Il virus ebola O febbre emorragica di ebola.              Marco Bernasocchi     Bruno Minotti     2E  ’99
Il nome deriva dal fiume africano Ebola, nello Zaire (l’attuale republica democratica del Congo), dove é stato isolato per la prima volta.
cause              sintomi              decorso              diagnosi              cure              prevenzione              prospettive future

VARIETÀ E VIRUS AFFINI
Virus ebola è il nome comune di quattro diversi ceppi virali scoperti in luoghi e periodi a volte molto differenti ma sempre con un fattore in comune: la presenza di scimmie. Tre di questi ceppi sono pericolosissimi per l'uomo mentre il quarto ceppo non risulta essere pericoloso per l'uomo. Questo filovirus ha inoltre un simile scoperto in Germania 9 anni prima della comparsa del ceppo ebola Zaire, il virus di Marburg che ha caratteristiche molto simili a tutti gli altri ceppi che sono:
Ebola Zaire: scoperto per la prima volta nel 1976 in un uomo (l'epidemia causò 550 morti), è il ceppo più letale ed ha un tasso di mortalità che varia dal 77% al 88%. Un'altra vasta epidemia di febbre emorragica causata da Ebola si è verificata ancora in Zaire, questa volta nella città di Kikwit nell'estate del 1995, infettando 315 persone e uccidendone 242. I ceppi di virus Ebola isolati in Zaire nel 1976 e nel 1995, a 19 anni e a 500 km di distanza, sono virtualmente identici.
Ebola Sudan: scoperto anch'esso nel 1976, quando uccise 430 persone, ma in Sudan dove riaffiorò nel 1979, ha una mortalità pari circa al 60% dei contagiati.
Ebola Tai: scoperto nel 1995 in Costa d'Avorio (Tai forest) quando uno zoologo svizzero si è infettato con il virus, compiendo un'autopsia su uno scimpanzé.                                                      
Ebola Reston: scoperto nel 1989 in una struttura per la quarantena a Reston (vicino Washinton), dove sono morte centinaia di scimmie importate dalle Filippine. Il ceppo Ebola/Reston non sembra, però, causare malattie nell'uomo: quattro tecnici di laboratorio sono, infatti, stati infettati dal virus, senza che nessuno di loro si sia ammalato.

CAUSE
Di tutti i virus responsabili di malattie umane, Ebola e Marburg, che sono (come già detto) molto simili e causano entrambi febbre emorragica, sono gli unici di cui sono ancora ignoti l'ospite animale, il ciclo vitale e il meccanismo di trasmissione. Peraltro, non si sa neppure se le scimmie siano ospiti effettivi, né se siano coinvolti altri mammiferi, uccelli, rettili, zanzare o pulci. Si sa comunque che il contagio avviene tramite il contatto diretto con sangue, secrezioni corporee e tutti i tessuti (è però stato solo raramente rilevato nei tessuti cerebrali e in quelli nervosi) di pazienti infetti. Il contagio può inoltre avvenire previo contatto con scimpanzé malati o morti di ebola.

SINTOMI
I primi sintomi che possono essere avvertiti dal contagiato sono: febbre improvvisa, debolezza, dolori muscolari, mal di testa e mal di gola. Questi sintomi possono poi essere seguiti da vomito, brividi, crampi all'addome, disidratazione, diarrea, faringiti, congiuntiviti, sfoghi cutanei, malfunzioni renali e del fegato, emorragie interne ed esterne e spesso distruzione dei tessuti interni.

DECORSO
La malattia si manifesta improvvisamente e spesso progredisce velocemente fino ad uno stato di prostrazione estrema, alla disidratazione dell'individuo e alla morte dovuta alla rapida moltiplicazione del virus nelle cellule infette.
Dalla prima esposizione alla malattia conclamata passano generalmente 5-10 giorni, mentre dalle prime manifestazioni alla morte o, alternativamente, al miglioramento possono trascorrere altri 7-10 giorni. In generale si crede che la morte derivi direttamente dal danno provocato dal virus ai tessuti interni dell'organismo, mentre non si comprende ancora come alcuni pazienti riescano a sopravvivere alla malattia. In caso di guarigione la convalescenza è lenta (può durare 5 settimane o più) e all'inizio è caratterizzata da perdita di peso e amnesia.

DIAGNOSI
La malattia viene diagnosticata con una tecnica di laboratorio chiamata Enzyme-Linked Immunosorbant Assay (ELISA), che individua la presenza di antigeni specifici (proteine virali) o di anticorpi prodotti contro il virus dal paziente infetto. La reazione a catena della polimerasi (PCR), una tecnica utilizzata per moltiplicare le quantità disponibili di materiale genetico a fini di studio, viene impiegata per evidenziare la presenza di molecole prodotte da Ebola nel sangue o in altri tessuti dei pazienti.

CURE                                                                                                                                                                             Finora, le ricerche che hanno cercato di sviluppare un vaccino contro il virus Ebola hanno avuto scarso successo. Nel 1995, al termine di un'epidemia che ha colpito lo Zaire, il sangue di alcuni pazienti in convalescenza è stato trasfuso in pazienti gravemente ammalati, nel tentativo di trasferire anticorpi e linfociti T in grado di neutralizzare il virus responsabile e di uccidere le cellule infette. La procedura ha avuto qualche successo terapeutico, ma prima che possa essere utilizzata su larga scala deve essere sottoposta ad accurate sperimentazioni cliniche che ne confermino sicurezza ed efficacia. In definitiva al momento non esistono cure di certificato funzionamento.

PREVENZIONE
Quando l'infezione da parte del virus è sospetta, le autorità sanitarie locali istituiscono l'adozione di rigide procedure di difesa del personale (come l'uso di guanti, maschere e altri indumenti protettivi) e solitamente richiedono l'intervento di esperti dell'Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) e dei Centers for Disease Control and Prevention (CDC), i quali offrono aiuto a livello diagnostico, per l'assistenza ai pazienti e per adottare le più opportune misure di controllo dell'epidemia. Siccome il virus Ebola è stato classificato dal CDC al quarto livello di biosicurezza, che richiede l'adozione delle più elevate misure precauzionali per garantire la massima sicurezza, i virologi che studiano questo microrganismo sono costretti a lavorare indossando speciali indumenti protettivi e i loro laboratori sono dotati di apparecchiature che sterilizzano l'aria, e i prodotti di rifiuto, solidi e liquidi.

PROSPETTIVE FUTURE                                                                                                                                       Ricerche iniziate già in passato sono state fortemente rallentate dall’estrema virulenza dei ceppi Zaire e Sudan che rendeva praticamente impossibile il lavoro con tessuti infetti. Oggi, grazie al ceppo Reston (che non è dannosso per l’uomo) sono in corso studi che paragonano le sequenze di RNA tra i diversi ceppi virali, al fine di ottenere maggiori informazioni sul ciclo vitale e sugli ospiti naturali del virus.

BIBLIOGRAFIE
Microsoft, enciclopedia multimediale Encarta ‘98
Rizzoli Larousse, enciclopedia multimediale
http://www.cdc.gov
http://www.who.ch/programmes/emc/ebola/ebfact.htm
http://www.lfc.edu/~musilam/bio1.htm
http://www.bocklabs.wisc.edu/eov-ebola.html
 

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