Clicca qui per tornare all'indice!

"UNA PARENTESI DI FORZOSA ATTESA"

Nel 1940 Fontana si imbarca a Genova per tornare in Argentina, dove vive e lavora per sette anni. Riferisce Crispolti dell'attività di questo periodo:

"La sua attività creativa è molto varia. Tuttavia Fontana non è più libero di sperimentare, né altrettanto stimolato a farlo, come in Italia, e svolge ricerche soprattutto lungo il filone più figurativo della sua scultura (fig. 36 e fig. 37) [...]. È comunque questa, complessivamente, una parentesi di forzosa attesa" (1).

In effetti, la scultura di Fontana in questi anni, anche se non si può accusare di accademismo, tende a svolgere una ricerca molto cauta, in sordina, che Fontana svolge pur essendo un fiero oppositore dell'accademia. Ricorda Roccamonte, uno dei firmatari del Manifiesto Blanco:

"Mi parlava di Martini, [...] del Futurismo, del Marinetti che lui aveva conosciuto. Di Marino Marini, di Boccioni [...]. Le sue frecciate contro l'accademia, l'ufficialità, erano sempre cariche di rancore, il suo bisogno di esprimersi al di fuori della tradizione era continuo, un chiodo fisso. D'altronde quello che oggi è chiamato il sistema, era saldissimo e tradizionalissimo, per cui non era facile uscire fuori dalla regola. Lucio era comunque abile a introdursi [...] sperimentava senza rompere col sistema" (2).

Fontana rappresenta quindi in questi anni una tendenza piuttosto conservatrice, pur nello sperimentalismo, con le sue sculture neobarocche che riportano il discorso alla tradizione classicistica, in cui la figura umana predomina sul resto.
Pur sperimentando un certo neoimpressionismo (che può essere presente in opere come Mujer peinándose  o nel rilievo Perfil, entrambe del '40), pur rimettendo in campo un plasticismo quasi neoarcaicizzante (ne La mujer del marinero, sempre del '40, solo per fare un esempio), il filone più sfruttato da Fontana nel suo secondo periodo argentino è, come ricorda Crispolti, nuovamente quello "espressionista":

"È questo il filone più creativo della scultura fontaniana in questi anni, e quello che prevale infine decisamente a metà appunto degli anni Quaranta, quando assume una particolare esasperazione" (3).

Ad ogni modo Fontana diviene, negli anni trascorsi in Argentina, nonostante questo vero o presunto "conservatorismo" (fig. 36 e fig. 37), un punto di riferimento per i giovani artisti dell'Accademia di Altamíra - fondata nel 1946 da Jorge Romero Brest, da Jorge Larco e da Fontana - i quali, nello stesso '46, dopo numerosi incontri e discussioni, stendono il Manifiesto Blanco, che segna, ufficiosamente, la data di nascita dello Spazialismo. Poco prima Fontana aveva realizzato numerosi disegni automatici, alcuni dei quali sembra presentassero il titolo "concepto espacial".

Luciano Colavero

 

 

 

(1) Enrico Crispolti, Lucio Fontana, Catalogo Generale, Edizioni Electa, Milano, 1986. (Torna)
(2) Roccamonte, quattro acqueforti, con una nota di Valerio Volpini, e una conversazione con Enrico Crispolti, Ca' Spinello, Urbino, 1977. (
Torna)
(3) Enrico Crispolti, Lucio Fontana, Catalogo Generale, Edizioni Electa, Milano, 1986. (
Torna)

 

Torna a inizio pagina / Torna alla Home Page


Se vuoi sapere chi sono o leggere qualche cosa che ho scritto,
visita la mia Personal Home Page

Clicca qui per visitare il mio sito personale


ATTENZIONE: Le idee e i testi contenuti in questo sito sono tutelati dalle norme sul diritto d'autore. L'autore mantiene il diritto esclusivo di utilizzazione economica dell'opera in ogni forma e modo, originale o derivato.
© 1998 - by Luciano Colavero - E-mail: [email protected]

Hosted by www.Geocities.ws

1