(S.S.Dalai Lama)

Il Terzo giro della Ruota del Dharma (secondo gli insegnamenti di S.S.Dalai Lama)

Il Tathagatagarbha

Il terzo giro della ruota del Dharma contiene molti Sutra diversi, il più importante dei quali, il Tathagatagarbhasutra (Sutra dell'essenza del Tathagata), descrive l'innato potenziale di illuminazione che si trova in noi: la nostra essenza di buddhità, ovvero la nostra natura di Buddha. Questo Sutra è in effetti la fonte della raccolta di inni di Nagarjuna, nonché del trattato di Maitreya, Mahayna - Uuttaratantra (Il sublime continuum del Grande Veicolo). In questo Sutra il Buddha esplora ulteriormente i temi principali trattati nel secondo giro, e cioè la dottrina della vacuità, e le esperienze trascendenti associate con la penetrazione della vacuità, nel contesto del sentiero individuale alla illuminazione. Tuttavia, poiché la natura della vacuità - la mancanza di esistenza intrinseca di tutti i fenomeni - era già stata esaurientemente spiegata nei suoi aspetti più sottili e profondi nei Sutra della saggezza, in questo terzo giro non viene esposta una ancora più sottile dottrina della vacuità. Caratteristica particolare del terzo giro è, invece, la presentazione di specifiche tecniche di meditazione volte a potenziare la saggezza che realizza la vacuità, e la discussione, da un punto di vista soggettivo, dei vari sottili fattori insiti nell'esperienza di quella saggezza. Vi è anche un'altra categoria di Sutra appartenenti al terzo giro della ruota del Dharma. In questo gruppo il Sutra principale è il Samdhinirmocanasutra (Sutra che delucida il pensiero del Buddha). In questo Sutra il Buddha riconcilia l�apparente contraddizione tra certe affermazioni del primo giro che ascrivono un'identità intrinseca ai fenomeni e l'esplicita negazione di ogni identità intrinseca presente nel secondo giro. Per far questo il Buddha chiarisce la dottrina della vacuità, o mancanza di identità, mostrando come essa debba di fatto essere applicata in modo diverso a differenti categorie di fenomeni. Secondo questa concezione, l�esistenza va compresa nei termini di tre classi:

fenomeni designati,

fenomeni dipendenti

e fenomeni pienamente stabiliti, o fenomeni ultimi.

Fenomeni designati sono i fenomeni che esistono solo come concetti attribuiti, in relazione ad altre entità che possiedono realtà più autonome. Essi comprendono le entità astratte: gli universali, le relazioni, le negazioni (come la mera assenza di qualcosa) etc. Fenomeni dipendenti sì riferisce a tutte le cose e gli eventi che si verificano come risultato di cause e condizioni. La terza categoria, fenomeni pienamente stabiliti, si riferisce al modo di essere ultimo di tutti i fenomeni: la vacuità. Da un altro punto di vista, le tre categorie esposte sopra si possono considerare anche come nature distinte, ma universali, di tutti i fenomeni. Secondo questa prospettiva esse diventano rispettivamente: natura designata, natura dipendente e natura pienamente stabilita. In relazione a queste tre nature, all'espressione «mancanza di identità» vengono attribuiti significati diversi. Per esempio, i fenomeni designati sono privi di identità intrinseca, i fenomeni dipendenti sono privi di identità derivata da autoproduzione, i fenomeni pienamente stabiliti sono privi di identità ultima. Ecco perché il terzo giro della ruota viene detto «ruota del Dharma che spiega chiaramente le distinzioni». Questo modo di intendere la dottrina della mancanza di identità presentato nel terzo giro, anche se contrasta con lo spirito dei Sutra della saggezza come esposto nel secondo giro, può essere considerato come un espediente di eccezionale abilità del Buddha. Nel secondo giro il principio di mancanza di identità veniva descritto come una dottrina universale che spiegava tutti i fenomeni in termini di vacuità di esistenza intrinseca. Tuttavia questa visione della vacuità può apparire estrema a molti praticanti e perciò restare al di là della loro possibilità di comprensione. Per queste persone affermare che i fenomeni sono privi di esistenza intrinseca pare equivalente a dire che i fenomeni non esistono affatto. Nella loro mente, assenza di esistenza intrinseca potrebbe significare non esistenza. Vediamo dunque che il Buddha ha insegnato i Sutra del terzo giro, come il Sutra che delucida il pensiero, specificamente per venire incontro alle facoltà e disposizioni, mentali di un tipo particolare di praticante. Fondate rispettivamente su questi due distinti sistemi di interpretazione della dottrina della vacuità esposta nei Sutra della saggezza, emersero in India le due maggiori scuole del buddismo Mahayana: Madhyamaka, o Via di mezzo, e Cittamatra, o Solo mente.

Nella tradizione buddhista tibetana esiste anche un sistema avanzato di pensiero e pratica noto come Tantra. Io ritengo che questo abbia un rapporto con il terzo giro della ruota. La parola Tantra significa letteralmente continuum o lignaggio. Il testo di Yoga Tantra denominato Tantra del pinnacolo Vajra spiega che Tantra è una continuità riferita principalmente alla continuità di mente o coscienza:«Tantra» è continuità: Samsara è considerato Tantra.«Posteriore» significa al di là: Nirvana è il Tantra posteriore.In primo luogo, il nostro continuum mentale è la base della nostra coscienza di identità personale. In base a questo continuum, nella vita ordinaria commettiamo azioni contaminate che ci spingono in continuazione nel circolo vizioso di morte e rinascita. Nella vita spirituale, in base a questa stessa continuità di coscienza, possiamo progredire mentalmente e sperimentare elevate realizzazioni della via. Alla fine, proprio in base a questa medesima continuità di coscienza - spesso identificata con la nostra natura di Buddha - siamo in grado di raggiungere lo stato definitivo di onniscienza. In altre parole, Samsara - la nostra esistenza condizionata nel ciclo perenne delle tendenze abituali - e Nirvana - la vera liberazione da tale esistenza - non sono altro che diverse manifestazioni di tale continuum di base. Perciò, la continuità di coscienza è sempre presente. Questo è il significato di Tantra, o continuità. Ritengo vi sia uno stretto rapporto tra gli insegnamenti del Tantra e il terzo giro della ruota. Come possiamo vedere, il Tantra è un sistema di pensiero e pratica volto principalmente a rendere manifesto il potenziale latente della nostra continuità di coscienza di base, e questo è anche il fine ultimo degli insegnamenti del terzo giro. In effetti, se esaminiamo attentamente gli insegnamenti del secondo e del terzo giro, possiamo scoprirvi elementi significativi che preannunciano la via tantrica. Presi insieme, questi due giri forniscono un prezioso ponte tra gli insegnamenti dei Sutra e gli insegnamenti dei Tantra. Per esempio, il principio ermeneutico di conciliare due diverse letture dei Sutra della saggezza - cioè la lettura esplicita relativa alla dottrina della vacuità, e la lettura implicita che mostra gli stadi del sentiero associati alla propria esperienza della vacuità - apre la via all'accettazione dell'idea di diverse interpretazioni di un singolo testo, concetto essenziale per la comprensione delle scritture tantriche. Similmente, toccando il tema dei diversi livelli di sottigliezza della esperienza della vacuità dalla prospettiva della mente soggettiva, il terzo giro apre la porta alla discussione, nel Tantra, dei numerosi livelli di sottigliezza della nostra coscienza e della loro importanza nella realizzazione di vari stati trascendenti.-

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