo, si è posto sempre più il problema dell’accuratezza della scelta del donatore stesso, per evitare che malattie da donatore cadavere vengano trasmesse con l’organo trapiantato, in particolare malattie infettive (ad es. epatite o AIDS) e neoplasie maligne. Tali eventualità risulterebbero particolarmente drammatiche, in quanto i pazienti riceventi - a seguito della terapia immunosoppressiva - sono privi delle normali difese immunitarie. Tutto ciò comporta, quindi, l’utilizzo di protocolli clinici per escludere i donatori a rischio, che prevedono un’accurata anamnesi con i familiari, esami ematochimici e strumentali ed una esplorazione del (donatore) cadavere al momento dell’intervento di prelievo degli organi. Si ritiene che, per quanto riguarda i tumori, si possa fare eccezione per alcune neoplasie a basso grado di malignità o molto localizzate (Ca basocellulare, Ca a cellule squamose, Ca in situ della cervice uterina, alcuni tumori cerebrali primitivi, etc). Si deve rilevare quanto tali raccomandazioni siano di estrema importanza, dato che spesso la complessità dell’organizzazione necessaria per il prelievo multiorgano e la tempestività delle situazioni di emergenza in cui ci si trova ad agire possono non facilitare l’osservazione degli stessi protocolli di valutazione.

DOTT. GIACINTO NANNI

Primario Divisione di Chirurgia

Osp. S. Andrea - USL 11 Vercelli


LA RECENSIONE :

ALFREDO ANZANI Trapianti d’organo : problemi etici, aspetti sociali Edizioni LAURI, 1996 , pag. 160 formato 17 x 24.

Per approfondire ulteriormente il tema “Etica dei trapianti” ritengo opportuno proporre il libro a cura del prof. Alfredo Anzani - Segretario del Comitato di Bioetica dell’Ospedale S. Raffaele di Milano (HSR) - dal titolo : “Trapianti d’organo : problemi etici, aspetti sociali” (Edizioni LAURI). Questo testo ci invita, ad una riflessione sui fondamenti etici a cui la medicina dei trapianti deve fare riferimento. Il testo che risulta molto approfondito e completo si articola in nove capitoli principali dove sono tra l’altro contenuti : I primi Interrogativi etici, Le prime risposte, I trapianti d’organo da donatori viventi e da cadavere, Il commercio di organi umani, Nuove frontiere nei trapianti d’organo, Aspetti sociali, Prospettive future, e al termine si trova un’interessante appendice con le leggi e regolamenti in materia di trapianto d’organo. La materia particolarmente delicata è stata indagata ed esposta con attenzione e particolare competenza dall’Autore ed il testo risulta quindi di estremo interesse non solo per chi si interessa di bioetica ma anche per tutti gli operatori dei trapianti, che difficilmente trovano adeguati strumenti di aggiornamento etico-morale su una tematica così delicata e complessa.


SITO INTERNET CONSIGLIATO :

BIOETICA E FILOSOFIA DELLA MEDICINA (a cura di M. Marinelli)

http://www.fastnet.it/servizi/utenti/marinelli/bioetica/bioris.html e. mail [email protected] url:

http://www.fastnet.it/servizi/utenti/marinelli/homeit.html


DOTT. FRANCO BALZARETTI

Divisione di Chirurgia

Ospedale S. Andrea di Vercelli

[email protected]


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